Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008

CINA mento dei contratti. Si profila, all’o- rizzonte, unmodello di sviluppo a tutto vantaggio del capitale cinese e delle élite corrotte che guidano i paesi africani.Ancora una volta, la Ci- na si difende dalle critiche e dalle ac- cuse dei media occidentali (22) so- stenendo che lo sviluppo economi- co e il benessere che sta portando in Africa fungono da legittimazione delle sue azioni, e da prova finale della bontà di queste ultime. Il dibat- tito che sta prendendo forma nel mondo accademico e tra gli analisti mette a confronto i due colonialismi, l’Occidente e la Cina nel continente africano: a conti fatti il pulpito da cui arrivano le critiche non è poi così au- torevole (23). Il nesso corruzione-potere-svilup- po viene chiarito dal prof. IanTaylor (24), esperto di relazioni sino-africa- ne presso la scozzese St.An- drews University: «Molte élite a- fricane non godono del consenso necessario per governare i loro paesi,per mantenere il potere si avvalgono della minaccia e del- l’effettivo uso della forza, coniu- gati con la promessa di imme- diati benefici materiali per i simpatizzanti.Queste due strategie, miopi se si pensa a uno sviluppo di lungo termine, sono di vitale impor- tanza per questi governanti.Per questo i principi di non ingerenza negli affari interni e la priorità data alla sovranità nazionale dalle auto- rità cinesi fannomolto comodo ai governi africani». Evitare demonizzazioni ed equazioni La situazione de- gli uiguri del Xinjiang e le criti- cità della presenza cinese in Africa so- no state illustrate come frutto di una scelta, e fungono da esempio solo per cominciare ad affrontare il tema Cina e diritti umani. I- nevitabilmente non possiamo parlare di

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