Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2008

DOSSIER 42 MC LUGLIO-AGOSTO 2008 L o Monthang è una minuscola valle nepalese che si incunea per una sessantina di chilo- metri nell’altopiano tibetano. Co- me già successo per altre aree del loro impero coloniale, gli inglesi ne storpiarono la dizione in Mustang, nome con cui oggi viene comune- mente identificata la regione. Circondata da montagne alte più di 6 mila metri che ne garantivano la sicurezza, per almeno due de- cenni, tra la fine degli anni Cin- quanta e il 1974, la valle del Mu- stang è stata la base del Chusi Gangdruk , l’esercito dei guerri- glieri Khampa in lotta per mante- nere l’indipendenza del Tibet in- vaso dalla Cina. Una lotta impari, ma che venne sostenuta dalla Cia, la quale offrì addestramento e ar- mi alla guerriglia. Fu Gyalo Thondup, fratello del Dalai Lama, a organizzare il colle- gamento tra i leaders Khampa e la Cia, celandone l’esistenza allo stesso leader spirituale tibetano. E fu ancora Gyalo Thondup che, nel campo profughi di Kalimpong, scelse il primo gruppo di tibetani per essere addestrati. La prima missione fu organizzata nell’otto- bre 1957, quando Athar Norbu e Lhotse, vennero paracadutati a 100 km da Lhasa per incontrare il leader della resistenza Khampa, Gompo Tashi Andrugtsang. A Leadville, nel Colorado, fu an- che allestito un campo di adde- stramento attraverso il quale pas- sarono circa trecento tibetani. La grande differenza di ideali e di obiettivi che divideva il movimento tibetano dalla Cia è ben mostrata dalle parole di due protagonisti: l’ex guerrigliero Tenzin Tsultrim e l’ex agente Cia Sam Halpern. «Quando andammo in America nutrivamo grandi speranze - afferma Tenzin Tsultrim -. Pensavamo addirittura che gli americani ci avrebbero dato anche una bomba atomica». A queste speranze controbatte Sam Halpern: «Lo scopo di orga- nizzare un movimento di guerri- glia in Tibet era esclusivamente fatto per tenere occupate le trup- pe cinesi. Non c’era assolutamen- te l’idea di portare il Tibet all’indi- pendenza». I l primo gruppo di guerriglieri venne insediato nel Mustang nel 1960, sotto la guida di Baba Ye- she, un ex monaco buddista. L’anno dopo la Cia iniziò il riforni- mento di armi e munizioni. Nel pe- riodo di maggior fervore, il Chusi Gangdruk arrivò ad annoverare 2.100 uomini armati, accompa- gnati da altri 4 mila tra famigliari e rifugiati; un totale di 6 mila perso- ne che andarono a raddoppiare la popolazione di una valle che, già in condizioni normali, faticava a pro- durre cibo a sufficienza per tutti. Accolti con benevolenza e solida- rietà dagli abitanti di Lo Monthang, anch’essi di etnia tibetana, i Kham- pa punteggiarono la valle di cam- pi militari. A Samar sorgeva uno degli accampamenti più grandi del Chusi Gangdruk. Assieme a Pema, una donna il cui padre era stato assoldato a forza come portatore dai Khampa, salgo sino al luogo dove era stato alle- stito l’avamposto. «Da qui partiva il sentiero che conduceva in Tibet» dice indicandomi col dito un leg- gero solco tracciato tra il pietrisco. «E là - continua portandomi in una grotta - c’era il quartier generale della guerriglia. A volte vedevo an- che degli occidentali; seppi dopo che erano americani». Il Congresso Usa stanziò 500mi- la dollari all’anno per finanziare la rivolta, ricevendo in cambio docu- menti sottratti ai militari cinesi du- rante le incursioni. Fu grazie a uno di questi attacchi che la Casa Bian- ca ebbe la conferma dell’avvio del- la Rivoluzione culturale, del disa- stro causato dal «Grande balzo in avanti» e, cosa più importante, del- la crescente disaffezione di Mao verso Mosca. Quando poi, all’inizio degli anni Settanta, Pechino e Washington co- minciarono a riallacciare i rappor- Nel Mustang, sulle orme dei guerriglieri tibetani Nella valle del Mustang, incastonata tra vette himalayane, c è un Tibet etnico, risparmiato dall’occupazione cinese: indipendente o autonomo per secoli, nel 1950 il Nepal lo annesse al proprio regno, su richiesta dello stesso re del Mustang, prima che fosse l’Armata Rossa di Pechino a decretarne la morte. Per due decenni la valle fu la base dei guerriglieri Khampa che, sostenuti e poi abbandonati dagli Usa, lottarono per l’indipendenza del Tibet, provocando più danni alla causa tibetana che all’esercito cinese. SEDOTTI E ABBANDONATI GyaloThondup, fratello del Dalai Lama,organizzò il collegamento tra Cia e guerriglieri Khampa.

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