Missioni Consolata - Settembre 2008

DOSSIER 42 MC SETTEMBRE 2008 con l’aria di chi la sa lunga, pigia sull’acceleratore e incassa due ruo te della nostra jeep in un fosso profondo. Scendiamo, colmiamo il fosso con rami tagliati al momen to. Tutti più o meno collaboriamo sotto la pioggia (è una pioggia cal da, che non ci invoglia nemmeno a prendere l’ombrello) e padre Alex riesce a tirar fuori la jeep . Proseguiamo a piedi e nel giro di mezz’ora arriviamo al villaggio masai. Intorno a uno spazio circo lare sono costruite con rami e fan go cinque o sei capanne, alcune per le persone, altre per le galline e le capre. Bagnato dalla pioggia, scorre ovunque il letame e si aggi rano le mosche. Al villaggio ci sono solo le donne e le bambine. Gli uomini sono al pa scolo con le mucche. Le donne so no estroverse e socievoli; una gio vane è particolarmente loquace ed espansiva. Sono alte e slanciate; cantano e danzano per noi una ne nia e ci chiedono soldi per costrui re una tenda. Una anziana non vuo le essere fotografata. Le bimbe so no coperte dal telo viola, uno solo, perché non sono sposate. Appesi sotto la pioggia ci sono altri teli. Le donne sposate sono addobbate con collane e bracciali. Nel lobo del le orecchie hanno un grande foro. S otto la pioggia, guidati da Obi, un bellissimo masai di 24 an ni, slanciato e alto circa un metro e novanta, che studia al se minario, ritorniamo alle jeep . Camminiamo nell’erba fradicia, al ta; mi sembra di non arrivare mai. Al seminario parliamo con Obi e scopriamo che studia filosofia e che desidera specializzarsi in psi cologia. Non avremmo mai pensa to che un masai in Tanzania, oggi, potesse interessarsi alla filosofia e alla psicologia. È una piacevole scoperta, di scorriamo a lungo. Il prof. Sergio, di Torino, lo saluta come primo fi losofo masai e lo esorta a valoriz zare la cultura della sua gente. D a Morogoro, dopo un inter minabile viaggio, arriviamo a Dar Es Salaam e al traffico da incubo; siamo contenti di rag giungere il Tec, le nostre stanze decorose, la nostra mensa pulita. Alla sera le ragazze (e qualche ragazzo) hanno ancora l’energia per sfoggiare i loro vestiti tanza niani. Festeggeranno, sorvegliati da padre Alex e da qualche inse gnante di buona volontà, mentre gli altri docenti si ritirano, sfiniti, nelle proprie stanze. ● O re 6.30: abbiamo preso un altro pullmino; abbiamo ca ricato le valigie; siamo in partenza. Salutiamo padre Dutto, il docente di microbiologia mole colare, che ci ha ospitati con gran de disponibilità e attenzione e ci ha offerto interessanti riflessioni sulla Tanzania. È già chiaro; nonostante la stan chezza e il sonno siamo presi dal la bellezza dell’altipiano, dalle col tivazioni, dalle persone che vanno e camminano, e camminano di ce il preside Vitale, di Brindisi. Ri saliamo il passo, ripercorriamo la valle dei baobab e il parco Mikumi: ci fermiamo perché una famiglia di elefanti ci attraversa la strada. V erso mezzogiorno siamo a Morogoro; finito il sole di Iringa, siamo di nuovo in mezzo alla grande pioggia. Con quattro jeep , messe a disposizio ne dal seminario, cerchiamo di rag giungere il villaggio masai; la ster rata che porta al villaggio si è tra sformata nel letto di un fiume, scavato da profondi solchi, lunghi alcuni metri, che percorrono la strada e la rendono impraticabile. Conmille precauzioni cerchiamo un passaggio; un autista locale, In alto, ragazze di un villaggiomasai. A sinistra, Africa addio! Morogoro 11.4.08 venerdì SULLA VIA DEL RITORNO

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