Missioni Consolata - Settembre 2008

56 MC SETTEMBRE 2008 della carta determina un consumo d’acqua tra i 270.000 e gli 855.000 li- tri per tonnellata di carta. La sbianca- tura del cotone consuma dai 216.000 ai 324.000 litri d’acqua per tonnellata di cotone prodotto. Anche la mo- derna industria informatica contri- buisce in modo pesante all’inquina- mento dell’acqua. Basta pensare al fatto che un singolo wafer di silicio da 6 pollici (cioè la piastra, su cui sono stampati i circuiti integrati e da cui si ottengono i chip che rappre- sentano, ad esempio, la memoria del computer, che stiamo usando, o quella di un telefono cellulare) ri- chiede per la sua fabbricazione circa 10.237 litri d’acqua deionizzata, oltre a 90 metri cubi di gas generici, a 0,6 metri cubi di gas tossici, a 900 grammi di prodotti chimici ed a 285 kilowattore di energia elettrica. Se poi pensiamo al fatto che lo stabili- mento Intel di Rio Rancho nel New Messico, di wafer di silicio ne pro- duce 5.000 alla settimana... Cina: un disastro dietro l’altro Dall’altra parte del mondo, in Cina, dove è in corso una rivoluzione indu- striale senza precedenti, la situazione dei grandi fiumi, che bagnano il paese e dei loro affluenti, nonché dei laghi è, a dir poco, agghiacciante. Si calcola che siano inquinati il 90% dei fiumi e dei laghi cinesi, specialmente al nord, con oltre il 70% delle acque dei fiumi Giallo o Huang He (il più lungo dei fiumi cinesi, che va dall’al- topiano del Tibet al golfo di Bo Hai, nel Mare Cinese orientale, dopo 5.460 Km), dello Huai e del Hai, non- ché dei loro affluenti e che le loro ac- que siano troppo inquinate per l’uso umano. I dati ufficiali dicono che oltre 320 milioni di contadini cinesi non hanno accesso all’acqua potabile e che circa 190 milioni bevono acqua sicuramente inquinata. Inoltre l’acqua inquinata dei fiumi viene usata per irrigare i campi, i cui pro- dotti vengono poi commercializzati ed esportati (ad esempio le mele Fuji, che troviamo nei nostri super- mercati). Anche molti prodotti ittici provengono da zone altamente in- quinate. Tutto questo si sta traducendo in una strage silenziosa tra gli abitanti di molti villaggi, situati lungo le coste dei fiumi cinesi. Emblematico è il caso di un villaggio, Xiaojiadian, che si trova lungo le rive di un affluente del fiume Giallo, a 250 Km dal delta. Si tratta di un villaggio di circa 1.300 persone, dove negli ultimi cinque anni sono morte 70 persone, per cancro allo stomaco od all’esofago. Nei villaggi vicini, nello stesso pe- riodo, sono morte altre 1.000 per- sone, per cause analoghe. A monte di questi villaggi, negli ultimi 20 anni sono sorte numerose concerie, car- tiere ed industrie. In questa zona, l’incidenza del cancro all’esofago su- pera di 25 volte la media nazionale, al punto che il distretto di Dongping viene considerato la capitale mon- diale del cancro, dagli oncologi che studiano questi casi. Peraltro, un rap- porto del 2007 del ministero della Salute cinese imputava all’inquina- mento atmosferico e delle acque un allarmante incremento dell’inci- denza di tumori in tutta la Cina, in particolare del 19% nelle aree ur- bane e del 23% nelle aree rurali. I problemi legati all’inquinamento vanno ad aggiungersi ad altri altret- tanto gravi, che interessano questi fiumi ed in particolare il fiume Giallo, le cui acque vengono captate in enorme quantità: il 65% per l’agricol- tura ed il resto dall’industria e dalle città in rapido sviluppo. Il risultato è che il fiume, già sottoposto a lunghi periodi di siccità, che sempre più ca- ratterizzano la Cina, soprattutto nella sua parte settentrionale, pur essendo stato in passato responsabile di inon- dazioni catastrofiche, attualmente stenta a raggiungere il suo delta, es- sendo la sua portata ridotta ad un decimo di quella originale, ed in ef- fetti, negli anni Novanta, per qualche tempo, non lo ha raggiunto affatto. Ciò comporta una concentrazione di sostanze tossiche, riversate nelle sue acque ed una grave ripercussione sia per quanto riguarda l’approvvigiona- mento idrico di moltissime città, sia per la produzione di cereali, la cui di- minuzione inciderà pesantemente sul mercato cerealicolo mondiale. La crisi idrica cinese è sicuramente co- minciata con l’instaurarsi di un clima più secco e caldo, che sta interes- sando l’intera regione, con un au- mento del processo di desertifica- zione (basti pensare che sono già scomparsi 3.000 su 4.077 laghi nella provincia del Quinghai). Nei mesi estivi, le piogge sono così scarse, che il governo cinese ha attuato un pro- gramma di «inseminazione» delle nubi, consistente nel bombardare queste ultime, nell’area sovrastante la sorgente del fiume Giallo, con cri- stalli di ioduro d’argento, per aumen- NOSTRA MADRE TERRA Il disegno spiega il global warming , il riscaldamento globale del pianeta. Nella pagina accanto: i principali gas serra.

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