Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2008
58 MC LUGLIO-AGOSTO 2008 ARGENTINA U N GIORNO DA « QUEMEROS » ( CON A LEJANDRO , E LIAS , I SAIAS , G RAZIELA ) Esperienza - Nella discarica del Ceamse A lejandro,Elias,Isaias,Grazielasonoragazzidell’8deMayo. Due di loro,neppure sedicenni, vanno regolarmente a la- vorare alla discarica, conosciuta come la quema.Oggi anche noi li seguiremo. I ragazzi ci fornisconodi qualche indumento logoroedi unsaccodi jutaper la raccolta.Dobbiamo sembra- re dei perfetti quemeros. Ci incamminiamo a piedi dalla casa di Lorena. La discarica del l’azienda pubblica Ceamse (1) sta oltre l’autostrada. Si cammina per una mezz’ora fino a raggiungere un grande prato, luogo di ritrovo e di partenza. Prima del ponte che fa da confine con l’areadel basurero,è schieratouncordonedi polizia. Ad attendere davanti ai poliziotti che precludono l’entrata, sono già in molti, tutti muniti di sacchi e conteni- tori, alcuni con carretti, in parecchi con le biciclette.Mentre attendono l’ora convenuta,molti giovani si preparanoaspi- rando colla (droga dei poveri) da buste di plastica o carta. Finalmente scocca l’ora: il cordone si apre e la gente in atte- sascatta.Lebiciclettesi lancianocomeper lapartenzadi una gara. A pensarci bene, è una gara: prima si arriva alla disca- rica, meglio ci si serve. Si cammina per un bel tratto, su una strada sterrata percor- sa da camion del Ceamse , in mezzo a campi incolti e colline artificiali. Ecco,un bivio: da una parte si va alla discarica do- ve ci sono soprattutto rifiuti alimentari, dall’altra dove i ri- fiuti sono indistinti.Noi scegliamo questa seconda destina- zione. Ecco la meta. Ecco la spazzatura. È una distesa impressio- nante sulla quale le persone si disperdono. Nuovi del me- stiere, seguiamo i nostri accompagnatori. Saliamo sui rifiu- ti. Si sprofonda un po’,ma per fortuna neppure troppo, per- ché i rifiuti più vecchi sono stati compressi. L’odore è forte, manonc’è tempoperpensareperchéoccorresfruttareogni minuto.Occhi esperti individuano laplastica,ilmetallo,l’og- getto o il cibo. Insomma, tutto quanto possa essere vendu- to, riutilizzato omangiato. La gente lavora in silenzio, sotto gli occhi della polizia che però si mantiene a relativa distan- za, vicino alle ruspe ferme dell’impresa. L’ora a disposizione dei quemeros è terminata. Bisogna an- darsene. Si fà il percorsoa ritroso. I quemeros esconocarichi del fruttodel loro lavoro.Pocooltre il pontechesegna il con- fine della discarica, c’è un casolare dove si può già vendere qualcosa.Ci sono lebilanceperpesare i prodotti.Alcuni han- no trovato di più. Altri di meno. Tutti torneranno domani, stessa ora, stesso luogo. Un’esperienza inusuale?Perduegiornalisti «occidentali» (2) forse,ma tanto normale da essere quotidiana per milioni di persone in giro per il mondo. Facile capire i pensieri che si affollano nella testa: da una parte, c’è unmondo che consu- ma (troppo) e getta via (di nuovo, troppo); dall’altra, c’è un mondo (maggioritario) che viveo sopravvivedegli scarti al- trui. P AOLO M OIOLA (1) Sul Ceamse - Coordinación EcológicaAreaMetropolitana Socie- dad del Estado - si veda: www.ceamse.org.gov.ar . (2) Il redattore e il fotografoDavide Casali. La partenza. Il ritorno.
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