Missioni Consolata - Settembre 2008
DOSSIER 34 MC SETTEMBRE 2008 S iamo a Iringa, ospiti del Ruaha University College , l’ostello per studenti dell’uni versità cattolica voluta dalla Con ferenza episcopale del Tanzania. Alle sette siamo in chiesa per la messa. Chiesa grande e affollatis sima; come dappertutto non c’è un bianco, se non padre Alex, che concelebra, e noi. Il canto è molto gradevole, nel coro una donna si esibisce con uno strano verso che assomiglia al richiamo di un uccel lo. L’organista non ha nulla da in vidiare a quelli delle nostre chiese, anzi... Il coro si produce anche nel canto dell’ Alleluja dal Messia di Haendel. Alla fine della messa ve niamo chiamati sull’altare da pa dre Alex e presentati alla comu nità, che applaude e canta di nuo vo l’ Alleluja . Siamo imbarazzati, ma anche contenti. Prima di lasciare la chiesa ci sa lutano, tutti ci vogliono dare la ma no... come al presidente o al papa. Di nuovo imbarazzo, ma anche piacere. Ci raggiungono le donne nei loro sgargianti vestiti della fe sta, per tentare una conversazione con noi; una mamma vuole che tocchi il suo bambino...! Per la lunga strada centrale tor niamo al nostro ostello. La condi zione è decisamente migliore che a Dar Es Salaam; le case sono po vere, ma non fatiscenti, le botte ghe sono anguste, ma quasi di gnitose, il traffico non è esaspe rante. D opo la colazione ci dedi chiamo a uno dei nostri im portanti, anche se non fre quenti, momenti di riflessione. Sono molti i temi che affrontia mo, continuando le conversazioni dei giorni precedenti. Li accenno. La scuola: la nostra scuola, la lo ro scuola. La voglia di imparare, la motivazione. La selezione e il me rito. Scuola statale e scuola priva ta (censo e merito). Scuola di mas sa, formazione della classe diri gente. Il problema dell’autorità e la disciplina. I missionari: la gioia che viene dalla risurrezione e l’incontro con la gente. L’aiuto: perché l’aiuto non a tutti? La visione utopica di alcuni ra gazzi, la necessità di fare i conti con la realtà. Il nostro coinvolgimento: l’em patia e l’emozione, la necessità di riflettere e di capire una realtà complessa. P ausa libera. Una stanza delle ragazze è allagata, tutti al la voro a salvare le valigie e ad asciugare il pavimento. Dopo quasi un’ora siamo liberi di andare al mercato, dove trovia Amessa con la comunità locale. Mercatino di scarpe usate. Iringa 6.4.08 domenica MOMENTO DI RIFLESSIONE
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