Missioni Consolata - Settembre 2008
che gli Anki portano il nome della montagna o collina su cui vivono. Essi sono gli dei principali della po- polazione delle Ande. Gli aztechi del Messico venerava- no la grande montagna Iztacihmath (donna bianca) e il suo compagno Popocatepetl (montagna fumante); i tlascaltechi la montagna Matlal- cueye (veste azzurra), ora chiamata Malinche. Nel mese decimoterzo del loro ca- lendario celebravano la festa dei nu- mi delle montagne, rappresentati da quattro donne e un uomo; ognuno di essi, durante la festa e prima di es- sere sacrificato, portava il nome del- la sua divinità, ossia Tepechoch,Ma- tlalquac, Xuchitecatl,Mayahuel e Mi- nohuatl. INASIA CENTRO-ORIENTALE I monti più sacri sono, a seconda della tradizione religiosa del luogo, l’Olimpo in Grecia, il Fuji in Giappo- ne, il Kail ā š in India, i Monti Altai (mongolico:Ultain Ula,montagna d’oro) e i Monti celesti (Tängri Dag Tien Cian) nell’Asia centrale. ATängri,un nome che indicava sia il dio dei mongoli sia il cielo azzurro, venivano indirizzate preghiere di o- ranti solitari che s’inchinavano al suo cospetto sulle cime dellemontagne, mentre in suo onore si bruciava in- censo di ginepro. L’antica religione del Tibet si chiama bön .A somiglian- za di molte religioni ritiene che le montagne, come il Kangchenjunga, siano la dimora degli dei. Anche in Giappone lo shintoismo ha considerato oggetto privilegiato di venerazione le montagne, ritenu- te abitazione delle divinità o kami . Dallo shintoismo deriva l’amore che i giapponesi hanno per la natura, per la bellezza del paesaggio e la maestosità delle montagne, fonte di riconoscenza verso i kami e di godi- mento estetico. Molte sono le montagne che ospi- tano santuari sulla loro cima. Famo- sissimo è il monte Fuji, una sorta di simbolo religioso della nazione. Se- condo un’antica tradizione,Amate- rasu, la dea solare, l’augusta dea che illumina il cielo,mandò suo figlio a MISSIONI CONSOLATA senza di Dio, è tipico soprattutto dei popoli pastori, per esempio i masai , ma anche degli agricoltori, come i kikuyu del Kenya e gli yoruba della Nigeria. La montagna domina infatti il paesaggio.Da qualsiasi punto del- la pianura, della steppa o della sava- na, si vede la sua sommità. Essa e- merge nella luce quando la terra è nell’ombra ed evoca l’elevazione dell’anima a Dio. Il culto a Dio può svolgersi sulla montagna oppure ri- volto a essa. Su di essa si formano i temporali: il tuono che è voce del cielo e le piogge che distruggono o vivificano. Si deve però sottolineare che la montagna di per sé non raffi- gura Dio; essa non fa che evocare l’esperienza di una presenza tra- scendente il mondo e l’uomo. Nell’Africa del sud alcune colline sono note come luoghi dove vive la divinità. Su di esse non pascola il bestiame e la gente raramente vi sale. «Solo quando imploriamo la pioggia saliamo su questa altura. Saliamo in silenzio, pieni di timore, tenendo gli occhi abbassati e cam- minando con umiltà. Non parliamo, perché colui alla cui presenza ci tro- viamo è terribile». INAMERICA LATINA Le popolazioni montane delle An- de vedono in Pachamama, la Terra Madre, la fonte e la protettrice della vita. Sulle cime alte innevate vivono gli spiriti Apu, «signori», che control- lano ogni cosa.Gli spiriti delle cime più basse sono detti Anki e non so- no potenti come gli Apu. Sia gli Apu MC SETTEMBRE 2008 13 Una cima delle montagne Altai (Mongolia) uno dei monti sacri dell’Asia.
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