Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008

I ldelegatocineseallaCommissio- neper idirittiumani,incaricatadi di- scutere eredigerelaDichiarazioneu- niversale, espresseunauspicio:cheil documentoconciliasseConfucioeS. Tommaso.Il funzionarioera consape- voledel fattochelaDichiarazionedo- vesse essere«il fruttodipiùideologie:il puntodi incontroedi raccordodi con- cezioni diversedell’uomoedella so- cietà» (1). In Cina, la narrativa dominante sui diritti umani si sviluppa sugli obbli- ghi e le responsabilità dei cittadini, in quanto parte della società chia- mata a costruire un paese ricco e for- te. Propaganda ufficiale e autorità governative fanno un discorso chia- ro: l’enfasi va posta sulla solidarietà sociale e sui doveri verso il prossimo all’interno della società, il tutto in un immenso sforzo corale volto a co- Due filosofie diverse, quasi opposte, dalle quali non si può prescindere per capire e capirsi. Da una parte, l’individuo e i suoi diritti; dall’altra, l’enfasi sugli obblighi verso la società e il paese. Certo, la ricerca dell’«armonia» non è indolore. Lo sanno i dissidenti, lo sanno i detenuti nei campi di lavoro, lo sanno i popoli del Tibet e del Xinjiang. Il 2008 è stato l’anno della Cina, con il suo miliardo e mezzo di abitanti, le 56 etnie, un passato millenario, un presente di crescita esponenziale. E la vetrina dei giochi olimpici. Ora il dialogo tra Pechino e il resto del mondo dovrebbe ripartire su basi diverse, magari mettendo da parte demonizzazioni ed equazioni troppo semplicistiche. Pechino / I diritti umani nella super-potenza (del prossimo futuro) CONFUCIO E SAN TOMMASO CINA di Alessandra Cappelletti Ghuljia (Yining): dipendenti di China Telecom fanno ginnastica all’aperto, prima di entrare negli uffici. Alle spalle, su sfondo blu: «La vera virtù nasce dal- la generosità».

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