Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2008
La Chiesa nel mondo a cura di Sergio Frassetto POLONIA L’ANGELO DEL GHETTO I rena Sendler, nota come “l’angelo del Ghetto di Varsavia” per aver salvato dall’Olocausto 2.500 bam- bini ebrei, è morta lunedì 12 mag- gio a Varsavia all’età di 98 anni. Quando la Germania invase il Pae- se nel 1939, era infermiera presso il Dipartimento del Benessere Sociale di Varsavia, che gestiva le mense comunitarie della città. Lì lavorò in- stancabilmente per alleviare le soffe- renze di migliaia di persone, sia e- bree che cattoliche. Nel 1942 si unì al Consiglio per l’Aiuto degli Ebrei, organizzato dalla resistenza polac- ca. Riuscì a ottenere un lasciapassa- re per poter entrare legalmente nel ghetto di Varsavia e cominciò a per- suadere i genitori a separarsi dai lo- ro figli per salvarli da morte certa. I- niziò a portarli via in un’ambulanza come vittime del tifo; in seguito do- vette utilizzare cesti per la spazzatu- ra, casse di utensili, imballi per le merci, sacchi di patate... «Ho man- dato la maggior parte dei bambini in strutture religiose», ricordava. «Sapevo di poter contare sulle reli- giose». Il 20 ottobre 1943 venne ar- restata dalla Gestapo. Era l’unica a sapere i nomi e gli indirizzi delle fa- miglie che alloggiavano i bambini e- brei e sopportò la tortura per non tradirli. Le spezzarono i piedi e le gambe, ma nessuno riuscì a spezza- re la sua volontà. Trascorse tre mesi nella prigione di Pawiak, dove ven- ne condannata a morte. Mentre at- tendeva l’esecuzione, un soldato te- desco la portò via per un interroga- torio ulteriore. Uscendo, le gridò in polacco: «Corra!». Il giorno succes- sivo trovò il suo nome nella lista dei polacchi uccisi. Irena continuò a la- vorare sotto falsa identità. Al termine della guerra cercò i 2.500 bambini che aveva affidato ad altre famiglie. Li riunì ai loro parenti sparsi per tutta l’Europa, ma la maggior parte ave- va perso la famiglia nei campi di concentramento nazisti. I bambini la conoscevano solo con il nome di Jo- lanta, ma anni dopo, quando la sua foto uscì su un giornale, dopo che e- ra stata premiata per le sue azioni u- manitarie durante la guerra, venne riconosciuta da molte delle persone che aveva salvato. Dopo la guerra I- rena Sendler lavorò per il benessere sociale, aiutando a creare case per anziani, orfanotrofi e un servizio di emergenza per bambini. (Zenit) VATICANO-CINA PREGHIERA PER LA CINA I l 24 maggio, per la prima volta in I- talia, cinesi cattolici ufficiali e sot- terranei si sono radunati insieme in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina, voluta da Benedetto XVI nel giorno in cui i cinesi festeggiano Maria aiu- to dei cristiani, venerata nel santua- rio di Sheshan, vicino a Shanghai. Il card. Dias, prefetto della Congrega- zione per l’evangelizzazione dei po- poli ha presieduto la messa nella ba- silica di Santa Maria Maggiore, in- sieme a centinaia di sacerdoti cinesi - ufficiali e sotterranei - e di altre na- zionalità. Alla celebrazione erano presenti diverse comunità di cinesi e- migrati provenienti da Milano, Trevi- so, Prato, Firenze, Napoli. Nello stesso giorno 500 fedeli di Pechino hanno celebrato la Giornata mon- diale di preghiera per la loro patria con un pellegrinaggio al Santuario mariano di Hou Sang Yu. Anche i fe- deli cinesi delle zone terremotate si sono uniti a questa giornata. I fedeli del distretto di Bai Lu della città di Peng Zhou, la zona terremotata più colpita, hanno allestito una modesta cappella nella tenda, dove hanno recitato il Rosario davanti all’Imma- gine della Madonna e del Sacro Cuore di Gesù. Qui, le religiose del collegio di Bai Lu, dedicato all’An- nunciazione, andato completamente distrutto durante il terremoto, sono in prima linea per i soccorsi e vengono apprezzate da tutti. Alcune autorità locali hanno chiesto loro di intensifi- care il sostegno morale e psicologi- co ai terremotati perché «le suore sono più brave a fare questo» ed i terremotati ne hanno tanto bisogno in questo momento. (Fides) CAMBOGIA “SALVATA” DALLE ACQUE L’ 11 aprile, alcuni pescatori musul- mani, al lavoro nelle acque profonde e fangose del fiume Mekong, hanno trovato avviluppata nelle loro reti da pesca una statua della Madonna di Lourdes, di ghisa, pesante 160 chili ed alta un metro e mezzo, che si trovava nel fiume da almeno 33 anni, cioè dall’inizio del regime dei Khmer Rossi. Non sapen- do cosa farne, decisero di venderla per la somma di sette dollari ad al- cuni abitanti del luogo, pensando di poter riutilizzare la materia prima. Dei cristiani del villaggio, trovandosi a passare di là, hanno riconosciuto immediatamente che si trattava di u- na statua della Vergine Maria. Le trattative sono allora intercorse tra i nuovi proprietari di questa statua e la parrocchia di Areaksat, per una somma di 1.000 dollari, barattati in 8 MC LUGLIO-AGOSTO 2008 Irena Sendler.
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