Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008
PAESI AFRICANI non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, riceve- re e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza ri- guardo di frontiere», un riferimento ai media e la base della libertà di stampa.Ma questi princìpi sono tutt’altro che rispettati nel mondo e in particolare in Africa. Anche l’Africa ha la sua «carta» Gli stati africani, riuniti all’epoca nell’Organizzazione dell’unità africa- na (Oua) approvarono nel 1981 la Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli . Tale carta è ancora più e- splicita inmateria, recitando, all’arti- colo 9: «Ogni persona ha diritto al- l’informazione. Ogni persona ha di- ritto di esprimere e diffondere le sue opinioni nel rispetto di leggi e rego- lamenti». Un Diritto universale, non specifico dei giornalisti.Questi han- no invece il dovere di aiutare la gen- te a godere della loro libertà di paro- la e di espressione. Il dovere di forni- re una corretta informazione. Ma è vero che il diritto a essere informati e la libertà di espressione in un paese possono essere valutati attraverso la libertà di stampa.Que- sta è definibile con alcuni pilastri fondamentali: l’esistenza di una plu- ralità dei media (pubblici,privati e indipendenti),di una reale libertà di espressione,di una certa sicurezza per gli operatori del settore.Deve i- noltre esserci un buon quadro giuri- dico (sanzioni dei delitti di stampa, organi di regolazione, ecc.) e le viola- zioni contro la libertà di stampa de- vono essere effettivamente punite. Una libertà che, sul continente a- fricano, ha avuto vicissitudini diver- se nei paesi anglofoni e in quelli francofoni. «Freedom» o «Liberté» Nei primi una «cultura» dell’infor- mazione si è instaurata già dai tempi delle colonie, seguendo il modello (o la tradizione) anglosassone. Giornali indipendenti erano quin- di già apparsi alla fine del XIX secolo. In Africa dell’Ovest a partire dalla Li- beria e la Sierra Leone, per arrivare al Ghana e alla Nigeria. Il Lagos Stan- dard , fondato nel 1894, il Nigeria Ch- ronicle e il Weekly Record , alimenta- vano il dibattito politico e suscitava- nomisure repressive da parte dell’amministrazione coloniale.Nel- l’Africa orientale la stampa fu domi- nata dai bianchi e dagli asiatici più che dagli africani stessi.Un esempio è l’ African Standard , inizialmente set- timanale, nato nel 1902. Senza dimenticare i primi giornali del Mozambico creati da africani o meticci a partire dal 1868. Per i paesi francofoni invece, tran- ne poche eccezioni, occorre aspetta- re i primi Anni ’90 per avere una molteplicità di espressioni, più o meno indipendenti. Solo in Senegal, Madagascar e Dahomey (poi diven- tato Benin) si manifesta qualche ca- so prima del 1939. Ci racconta Pius Njawe, giornalista camerunese, icona della libertà di In alto: Pius Njawe (centro) sulla tomba di Norbert Zongo, a Ouaga. Sotto: Abdoulaye Sangaré e Métié Sindou, direttori di due quotidiani di Abidjan, le cui redazioni furono devastate dai militanti del presidente Gbagbo a fine 2004. 58 MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=