Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2008

MISSIONI CONSOLATA tessuto sociale.Ne abbiamo indaga- to alcuni aspetti, nell’anno del dialo- go interculturale. LA RICERCA PROFONDA Lutto deriva dal latino lugere, ossia piangere. È un concetto che si lega indissolubilmente alla sofferenza e al momento delle lacrime.Certo è che, in primis , il lutto scardina e scompagina il nostro esistere. È uno schiaffo in pieno giorno, una caduta dall’alto, unmale dentro che non trova conforto. Soprattutto dalla perdita fisica della persona cara. Per- ché, in realtà, qualsiasi separazione a cui l’essere umano è sottoposto nel corso della propria esistenza è un lutto.Un evento che implica uno stravolgimento e rende imperativo l’accettare che una parte della vita si è conclusa ma che rimane intatta nella memoria e in fondo al cuore. È il momento della ricerca del sen- so, di un’evoluzione più profonda, di un «ritrovarsi» inmaniera autentica. Ma cosa accade dentro la scatola umana quando si affronta tale espe- rienza? «Il lutto, sia esso relativo alla morte fisica di una persona, oppure a una separazione tra viventi o an- che una migrazione da un contesto geografico e sociale verso un altro, necessita di tempo per essere elabo- rato» sono le parole di Désirée Bo- schetti, 34 anni, psicologa psicotera- peuta. «L’elaborazione è un percor- so emotivo attraverso il quale la persona non dimentica quanto è ac- cadutoma trova la forza per guarda- re avanti, in un certo qual modo è la sofferenza a venire elaborata, ces- sando di essere invasiva e distruttiva e mantenendo inalterato il ricordo». Il tempo diventa protagonista di un processo umano complesso e tortuoso: quello dell’elaborazione. L’orologio non si ferma, ore e minuti proseguono la loro corsa.Come av- viene l’elaborazione di una sofferen- za così inspiegabile? «Alcune fasi psicologiche sono ricorrenti davanti a un evento luttuoso. Si passa dallo shock iniziale, alla rabbia, alla de- pressione e alla tristezza, fino a giun- gere a una sana riorganizzazione della vita stessa. Ri-progettare l’esi- stenza alla luce del fatto che“l’altro” non c’è più, ri-organizzare spazi fisici e sociali.Ma come sempre questa è la prassi antologica, poi ogni lutto è a sé.Nel peggiore delle ipotesi può capitare che si faccia fatica ad uscire dalla fase depressiva, bloccando e rendendo così patologico il percor- so di elaborazione.Questo accade spesso quando la relazione tra le persone era di tipo simbiotico e per- tanto non si perde solo l’altra perso- na ma una parte centrale della pro- pria identità». SCOLLAMENTODALLAVERITÀ «Sotto la sabbia» è un filmdi François Ozon che, con delicatezza, restituisce allo spettatore il dramma di una moglie, che alla scomparsa in mare del maritomette inmoto una scissione tra mondo reale e mondo immaginario, negando la morte an- che davanti alla realtà finale. È il dramma della separazione im- provvisa, della sparizione che non offre neanche la possibilità di un ul- timo commiato. «Quando la nega- zione è così rigida si ha uno scolla- mento netto dalla verità dei fatti che tende a diventare patologico.Quan- do parliamo di“elaborazione”tutto è soggettivo. Entrano in gioco le diffe- MC LUGLIO-AGOSTO 2008 27 T emadoloroso,quellodellamorte. Imbarazzante,pungente,difficile daaffrontare.Laperditadi una personacaraè l’abbandonodi unpez- zodi vita,di pochi otanti fotogrammi chehannocomposto il nastrodi un’e- sistenza. Mortee luttosonotrasversali a tutte leetnie,a tutte lecultureegli strati sociali.Ese la feritaè tanto profonda per il cittadino italiano,quali equante risposte trova l’immigrato in uncontestodi alterità?Lontanodalla propria rete familiareedalmedesimo Ragazza rumena a Torino, mentre sfoglia un album con foto di famiglia.

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=