Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2008
n i Cari missio @ r 6 MC LUGLIO-AGOSTO 2008 altri pesi sulle spalle. Don- na infelice, perché a volte è umiliata e violentata. Don- na che spera in un futuro migliore. Ragazze che stu- diano duramente per cam- biare il volto del loro paese. Donna di fede, che prega e bacia il pavimento della chiesa. Donne con in brac- cio i figli ammalati, che a- spettano per ore in silenzio il loro turno per essere visi- tati, curati o vaccinati pres- so la clinica dellamissione, gestita da due suore e in- fermiere polacche. Sono stato nella cittadel- la di Asella, a 2.600metri di altezza e 60mila abitanti, dove ho conosciuto padre Silvio Sordella, missionario instancabile e di fede in- crollabile. Ho visitato l’or- fanotrofio da lui fondato e diretto per tanti anni, con i vari laboratori: luogo di sal- vezza, speranza e di futuro per centinaia di bambini. Alcuni di essi mi hanno preso per mano e mi han- nomostrato le loro came- rette e vari locali. Erano fe- lici di stare conme (anche per le caramelle). Per il 2009 il mio sogno (o utopia?) è la costruzione di un ponte sul fiumeMin- ne (ponte della stella, della speranza, della vita?) del costo di 8mila euro circa. Durante la stagione delle piogge (la nostra estate) per le forti correnti né uo- mini, né animali, né mezzi di trasporto lo possono at- traversare. Un pensiero costante du- rante il mio viaggio è stato quello del mio cuginomis- sionario, padre Giovanni DeMarchi, vissuto e morto da santo, come lo ricorda- no tutti quelli che lo hanno conosciuto in vita in que- sto paese. Le suore della Consolata in Addis Abeba mi hanno raccontato qual- che piccolo aneddoto della sua vita, soprattutto han- no rievocato l’incontro, in quello stesso luogo una ventina di anni fa, di due fi- gure carismatiche e spiri- tuali, umane e cristiane: Madre Teresa di Calcutta e padre Giovanni d’Etiopia. Iddio e la Consolata pro- teggano e benedicano sempre tutti i missionari e le suore. Un grazie sincero per la loro ospitalità ai pa- dri Paolo aWaragu, Jorge Pratolongo aModjo e il su- periore AntonioVismara ad Addis Abeba che mi hanno permesso di vivere questa esperienza indi- menticabile. Auguri di ogni bene an- che a voi e complimenti per gli articoli pubblicati sulla rivista: fanno pensare e riflettere. Giovanni De Marchi Borgo Valsugana (TN) Lunga vita anche a lei, signor Giovanni, perché possa continuare a so- gnare e vivere con lo stesso entusiasmo del suo omonimo cugino, per il bene di quelle po- polazioni per le quali il grande missionario ha speso tutta la sua vita. Scherzi della memoria Spett. Redazione, in relazione allamia lettera Ricordi indimenticabili... Carissimo Direttore, sono tornato da poco dal mio secondo viaggio in E- tiopia. Sono carico di ricor- di indimenticabili, di volti espressivi che ho sempre davanti agli occhi e di sguardi limpidi che dicono tutto. Ho visto la nuova scuola di Daka Bora (pietre argillo- se) con i nuovi banchi e fra poco arriverà l’acqua in quella terra arida. Questi progetti sono stati pensati dai nonni «vigili» di Borgo Valsugana, di cui fa parte anche il sottoscritto, e so- no stati realizzati grazie ai contributi e al grande cuo- re di uomini, donne e asso- ciazioni varie di BorgoVal- sugana. Sono stato aWaragu e Minne, villaggi poverissi- mi, senza acqua, luce, mez- zi di trasporto. Ho trascor- so giorni indimenticabili e ho visto l’altra faccia del mondo. Sono stato uno di loro fra loro. Abitano in ca- panne poverissime, con 7- 10 bambini; vivono di pa- storizia e agricoltura. Han- no una grande dignità e non si lamentanomai. Tut- to viene trasportato a d’or- so d’asino o sulle spalle del- le donne, uomini e bambi- ni. Salutavo tutti ed ero contraccambiato. Sono sta- to ospite nelle loro capan- ne emi hanno offerto del pane e un bicchiere d’ac- qua in segno di amicizia. Erano felici quando ho donato un paio di pantalo- ni all’anziano, una sapo- netta allamaestra, un pul- lover al sacerdote locale e un paio di scarpe ad un ra- gazzo. Le donne mi hanno sorriso quando ho portato presso le loro capanne, le taniche d’acqua o la grossa fascina di legna al posto dei loro figli. Padre Paolo Angheben, uomo di Dio e luce per tutti gli indigeni, dirige in que- ste località due scuole ele- mentari, frequentate da 2.200 bambini e con 40 maestri che vengono sti- pendiati con gli aiuti che arrivano dall’Italia. Con 10 euro all’anno si può adot- tare un bambino a distan- za e aiutarlo a frequentare le scuole. Ho conosciuto la donna etiope, che soffre, piange, ride, consola, sopporta. Donna che ama e vuole es- sere amata. Donna umile, tenace, che cammina per ore portando i bambini o
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