Missioni Consolata - Settembre 2008

MISSIONI CONSOLATA A lle cinque del mattino siamo a Doha e verso le sette par tiamo per Dar Es Salaam. Sorvoliamo l’Arabia: attraverso le nuvole vediamo il deserto attra versato da solchi di corsi d’acqua completamente asciutti. Superato il Corno d’Africa, cer chiamo di intravvedere a ovest le cime del Kenya e del Kilimangiaro, che si perdono fra le nuvole. Quando atterriamo a Dar Es Sa laam vediamo per prima cosa una lunga fila di palme, una accanto al l’altra contro il cielo azzurro e ter so; l’aria è calda e secca: siamo in Africa. Sono le 14; siamo piuttosto pro vati dal viaggio. Ci siamo già co nosciuti e mi sembra che possia mo fare un bel gruppo. Poco dopo arriva ad accoglierci padre Alex Moreschi, il missionario che ci farà da guida. Prendiamo posto su un pullmino e una jeep tipo anni ‘70, con sedili di plastica rovinata e «strapuntini»; con fatica i due au tisti caricano i nostri infiniti baga gli sul tetto. Hakuna matata (non ci sono problemi). Aggiungiamo altri termini al no stro vocabolario: pole pole (piano piano) quando il nostro autista va troppo veloce; kwenda (vai) e si mama (fermati). A ttraversiamo la città. Mi col pisce l’estrema povertà: lun go le strade, addossati a muri sbrecciati o seduti su vecchi copertoni, nel caldo afoso del po meriggio, apparentemente senza aver nulla da fare, siedono uomini ed anche donne e bambini. Si susseguono le catapecchie, i casermoni fatiscenti. Qua e là la miseria è interrotta da situazioni di un lusso incredibile: l’Hotel Kili mangiaro, con le sue torri di vetro, le macchine nuove, l’affaccendarsi di gente... la residenza del presi dente, in un mega parco... E poi ancora miseria. Mi colpiscono i ragazzi che esco no dalle scuole, in divisa, figure de corose. Ci dirigiamo alla residenza del Tec ( Tanzanian Episcopal Confe rence ), che ci ospiterà nei giorni in cui stiamo a Dar Es Salaam. Chiusi da un cancello, alcuni edifici sobri ma decorosi si affacciano su un grande e rigoglioso cortile: ci sono l’ostello che ci ospita, la chiesa, la mensa, un piccolo bar con una pia cevole terrazza: tutto è semplice, ma pulito e piacevole. Rifletto sul fatto che la semplicità e il decoro di questi edifici si col locano fra il lusso sfrenato degli hotel occidentali e la povertà delle capanne. ● MC SETTEMBRE 2008 27 Imbarco sull’aereo della compagnia Qatar Airways. Arrivo a Dar Es Salaam. Hakunamatata: nessun problema. PRIME IMPRESSIONI Dar Es Salaam 1.4.08 martedì Il nuovo faro del porto di Dar Es Salaam.

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