Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008

56 MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 PAESI AFRICANI una vera cultura della registrazione» racconta Fabio Carbone dell’Ong Ci- sv di Torino, incaricata dai comuni di coordinare l’esecuzione del proget- to sul posto. Per questomotivo, il cuore delle attività sono le sensibilizzazioni del- la popolazione, in particolare dei ge- nitori o futuri tali. Realizzate, queste, con diverse tecniche: dal teatro fo- rum, all’uso delle radio locali, alle a- nimazioni in villaggio. Il primo è una forma di teatro di strada, da realizzarsi nei villaggi e nei quartieri della città inmezzo al pub- blico. «Nei villaggi le tradizioni vengono ancora oggi tramandate oralmente, l’elettricità e le infrastrutture di base spesso non sono arrivate, le econo- mie delle famiglie sono ridotte al minimo e l’alfabetizzazione rag- giunge una percentuale infima della popolazione.Gli spettacoli teatrali sono dunque unmezzo di sensibiliz- zazione importante». La gente assiste alla messa in sce- na ma allo stesso tempo è coinvolta e invitata a partecipare. Il teatro fo- rum è molto usato anche per tema- tiche diverse: dalla prevenzione del- l’Aids, al buon uso dell’acqua, alla lotta contro le mutilazioni genitali femminili. «Queste animazioni, che hanno coinvoltomigliaia di cittadini e citta- dine di tutte le età, hanno spaziato dalla classica esibizione teatrale al gioco di ruolo dove il pubblico è protagonista, passando per il dibat- tito al quale ognuno può prendere parte ed esprimere il proprio punto di vista, confrontandosi con gli attori e con le altre persone presenti» rac- conta Fabio Carbone. Le radio rurali sono anch’esse uno strumentomolto potente. «La radio ha un’importanza fondamentale nella società rurale africana, essendo lo strumento di divulgazione più ef- ficace per raggiungere gli agricoltori e gli allevatori nei campi, le donne in prossimità delle ritenute d’acqua, i giovani che si recano a scuola o al la- voro o che sbrigano le faccende do- mestiche». Questa trasmette diverse lingue locali, il che per un paese a maggio- ranza analfabeta diventa fondamen- tale per far passare i messaggi.Con- tinua il coordinatore del progetto: «È stato realizzato un programma ra- diofonico a episodi, da trasmettere in 12 puntate settimanali, incentrato su tematiche quali: i diritti dell’infan- zia, i servizi delle amministrazioni pubbliche e la diffusione di una“cul- tura” dell’atto della registrazione a- nagrafica. L’obiettivo principale di queste rappresentazioni teatrali tra- smesse è infatti quello di portare a conoscenza di più persone possibile le buone pratiche legate ai diritti ci- vili, spingendole a dichiarare all’ana- grafe se stessi e i propri familiari». Avvicinarsi ai cittadini Il progetto ha anche rinforzato l’é- quipe comunale dello stato civile con una serie di formazioni e crean- do una cellula di animatori ad hoc che,percorrendo le campagne, ren- dano il servizio più vicino ai cittadini. Nella stessa dinamica l’idea per il futuro è anche la realizzazione di uf- fici decentrati che possano facilitare l’accesso alla registrazione alla po- polazione, che oggi deve percorrere svariati chilometri a piedi o in bici- cletta per raggiungere l’ufficio ana- grafico centrale di Ouahigouya.Con l’obiettivo di ridurre uno degli osta- coli alla registrazione dei neonati. Gabriella Mitti, direttore di settore Uffici per il cittadino del comune di Beinasco, ha passato alcuni giorni a Ouahigouya per lavorare con i colle- ghi burkinabè al miglioramento del servizio: «È una situazione da affron- tare con umiltà, al solo scopo di col- laborare e condividere questo pro- getto di crescita.Consapevoli che vi- viamo un’esperienza molto arricchente anche per noi italiani». Ci ricorda il ministro Sawadogo: «Allo stessomodo, in villaggio quan- do qualcunomuore, i parenti lo por- tano dal catechista, dal pastore o dall’imamper la benedizione. Poi pensano di aver fatto tutto il neces- sario e nessuno si sogna di dirlo al- l’anagrafe. Questo vuol dire che ci sonomolti burkinabè che nascono e muoiono senza essere mai stati segnalati allo stato civile». Senza essere esistiti per lo stato burkinabè. «È la società dell’informale. Se il comune non è in grado di controlla- re nascite e morti non può lavorare per i cittadini.Non può pianificare le scuole, i centri di salute, e dimensio- nare tutti gli altri servizi». ■ Emanuela Matta (destra, comune di Nichelino) e Gabriella Mitti (comune di Beinasco) con il vice sindaco Hamidou Ouedraogo in visita ai nuovi uffici anagrafici. L’ex ministro dell’amministrazione territoriale e decentramento Antoine Raogo Sawadogo.

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