Missioni Consolata - Settembre 2008

MISSIONI CONSOLATA tare il tasso d’umidità e stimolare le precipitazioni. La situazione di que- sto fiume, già resa precaria dal clima, che ne ha ridotto la portata, per ef- fetto della riduzione del 7% all’anno dei ghiacciai, che lo alimentano, è resa ancora più difficile dalla pre- senza di 20 grandi dighe, che ne frammentano il percorso ed aggra- vano il problema della siccità. Nel frattempo, il riscaldamento globale... Come sappiamo il problema della siccità è una delle conseguenze del progressivo rialzo termico ( vedi il ri- quadro di pagina 54 ), che sta interes- sando il nostro pianeta, grazie all’ef- fetto serra causato dall’immissione nell’atmosfera di gas quali l’anidride carbonica, il metano, l’ossido di azoto ed i clorofluorocarburi, dispersi in mi- liardi di tonnellate annue sin dagli inizi della rivoluzione industriale. In particolare, l’ anidride carbonica (CO 2 ), da sola, è responsabile del 50% dell’aumento della temperatura. Fonti primarie di questo gas sono i combustibili fossili (petrolio, benzina, carbone) e la deforestazione, soprat- tutto l’abbattimento delle foreste pluviali. Il metano (CH 4 ), che è re- sponsabile per il 18% del rialzo ter- mico, è in aumento ed è rilasciato da batteri presenti in zone acquitrinose, come paludi, torbiere e risaie,ma è anche presente nell’apparato dige- rente dei ruminanti, come i bovini; la sua molecola ha un’incidenza sul ri- scaldamento terrestre 20 volte supe- riore a quella dell’anidride carbonica. L’ ossido di azoto (N 2 O) aumenta nel- l’atmosfera dello 0,8% all’anno e con ogni probabilità è rilasciato dai ferti- lizzanti agricoli; la sua molecola, ai fini dell’effetto serra, ha una potenza 200 volte superiore a quella dell’ani- dride carbonica. I clorofluorocarburi (CFC), oltre a distruggere la fascia dell’ozono at- mosferico, hanno un notevole ruolo per l’effetto serra, poiché contribui- scono tra il 17% ed il 24%,ma soprat- tutto la loro molecola ha un effetto 20.000 volte maggiore di quello del- l’anidride carbonica. I CFC sono usati negli impianti di condizionamento e nei refrigeratori, nonché nelle mate- rie plastiche espanse, negli aerosol e nei solventi. Se l’emissione di questi gas conti- nuerà con il ritmo attuale (teniamo presente che le automobili sono tra le principali responsabili di queste emissioni), si calcola che la tempera- tura media della superficie terrestre aumenterà di un grado entro il 2030 e di tre gradi, entro la fine del secolo e questa sarà la prima volta che la terra si troverà ad affrontare un si- mile rialzo termico in così pochi anni, considerando che dall’ultima era gla- ciale la temperatura media è salita di 4-5 gradi in 10.000 anni . Peraltro il progressivo inaridimento, che già colpisce parecchie regioni della Terra, non sarà ubiquitario, dal mo- mento che l’innalzamento della tem- peratura porterà ad un aumento del- l’evaporazione acquea degli oceani, accelerando il ciclo dell’acqua . Sono piuttosto prevedibili situazioni sem- pre più estreme, con territori mag- giormente colpiti da siccità ed altri da alluvioni, per l’estensione delle precipitazioni, conseguente all’au- mento dell’umidità media in certe zone. Le temperature più alte porte- ranno ad una più rapida evapora- zione acquea dalla terraferma e quindi il suolo si seccherà più veloce- mente. Già ora molti fiumi, come ap- punto il fiume Giallo, presentano una consistente riduzione della loro por- tata. Questa situazione sta già inte- ressando anche l’Italia. L’Italia s’inaridisce Secondo i dati della Protezione ci- vile l’Italia sta diventando in parte arida. Il problema viene inoltre ag- gravato dalle captazioni d’acqua a fini produttivi e ad uso civile. In parti- colare per l’agricoltura vengono cap- tati 20 miliardi di metri cubi d’acqua all’anno, cioè il 49% di tutta l’acqua disponibile (nel resto d’Europa, il consumo per uso agricolo rappre- senta il 30%),mentre l’industria ne consuma il 21% e per gli usi civili se ne capta il 19%. L’enorme quantitativo d’acqua usato in agricoltura è strettamente correlato alla necessità di foraggio per gli allevamenti intensivi di bovini e di suini, oltre naturalmente alle col- ture per uso alimentare umano. Un ulteriore problema, che sicura- mente in Italia non incentiva al ri- sparmio dell’acqua in agricoltura e nell’industria è il suo costo, che è in media di 52 centesimi di euro al me- tro cubo per uso civile,mentre per uso agricolo o industriale costa cento volte di meno. Inoltre, in certi casi i reali consumi per uso agricolo non sono nemmeno fatturati, op- pure viene fatto un forfait. È chiaro che finché non ci sarà corrispon- denza tra il costo ed il consumo reale dell’acqua, saranno pochi gli agricol- tori che limiteranno le irrigazioni. Ci sono poi le aziende imbottiglia- trici di acque minerali ( cfr. il Dossier di MC del giugno 2006 ) , che, pagando l’acqua ad una cifra irrisoria (meno di un centesimo di euro al metro cubo), realizzano guadagni esponenziali (al supermercato un metro cubo d’acqua minerale vale mediamente 516 euro). Infine, lo spreco d’acqua dovuto ai singoli individui,ma anche alle perdite nelle condotte, che si la- sciano dietro il 42% dell’acqua cap- tata, che non giungerà a destina- zione (con la punta massima del 70% a Cosenza). ( Fine prima puntata - continua ) MC SETTEMBRE 2008 57 F OTOGRAFIE Le foto sono tratte da: il Trentino , mensile della Provincia Autonoma di Trento, ago- sto 2007 (pag.52,53,55); Atlanti della Terra, Ambiente, il check-up del pianeta , Istituto geografico De Agostini 2002 (pag.56); Sos Clima, i quaderni rossi di Airone ,maggio 2003 (pag.57).

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