Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008

una specie di tutela esercitata da un maschio della famiglia (padre, fratel- lo omarito) che esercita una specie di patria potestà secondo i dettami della shari’a . Senza il consenso di tale tutore, la donna non può intrapren- dere gli studi, sottoporsi a cure medi- che, lavorare, viaggiare, svolgere atti- vità commerciali, sposarsi e perfino scegliere il colore del vestito...Anzi, non può neppure «restare sposata, se uno dei parenti maschi decide che la genealogia del marito è inferiore a quella della donna». È il caso di Fatima, come viene rife- rito dal Rapporto 2008 di Amnesty In- ternational . Già madre di due figli, la donna è stata portata in tribunale dal fratello per fare annullare il matrimo- nio, perché il marito aveva nascosto la sua origine.Nonostante l’opposi- zione della coppia, il giudice li ha di- chiarati divorziati, in base alla regola tribale della parità di status tra fami- glie e stirpi quale condizione per la validità del matrimonio. E da quel giorno Fatima non ha più potuto in- contrare il suo ex marito; un incontro tra i due sarebbe stato un reato di khilwa , punibile con fustigazione e carcere. Rigide norme, infatti, impongono la totale segregazione tra i due sessi: uomini e donne non possono entra- re in contatto se non sonomembri stretti della stessa famiglia.Al riguar- do è esemplare la storia della «ragaz- za di al-Qatif», riferita dallo stesso Rapporto 2008 .Una giovane venten- La Mecca, coppia di pellegrini posano davanti alla Kaaba. Uomini e donne al mercato di Medina. ARABIA SAUDITA 106 MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 ne,mentre si trovava in auto con un suo amico, fu violentata da 7 uomini. Portato il loro caso in tribunale, i due giovani sono stati condannati a 90 frustate ciascuno per aver commesso il reato di khilwa ; nel ricorso in appel- lo, le pene sono state aumentate: la vittima dello stupro e il compagno sono stati condannati a sei mesi di carcere e 200 frustate, perché, secon- do il ministero della Giustizia, con il reato di khilwa , la giovane era in par- te responsabile del suo stesso stupro. Il caso ha destato non poco scalpo- re, anche perché l’avvocato difensore è stato sospeso dalla professione, per aver denunciato ai media l’assurdità del caso in cui la vittima viene frusta- ta; nel dicembre 2007 è intervenuto il re in persona per fare annullare la sentenza contro i due giovani e l’a- zione disciplinare contro l’avvocato. Violenze e percosse sulle donne in ambito familiare, separazione dei sessi fino a proibire le strette di mano in segno di saluto, divieto di praticare lo sport nelle scuole pubbliche e uni- versità... e altre forme di discrimina- zione non hanno nulla a che vedere con la religione,ma sono frutto della struttura culturale dell’intera società saudita.Contro tale cultura lottano a- pertamente vari attivisti, come Wajeha Al Huwaider, una intellettua- le saudita che, in occasione delle O- limpiadi di Pechino, ha messo su You- Tube un video per protestare contro la proibizione alle donne di praticare lo sport, terminando con la seguente dichiarazione: «Aisha,moglie del pro- feta Maometto, praticava ogni gene- re di sport ai suoi tempi, sapeva an- dare a cavallo e combattere». Delitti e castighi Tale cultura «pre-islamica» è ali- mentata dal clero wahhabita, che predica la più radicale osservanza della shari'a , osservanza garantita dalla «Commissione per la preven- zione del vizio e la promozione della virtù» (Cpvpv),mediante la muttawa , la polizia religiosa saudita. Essa è fa- mosa per il suo zelo, violenza e in- transigenza contro la diffusione di droga, prostituzione, alcol, promi- scuità, pratiche di altre religioni in territorio saudita... I trasgressori ven- gono scovati, arrestati e consegnati alla giustizia.Oltre alla prigione, chi è trascinato in tribunale subisce puni- zioni corporali, che vanno dalla fusti- gazione per ubriachezza e cattiva condotta sessuale, all’amputazione degli arti per i ladri. Il numero di frustate è a discrezio- ne del giudice, che non risparmia neppure i minorenni. Il Rapporto di Amnesty International riferisce che, nel 2007, il numeromassimo è stato di 7 mila frustate nei confronti di due uomini giudicati colpevoli di sodo- mia; ad almeno tre persone, giudica- te colpevoli di furto, è stata amputata la mano all’altezza del polso. «Almeno 158 persone (82 sauditi e 76 stranieri) sono state messe a mor-

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