Missioni Consolata - Settembre 2008
18 MC SETTEMBRE 2008 RUSSIA un declino. In campo economico il primo mandato di Putin è giudicato inmo- do positivo: furono approvate la riforma fiscale, che semplifica e ridu- ce il sistema di tassazione, la riforma del bilancio, che introduce maggio- re chiarezza e realismo nelle spese dello stato, fu finalmente consentito il liberomercato della terra. Ametà del 2003,però, ci fu il primo segnale di un cambiamento nella politica economica del presidente: la compagnia petrolifera privataYukos fumessa sotto indagine dallamagi- stratura e qualchemese dopo fu ar- restato il suo proprietario,Mikhail Khodorkovskij. Il casoYukos ha dato il via a un’azione concordata di ma- gistratura, guardia di finanza e go- verno, volta a riportare inmani stata- li il comparto energetico, in buona parte privatizzato ai tempi di El’cyn. Il secondomandato di Putin ha vi- sto lo stato riprendersi un ruolo pri- mario nell’economia del paese.Non solo nel caso di gas e petrolio,ma anche in altri importanti settori eco- nomici lo stato è intervenuto inma- niera crescente, con acquisizioni che hanno ricondottomolte grandi im- prese sotto il suo controllo; imprese, al cui vertice Putin ha posto le stesse persone che aveva chiamato a svol- gere ruoli importanti nella propria amministrazione, o nel governo: ex compagni di università, ex colleghi di lavoro, collaboratori di vecchia da- ta, tra cui Dmitrij Medvedev, che, pri- ma di essere eletto presidente della Russia, era contemporaneamente vi- ce primoministro e direttore di Ga- sprom. In poco tempo il rapporto tra capi- tale dello stato e capitale privato nella borsa russa si è invertito: se qualche anno fa il primo ne detene- va il 24% e il secondo il 50%, adesso le percentuali sono, rispettivamente, del 40% e del 33%. È ovvio che un si- mile capovolgimento non è stato in alcunmodo volontario e non è po- tuto avvenire senza gravi violazioni del diritto di proprietà. Inoltre, ha a- vuto come conseguenza una dimi- nuzione di efficienza del sistema e- conomico. Vari analisti fanno pre- sente che l’attuale crescita economica in Russia è inferiore alle potenzialità del paese.Altre repub- bliche ex sovietiche stanno crescen- do altrettanto, se non di più, senza a- vere le risorse di cui dispone la Rus- sia. L’Ucraina è una di queste. Sono anni che, nelle nostre con- versazioni, Andrej, unmio cono- scente di Mosca indica nell’abbon- danza di gas e petrolio il guaio della Russia; non vede l’ora che siano so- stituiti da altre fonti di energia e pro- fetizza che ciò avverrà molto prima di quanto si creda. Sulle prime, simi- le posizione potrebbe suonare anti- patriottica, ma non lo è. Per capirlo, basterebbe il suo racconto, di ritor- no da un viaggio a Kiev: «La città in questi anni ha cambiato faccia, non meno di Mosca. Eppure gli ucraini non hanno una goccia di petrolio. La prosperità se la guadagnano col la- voro e non vendendo idrocarburi». Il fatto di non avere a disposizione una ricchezza già pronta, lematerie prime, costringe un popolo a mette- re in campo iniziativa e ingegno per costruire il proprio benessere.Dal- l’altra parte, un governo che non possa far conto sui facili proventi ri- cavati dalla loro vendita è costretto a cercare l’attiva collaborazione dei cittadini.Questi due fattori combina- ti insieme favoriscono l’instaurarsi di un regime di libertà. «Quando sono uscito dalla stazione di Kiev, la prima cosa che ho visto è la parola“Libertà”, scritta in caratteri cubitali su un car- tellone» ricordava Andrej, senza na- scondere la sua ammirazione. I MEDIA SOTTOCONTROLLO «Libertà» non è una parola di mo- da in Russia: non la usano i gover- nanti, non aleggia nelle aule del par- lamento e, ciò che più conta, non è neppure sulla bocca dei comuni cit- tadini; altrimenti negli ultimi otto anni tante cose non sarebbero po- tute avvenire.Com’è successo con quello economico, questi otto anni hanno visto il progressivo accentra- mento del potere politico nelle ma- ni del presidente e di un’ élite a lui personalmente legata. Si è comin- ciato col ridurre l’autonomia delle regioni, sia istituendo ispettori presi- denziali, col compito di controllare l’operato delle amministrazioni lo- cali, sia tagliando loro le risorse eco- nomiche. Si è, poi, passati a modifi- care i criteri di scelta dei governatori regionali, non più eletti dai cittadini, ma nominati dal presidente. In tal modo Putin si è, di fatto, assicurato il controllo del Consiglio federale, la camera alta del parlamento, dove siedono i rappresentanti regionali, designati dai governatori. L’altra camera, la Duma, è stata progressivamente occupata da de- putati di partiti, apparentemente di- versi e in competizione,ma, di fatto, tutti governativi e tutti creati dal Cremlino per attirare diverse tipolo- gie di elettori. La vera opposizione è stata emarginata per mezzo di osta- coli burocratici, cavilli legali, campa- gne di diffamazione, una magistra- Alcuni genitori portano fiori nella scuola di Belsan: una tragedia costata oltre 300 vittime.
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