Missioni Consolata - Settembre 2008
64 MC SETTEMBRE 2008 PERÚ ma nonmi èmai piaciuto. Penso che ad un certo punto ci sia stato un grande imbroglio.Alan García doveva essere processato,ma lui scappò in Francia.Poi, negli ultimi giorni del governo Fujimori, lo gra- ziarono. Alan García è tornato e ce lo siamo ritrovati prima libero,poi addirittura presidente.Che vergogna.Proprio un bel regalo del signor Fujimori. E a- desso iomi domando se Alan García, per ricambiare quel regalo, non farà tornare Fujimori in libertà». Appunto...SeAlbertoFujimori tor- nasse liberoepotesse ripresentarsi alleelezioni,quanti lorivoterebbero? «Purtroppomolta gente, io penso. Ci sono tanti fujimoristi anche fra le classi medio-alte...Andava molto be- ne, perché ha fatto le strade, faceva regali a tutti,magliette con il suo no- me, aveva ristabilito l’ordine... Era un grande populista!». Anche nella selva le donne... Tu hai raccontato delle tue espe- rienze tra gli indigeni.Che ci dici della condizione delle donne indi- gene, oggi? «Che anche nelle comunità indi- gene le donne sono quelle che lavo- rano più di tutti e che anche gli uo- mini della selva sono dei macisti . Gli abbandoni della famiglia da parte dell’uomo sono frequenti e la donna è quella che paga e lavora.Poi la vita vuole che arrivi un altro uomo, lei si illude che possa andare diversamen- te e nascono altri figli.Poi anche questo se ne va e lei continua a mandare avanti da sola la famiglia... Mia figlia ha lavorato qui nella sa- lute pubblica, come ostetrica e nei programmi infantili.Quando torna- va a casa, raccontava delle cose paz- zesche. Mi raccontò ad esempio di un uo- mo, compagno di una donna che a- veva una figlia 14enne,di cui lui abu- sava. La bambina rimase in stato in- teressante. Ma il brutto della storia è che la mamma non buttò fuori casa l’uomo,ma la figlia. Quando tornava dal lavoro,mia fi- glia aveva una rabbia... In particolare verso gli uomini...». «Valiamo per quello che facciamo» Maria, per concludere, sono 30 anni che ti sei stabilita in Perú. Emolti di essi li hai trascorsi a sostenere le i- stanze indigene.Cosa vorresti dire per chiudere questa lunga intervi- sta? «Che credo nella popolazione in- digena, nei suoi diritti. Credo nell’i- dea dell’interculturalità della quale tutti parlano ma nessuno sa cosa vuol dire. Nell’idea che tutti valia- mo uguali, valiamo per quello che facciamo, non per il colore della no- stra pelle. Che se una persona ha una cultura differente dobbiamo cercare di ca- pirla e non pensarnemale perché è diversa dallamia.Questo è un errore fondamentale che la gente fa.Ci so- no tanti preconcetti, tanto razzi- smo...». Grazie ,Maria. ■ N OTE (1) Dal greco ethnos , popolo, l’etnologia è la disciplina che si occupa di studiare e confrontare le popolazioni. (*) F OTO Tutte le foto in bianco e nero sono state concesse dal «C ENTRO DE INFORMACIÓN PARA LA MEMORIA COLECTIVA Y LOS DERECHOS HUMA - NOS » di Lima. Le altre foto della serie sono state pub- blicate su MC nell’aprile del 2006: Paolo Moiola, Contro i terroristi, contro l’ingiustizia. Incontro con Gastón Garatea . Sopra: esumazioni di cadaveri a Socos, Ayacucho (foto Vera Lentz). A lato: veglia funebre a Vilcashuamán, Ayacucho 1986 (foto Jorge Ochoa).
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=