Missioni Consolata - Settembre 2008
gradoni che s’innalzavano verso il cielo, come la torre di Babele (Gen 11,1-9). Si credeva infatti che la ziq- qurat poggiasse la sua base sull’om- belico della terra e toccasse il cielo con la sommità e che come tale fos- se unmonte cosmico, un’immagine simbolica e viva del cosmo. TRA I POPOLI AFRICANI Abitate dagli dei o venerate come divinità sono soprattutto le monta- gne vulcaniche e quelle coperte di nevi perenni, come il monte Kenya e il Kilimangiaro in Africa o l’Aconca- gua e i picchi più elevati della Cordi- gliera delle Ande nell’America meri- dionale. «Gli uomini abitano nella valle, sui monti dimorano gli dei», di- cono le popolazioni che vi abitano. Presso i popoli antichi esisteva la credenza che la terra vivesse là dove si sollevava. La montagna, associata alla divi- nità e al simbolismo ascensionale celeste come evocazione della pre- 12 MC SETTEMBRE 2008 MONTI SACRI vuto principio la creazione. L’altura primordiale talvolta diveniva la Mon- tagna Cosmica, sulla quale il faraone saliva per incontrare il dio sole. Per i cananei gli oggetti più comu- ni che rappresentavano simbolica- mente la divinità erano le massebe ( massebôth ) e le ascere ( asherim ). Le massebe erano stele o cippi o pila- stri, ritti, alti, stretti, rozzamente levi- gati, spesso con qualche emblema raffigurante la mascolinità, quando si trattava di pietre dedicate a un dio, o la femminilità, quando il cippo doveva raffigurare una dea.Non vi era, si può dire, «altura» ( b ā môth ) in terra di Canaan senza una o più massebe. NELL’AREA INDOIRANICA Il tema della montagna come luo- go abitato dalla divinità è evocato anche nella religione dell’antico I- ran. I persiani usavano salire sulle più alte vette dei monti per offrire i sacrifici al loro dio.Questo fatto indi- ca come nell’ideologia religiosa ira- nica le montagne avessero un posto molto importante.Ai monti si eleva- vano lodi e nel calendario zoroa- striano il ventesimo giorno del mese era consacrato alla Terra, alle monta- gne e allo Khvarenah.Dietro questa concezione stava l’idea di una mon- tagna cosmica come AxisMundi , co- mune a tutta l’area indoiranica. Al centro del mondo gli iranici col- locavano il picco della grande cate- na montuosa dell’alta Har ā , così co- me gli indiani dell’India ponevano il monte Meru, la vetta più alta della catena Lok ā loka. La cima della Har ā e il monte Meru ( sameru nella co- smografia buddista) erano collocati «al centro di un continente o di una regione, Khavaniratha in Iran o Jamb ū dv ī pa in India, a sua volta cir- condato da altri sei continenti o re- gioni, come sei grandi porzioni cir- colari in cui si suddivideva la terra». In India la natura nel suo comples- so è concepita come vibrante di vita: alberi, rocce,montagne, acque e ca- scate sono centri di forza per il sacro, e diventano santuari dove i fedeli trovano e danno senso alla loro esi- stenza. Le montagne e le foreste parlano agli indiani delle potenze divine che contrastano gli sforzi u- mani, e richiamano così alla loro mente la lotta che si svolge tra il be- ne e il male, tra le potenze divine e quelle demoniache. Il mito di una montagna, di un al- bero, di una scala o di una corda, che collega la Terra al Cielo come Axis Mundi , lo si ritrova anche nelle reli- gioni dell’Asia centrale e settentrio- nale. Antichissima è l’idea che il monte meriti venerazione come centro di forza della terra e che la terra viva là dove si solleva. Il «monte del mondo» che emerse dalle acque del caos primordiale, e sulla cui som- mità troneggia En-lil, è il simbolo della terra per i babilonesi e ha la sua immagine nelle ziqqurat, torri a Il monte Kenya, uno dei monti sacri delle religioni tradizionali in Africa. L’Aconcagua, la cima più alta delle catene andine.
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