Missioni Consolata - Giugno 2008

un modello di armoniosa coopera- zione interreligiosa per lo sviluppo». (Misna) INDIA DESTABILIZZARE LA CHIESA A ttacchi orchestrati e diffusi per destabilizzare la presenza della Chiesa in India: potrebbe essere questo il piano occulto di alcuni gruppi radicali induisti secondo il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbay. La campagna mira a creare difficoltà alla Chiesa in India, a emarginarla sempre di più, a ri- durne la sua influenza nella società. Il cardinale ha espresso pubblica- mente la sua preoccupazione in se- guito agli attacchi subiti dai fedeli cattolici in Orissa (India centro-o- rientale), che hanno lasciato traumi e ferite profonde, dolore e disagi nelle comunità cattoliche locali, con morti, feriti e migliaia di sfollati. Il cardinale ha anche notato la re- sponsabilità di gruppi e movimenti come il Baratiya Janata Party, che soffiano sul fuoco dell’ideologia, co- struendo il tappeto di azione dei fondamentalisti violenti. Il pericolo è, insomma, il diffondersi del “virus della cristianofobia”, soprattutto in un contesto di generale deteriorarsi dei rapporti interreligiosi, anche a causa di nuovi provvedimenti legi- slativi che, in alcuni stati indiani, proibiscono le conversioni. (Fides) EUROPA DIALOGO TRA CULTURE E RELIGIONI F avorire nella società europea il ri- spetto e la conoscenza reciproca, la tolleranza e la mutua comprensio- ne è stato l’obiettivo dell’incontro te- nuto l’8 aprile presso il Consiglio d’Europa a Strasburgo (Francia) sul- la dimensione religiosa del dialogo interculturale. All’incontro hanno partecipato un centinaio di persone, tra cui esponenti di religioni tradi- zionalmente presenti in Europa, del- la società civile, di organizzazioni non governative, esperti e osservato- ri del Consiglio d’Europa. (Misna) MC GIUGNO 2008 9 RUANDA IL DIALOGO SCORRE SULL’ACQUA «U n modo per chiedere scusa ai musulmani» per lungo tempo emarginati dalla maggioranza cri- stiana: così il vescovo anglicano Em- manuel Kolini ha definito un proget- to idrico per fornire acqua potabile nell’area di Gatore, nel distretto o- rientale di Kirehe, dove vive una co- munità di religione islamica. L’im- pianto, inaugurato il mese scorso, è frutto di una collaborazione interreli- giosa e realizzato dalla sede ruan- dese dell’organizzazione Interfaith Action for Peace in collaborazione con la Lutheran World Federation; esso fornirà acqua potabile a 21.600 persone, arrivando nei cen- tri abitati e direttamente nelle scuo- le, così da risparmiare ai bambini e alle madri la fatica di percorrere, o- gni giorno, lunghe distanze per rac- cogliere l’acqua. «Il progetto, più che portare acqua a chi non ne ave- va - ha detto Sheikh Yussuf Bizuru, grande Imam del Ruanda orientale -, offre al resto dell’Africa e al mondo BRASILE: VIOLENZE E INGIUSTIZIE CONTRO GLI INDIGENI I nvasioni di terre, danni ambientali, omicidi mirati, minacce, atti di razzismo e violenze; ma anche suicidi, mortalità infantile, mancata assistenza sanitaria: è questo il contesto in cui vive, secondo il Consiglio indigenista missionario (Cimi), la maggior parte dei popoli nativi del Brasile, ridotti attualmente a 735.000 individui divisi in 241 diverse et- nie. Solo nel 2007 gli indigeni uccisi sono stati 92; nel 2006 furono 57, secondo lo studio presentato dal Cimi, che da 20 anni lavora con i missionari al fianco dei popoli autoctoni, alla 46esima Assemblea generale della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb) svoltasi nel mese di aprile. Nel Mato Grosso do Sul, lo scorso anno gli omi- cidi sono stati 53: «Per la maggior parte sono stati compiuti dagli stessi indigeni in scontri e contenziosi tra famiglie costrette a vivere in piccoli pezzi di terra, o in accampamenti ai bordi delle strade e in riserve demarcate dove c’è troppo poco spazio per le coltivazioni». Condizioni di lavoro degradanti e vio- lenze si verificano anche nelle piantagioni di canna da zucchero, come dimostrano i circa 1.200 indigeni, “riscattati” solo nel 2007 dagli ispettori del ministero del Lavoro di Brasilia da pro- prietà agricole in cui operavano “in condizioni di schiavitù”. Lo sfruttamento illegale delle risorse naturali e il disboscamento mi- nacciano anche la sopravvivenza di altri gruppi indigeni. Persistono inoltre ritardi e omissioni nella regolarizzazione di al- meno una trentina di terre indigene sparse in diversi stati. (Misna) La missione di Surumu, a Raposa Serra do Sol, distrutta dai coltivatori di riso nel settembre del 2005.

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