Missioni Consolata - Settembre 2008
DOSSIER 36 MC SETTEMBRE 2008 O ggi in Tanzania è festa na zionale: « Karume day ». Pa dre Angelo Dutto, che ci ospita al Ruaha University College , ci spiega che il paese celebra l’in dipendenza dal sultanato di Oman. Karume è colui che ha conquistato l’indipendenza a Zanzibar. In cerca dell’Allamano Centre di Iringa, facciamo una lunga pas seggiata su una strada sterrata fra grandi eucalipti, campi coltivati a mais e girasole, casette piacevoli. C’è il sole, si sta bene; siamo lon tani dal traffico e dall’affollamen to di Dar Es Salaam. Parliamo fra di noi, si discute di modelli di svilup po, di capitalismo e di socialismo... All’Allamano Centre ci accolgo no suor Michela, missionaria della Consolata in Tanzania da 32 anni, e Nicola, il medico che lavora al Centro. Suor Michela ci racconta che il Centro è sorto nel 2001. Da un vec chio garage abbandonato i mis sionari hanno ricavato il primo nu cleo dell’attuale edificio, sorto per fronteggiare l’emergenza Aids. È stato necessario in questi anni «in ventarsi» tutto, poiché ci si è tro vati impreparati di fronte all’avan zare del male; inadeguati o inesi stenti gli interventi governativi, le organizzazioni di volontariato ed i missionari hanno dovuto costruire a partire da zero. Si è capito subito che era neces sario dare una risposta al singolo malato, ma anche alla sua famiglia. La risposta alla malattia non pote va che consistere in una serie con catenata di azioni di sensibilizza zione, prevenzione, sostegno al malato e alla sua famiglia. Con mezzi scarsi all’inizio, si è comin ciata un’opera di assistenza socia le, che prevedeva la cura a domici lio ai malati terminali, l’informa zione sulla trasmissione della malattia, il sostegno economico, perché il malato e la famiglia aves sero di che nutrirsi, la rimotivazio ne del malato nei confronti della possibilità di una vita buona anche in presenza dell’Hiv. Con il tempo l’intervento è di ventato via via più mirato, con un’assistenza di tipo medico e in fermieristico, che attualmente per mette la diagnosi (nel Centro vi è un buon laboratorio e personale preparato), la terapia e la ricostru zione delle difese immunitarie. I farmaci che qui vengono distri buiti sono offerti da case farma ceutiche americane. Accanto al l’intervento di tipo medico conti nua l’intervento sociale sul malato e sulla sua famiglia. Vediamo al lavoro Paola, una economista nipote di suor Michela che distribuisce alle persone sac chi di alimenti e tiene i contatti con gli organismi esterni che fornisco no aiuti. Visitiamo la sala per la terapia di gruppo, nella quale i malati si con frontato sulle loro paure e sulle lo ro speranze, tentando di darsi una mano per ricominciare a sperare. Parliamo dei modi in cui si con trae la malattia e si parla di pre venzione. Suor Michela ci spiega che il governo e l’Oms (Organiz zazione mondiale della sanità) conducono una azione capillare fi nalizzata al family planning (fin dalla scuola primaria) e all’uso dei sistemi anticoncezionali. Suor Michela ritiene che un’ope ra efficace possa aver luogo solo se si affronta il problema in modo non riduttivo e si educano le per sone a vivere la sessualità in modo responsabile. Se si riesce a inter venire positivamente, il malato ha una discreta speranza di vita e si reinserisce nel suo tessuto socia le. Si assiste a una graduale presa di coscienza della natura della ma lattia e si supera pian piano l’atteggiamento fatalista, che fa pensare che l’Aids sia conseguen za di malefici e sortilegi. Anche gli uomini, tradizional mente più restii, iniziano a farsi cu rare e seguire i programmi di recu pero. Molto utili risultano i gruppi di auto aiuto e la responsabilizza zione delle persone che comincia no a rendersi autonome e a colla borare alle attività del centro. Suor Michela, come gli altri missionari, ritiene che sia fondamentale sup portare e indirizzare l’autonomia e la responsabilità locale. Sono iscritte al centro 1.600 per sone, di cui sono in terapia 730, selezionate in base ai parametri per la definizione della malattia. Seguire tutti è impossibile... I bam bini seguiti dal Centro, supportati nelle famiglie, sono circa 3mila, fi gli di malati, di cui 450 sono sie ropositivi. Gli aiuti che arrivano dall’Unicef e da altri enti sono utili, ma non sempre le cose che vengono man Iringa 7.4.08 lunedì LOTTA ALLA PANDEMIA L’Allamano Centre, dove le missionarie della Consolata sono impegnate nel combattere l’Aids.
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