Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008

MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 107 te - continua Amnesty International -. Tra queste figuravano tre donne e al- meno unminorenne. Le esecuzioni, inmaggioranza avvenute in pubbli- co, riguardavano persone condanna- te per omicidio, stupro, reati di droga, apostasia e altro.Ma di fatto non è stata resa disponibile alcuna infor- mazione sui loro processi o su even- tuali appelli, né si è saputo se gli im- putati avessero ricevuto l’assistenza di un legale. Si ritiene che nel braccio della morte ci siano ancora centinaia di persone,minorenni compresi». Molti carcerati, infine, sono spesso sottoposti a torture e maltrattamenti da parte delle forze di sicurezza, ac- cusate di dare bastonate, pugni e u- sare sospensione per i polsi, privazio- ne del sonno, insulti.Anche la Cpvpv, nel 2007, è stata accusata in vari tri- bunali per almeno 6 casi di tortura e decessi in carcere,ma i funzionari ac- cusati sono stati sempre scagionati. L’unico aspetto positivo è che i me- dia hanno dato una maggiore coper- tura a questi e altri casi di violazione dei diritti umani, incoraggiando così quanti si impegnano, dentro e fuori del paese, per cambiare leggi e men- talità retrograde e inumane. Continua la schiavitù In Arabia Saudita la schiavitù è sta- ta abolita solo nel 1963,ufficialmente. Ma la realtà è un’altra, come denuncia Human RightsWatch (Hrw) nel suo re- cente rapporto intitolato: « Come se non fossi umano ». Il documento rac- coglie più di 80 interviste a domesti- che, immigrate in Arabia dai paesi dell’Estremo Oriente; emerge un qua- dro drammatico di sfruttamento e violazione dei diritti umani. In almeno 36 casi i legali di Hrw ravvisano gli e- stremi del traffico di esseri umani, ri- duzione in schiavitù e lavoro forzato. Si stima che in Arabia Saudita ci sia oltre 1,5milioni di donne tuttofare provenienti da Indonesia, Filippine, Sri Lanka,Nepal... «Nel migliore dei casi riassume NishaVaria, co-autrice del rapporto - esse beneficiano di buone condizioni di lavoro e buoni datori di lavoro; nel peggiore, invece sono trattate quasi come schiave; nel- lamaggior parte dei casi queste don- ne si trovano in una condizione inter- media». La legislazione saudita sul la- voro esclude le domestiche, privandole così dei diritti garantiti in- vece ad altri lavoratori, come riposo settimanale e pagamento dello straordinario.Per le colf vige la pratica del kafala ,una sorta di sponsorizza- zione con la quale il datore di lavoro diventa il garante dell’impiegata;ma spesso ne diventa il padrone, arro- gandosi il diritto di sequestrarne i do- cumenti e sottoporle a orari di lavoro disumani. Le testimonianze di Hrw racconta- no di violenze fisiche, psicologiche e sessuali, che lasciano segni indelebili sulle malcapitate. «Per un anno e cin- que mesi nessuna paga.Ho chiesto i soldi,ma mi hanno picchiata, ferita con un coltello e bruciata» racconta una domestica singalese. «Lavoravo 18 ore al giorno, 7 giorni alla settima- na, per anni, senza essere pagata» racconta una signora indonesiana. «Pochi giorni dopo il mio arrivo,mi hanno detto che ero stata acquistata per 10 mila riyals (circa 1.800 euro) e che quindi loro nonmi dovevano nulla. Sono stata praticamente rapita: porte e finestre erano sigillate e veni- vo tenuta sempre sotto controllo» racconta una donna filippina. Sotto le pressioni di associazioni internazionali per la difesa dei diritti umani, il governo saudita si era impe- gnato a studiare forme di tutela delle lavoratrici straniere,ma finora senza esito. «I sauditi le trattano come og- getti, come schiave, come capi di be- stiame. Una collaboratrice domestica è come una schiava e quindi non ha diritti» afferma un diplomatico che vive in Arabia Saudita, riportato in forma riservata nel rapporto di Hrw. Libertà politica L’Arabia Saudita non ha mai brilla- to in fatto di libertà...di qualsiasi ge- nere. La libertà di parola e di stampa deve fermarsi davanti a qualsiasi cri- tica al governo o all’approvazione di valori «non-islamici». Sono proibiti sindacati e organizzazioni politiche; le dimostrazioni pubbliche sono an- ch’esse vietate. Da alcuni anni le libertà personali MONOGRAFIA / Diritti & rovesci McDonald’s in una città saudita, con entrate rigorosamente separate per donne e uomini. Il 7 febbraio 2008, una donna d’affari americana fu arrestata dalla polizia religiosa perché sedeva accanto a un uomo in questa caffetteria di Riyadh.

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