Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2008
MC LUGLIO-AGOSTO 2008 3 I l 28 giugno scorso, nella basilica di San Paolo fuori le mura, Benedetto XVI ha ufficialmente inau- gurato l’«AnnoPaolino», per commemorare il secondomillenniodellanascitadi sanPaolo. Lo«spe- ciale anno giubilare», che si chiuderà il 29 giugno del 2009, sarà caratterizzato da numerose ini- ziative pastorali, religiose e artistiche, con lo scopo di conoscere e far conoscere meglio la figura del più grande missionario di tutti i tempi e la ricchezza gigantesca del suo insegnamento. In secondo luogo, la celebrazione avrà una «dimensione ecumenica», secondo le parole stesse del papa: «L’apostolo delle genti particolarmente impegnato a portare la Buona Notizia a tutti i popoli, si è to- talmente prodigato per l’unità e la concordia di tutti i cristiani». L’annuncio di tale evento era già stato dato l’anno scorso, il 28 giugno 2007, nella stessa basilica paolina. Accogliendo con gioia tale annuncio, abbiamo voluto in qualche modo anticipare le cele- brazioni, dedicando alla figura del grandemissionario il calendario 2008 e invitando i nostri lettori a camminare per tutto l’anno in corso «sulle orme di Paolo, apostolo delle genti». E continueremo nei prossimi numeri di Missioni Consolata a presentare alcuni aspetti della personalità e dell’insegna- mento del grande evangelizzatore. P er la sua importanza nella storia delle origini del cristianesimo Paolo è stato definito «il primo dopo l’Unico», cioè secondo solo a Gesù Cristo. È chiamato pure «tredicesimo apostolo», un ti- tolo che egli rivendica nelle sue lettere ogni qual volta i suoi avversari cercano di screditare la suamissione: più volte si definisce «apostolo per vocazione», cioè chiamato direttamente da Cristo. Al tempo stesso, con i più intimi non esita a dichiararsi servo: «Servo di Cristo», dal quale si sente «af- ferrato», e «servo di tutti» per amore di Cristo (1Cor 9,19-23). Senza l’infaticabile e coraggiosa im- presamissionaria di Paolo, il cristianesimo avrebbe rischiato di rimanere a lungo una fra le tante set- te giudaiche. Egli ha aperto le porte della chiesa, ha spalancato gli orizzonti dei discepoli e delle di- scepole di Gesù e ha portato la Buona Notizia al mondo intero. Ci sembra superfluodire che, a duemila anni dalla suanascita, sanPaolo è ancora attuale: lo è sem- pre stato e lo sarà per tutti i secoli a venire. Tuttavia, è utile evidenziare uno dei suoi tratti fonda- mentali, capaci di ispirare e rinnovare il nostro essere discepoli di Cristo nel mondo in cui viviamo og- gi: un mondo globalizzato, multiculturale, di incontri e scontri di civiltà... Un mondo con molti tratti simili a quelli in cui è vissuto il grande apostolo. «Paoloènatobifronte»ha scrittounesegeta, nel senso che appartiene adue civiltà chenon si ama- vano affatto: quella giudaica e quella greca. Per di più, nei suoi viaggi missionari è entrato in contat- to con molti popoli, diversi per stirpe, etnia, lingua e cultura; ha incontrato uomini e donne di diffe- renti situazioni economiche e sociali: di tutti ha riconosciuto la dignità della persona e la chiamata a fare parte dell’unica famiglia di Dio, nella quale «non c’è più né pagano né ebreo, né greco né barba- ro, né schiavo né libero, né uomo né donna» (Gal 3,28). Non è stato facile per Paolo giungere a tale convinzione, se si tiene presente che, almeno fino all’età di 28-30 anni, nelle preghiere del mattino aveva recitato, come ogni pio israelita, una tripla benedizione: «Io ti benedico, o Dio, per non avermi creato pagano, ma ebreo, per avermi creato libero e non schiavo, uomo e non donna». Uomo senza frontiere, Paolo aveva compreso che una cosa è il vangelo e un’altra la cultura dei po- poli. Con la sua vita e i suoi scritti ha lavorato con passione per costruire un'umanità unificata nel- l’abbracciomisericordiosodi Dio: umanità egregiamente espressa con l’immaginedellemoltemem- bra che formano un solo corpo. Egli continua a insegnare che la chiesa, nella sfida di inculturare con- cretamente il messaggio di Cristo, può avere forme molto diverse e che nessun popolo può legittimamente imporre agli altri stili di essere, di sentire, di pensare, di agire e di celebrare. PAOLO DI TARSO BIMILLENARIO DELLA NASCITA A i lettori B ENEDETTO B ELLESI
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