Missioni Consolata - Settembre 2008
14 MC SETTEMBRE 2008 MONTI SACRI governare le isole giapponesi. Egli sposò la figlia del Monte Fuji e un ni- pote divenne il primo imperatore del Giappone.Una delle principali correnti religiose scintoiste, la Jikko, rivolgendosi al Monte Fuji, prega per il bene e la continuità della famiglia imperiale, l’esistenza della nazione e l’assistenza divina nell’adempimen- to del proprio dovere. Il culto delle montagne incorag- giò anche uno dei movimenti sin- cretistici più affascinanti della storia della religione, il movimento shu- gendo , che fuse insieme buddismo e shintoismo. Proveniente dalla Corea e dalla Ci- na, il buddismo in Giappone è data- to dall’inizio del VI secolo d.C. Nell’805 circa, sul Monte Hiei, vicino alla nuova capitale Kyoto, sorse uno dei più importanti insediamenti buddisti, che s’ispirava alla scuola ci- nese t’ien t’ai. Quasi subito dopo sul Monte Koya, a sud di Kyoto, fu fon- dato un altro insediamento che si i- spirava al buddismo shingon , la scuola istituita dal monaco Kukai (744-835), venerato come un santo. G li esempi segnalati non e- sauriscono il tema della montagna come abitazione della divinità. Sono comunque suf- ficienti per dimostrare una certa o- mogeneità d’ispirazione religiosa, un comune linguaggio sacrale, por- tatore di una comune nozione cir- colante fra i popoli del vicino O- riente nel II-I millennio prima di Cri- sto e diffusa in molte altre civiltà, anche se formulata in modo diver- so a seconda delle tradizioni reli- giose. Questo fatto ci introduce in una comparazione storico-cultura- le e apre una prospettiva larghissi- ma su orizzonti di gran lunga più vasti di quello del mondo ebraico, sui quali ci siamo soffermati breve- mente. Ci si potrebbe per esempio chie- dere se il Dio che abita le alture sot- tintenda il classico «monoteismo bi- blico» o semplicemente la nozione di un «essere supremo», quale si ri- scontra sulla maggior parte delle re- ligioni tradizionali. La pura e sempli- ce affermazione dell’esistenza di un rigidomonoteismo del Dio delle al- ture va certo almeno in parte ridi- mensionata, sia perché non vanno dimenticate le influenze della civiltà egizia,mesopotamica e specialmen- te cananea sulla religione ebraica, sia perché non si possono trasferire in blocco nell’idea di Dio propria della nostra civiltà occidentale, ela- borata nell’AnticoTestamento, pas- sata nel Nuovo e poi definita chiara- mente in seno al cristianesimo. Così pure ci si potrebbe interroga- re sugli attributi del Dio delle «altu- re», come l’onniscenza nella sua for- ma divina omagica. Le due forme sembrano talvolta coesistere nella stessa figura del Dio delle alture, al- l’interno di concezioni diverse a se- conda dei gradi di civiltà dei popoli della terra: nomadi, pastori, cacciato- ri, agricoltori. ■ La cima sempre innevata del Fuji, la montagna sacra dello scintoismo, in Giappone.
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