Missioni Consolata - Giugno 2008
La Chiesa nel mondo a cura di Sergio Frassetto RUSSIA IL MESSAGGERO CATTOLICO A d aprile è stato lanciato il nuovo mensile cattolico dell’arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca, “Il messaggero cattolico – La luce del Vangelo” (Sviet Evangelia). Dal no- me stesso si evince la volontà di con- tinuazione rispetto al precedente set- timanale diocesano, “Sviet Evange- lia”, appunto. Quest’ultimo, nato negli anni ‘90, ha interrotto la pub- blicazione nel dicembre scorso. La redazione del nuovo mensile, però, è completamente rinnovata come pure il formato, i contenuti e la pe- riodicità della pubblicazione. Il nuo- vo direttore è il frate domenicano, p. Alexander Khmelnitsky. Nel primo numero, insieme a storie su cattolici russi all’estero, documenti ecclesia- stici e le omelie del nuovo arcivesco- vo di Mosca, mons. Paolo Pezzi, è contenuto anche un messaggio di benvenuto dello stesso presule ai let- tori. «Il principale scopo di ogni cri- stiano - spiega mons. Pezzi - è testi- moniare Cristo con la propria vita, la propria fede e la speranza dona- tegli dalla virtù del battesimo… i me- dia partecipano a questa testimo- nianza della Grazia della nostra fe- de». Dopo aver ricordato il defunto missionario italiano p. Bernardo An- tonini, iniziatore di “Sviet Evange- lia” nel 1994, il vescovo annuncia che «il servizio comunicazione della nostra comunità cattolica inizierà a funzionare a pieno regime con l’a- pertura, a breve, del sito internet del- l’arcidiocesi». (Asia News) KENYA DIALOGO INTERRELIGIOSO A Nairobi, dal 16 al 20 aprile, e- sponenti e consultori del Pontifi- cio Consiglio dell’Africa subsaharia- na e responsabili delle commissioni episcopali incaricate del dialogo in- terreligioso hanno discusso sulla for- mazione di sacerdoti e religiosi e dei laici e sulle iniziative di dialogo in Africa. Il cardinale Jean-Louis Tau- ran, presidente del Pontificio Consi- glio per il Dialogo Interreligioso, pre- sente all’incontro, ha dichiarato: «Quello che trovo molto interessante è che da qualche anno i cattolici e i cristiani in generale hanno saputo creare dei “circoli di dialogo” con le religioni. Sono molto validi perché si fondano su una convinzione comu- ne, e cioè che i cristiani sono “obbli- gati” a testimoniare la loro fede in un’Africa multireligiosa e pluricultu- rale. I cristiani ne hanno preso co- scienza da qualche anno e io perso- nalmente ignoravo la ricchezza di questa iniziativa». Il dialogo interre- ligioso in Africa, ha osservato, «è un dialogo della vita ed anche un dialo- go della cultura. La cultura unisce molto più di quanto non divida». Per il cardinale John Njue, arcivescovo di Nairobi, il dialogo è inevitabile: «Lavoriamo nello stesso ambiente e c’incrociamo spesso durante il no- stro lavoro quotidiano» ha detto, ri- ferendosi al ruolo dei capi religiosi durante la recente crisi che ha scos- so il suo paese. «Il dialogo interreli- gioso è una chiave per la pace nel mondo; se tutte le religioni lavoras- sero con lo stesso impegno per far crescere gli standard morali ed etici, il mondo sarebbe migliore» ha detto Vanraj Sarvaija, capo del consiglio indù keniano. Tra le richieste dei partecipanti al congresso figura l’in- troduzione nei seminari di un corso obbligatorio di teologia del dialogo interreligioso perché questo - come ha sottolineato il Papa - è divenuta una priorità, non solo in Africa, ma nel mondo intero. (Zenit) BOLIVIA LA CHIESA NON PUÒ MEDIARE I l governo boliviano ha escluso la Chiesa dal processo di dialogo nel paese per il fatto che il cardinale Ju- lio Terrazas ha votato nel referen- dum per l’autonomia del 4 maggio. «Noi speravamo di contare sulla mediazione della Chiesa cattolica per un negoziato nei prossimi gior- ni, ma la cosa certa è che la Chiesa, per sua volontà, ha fatto un passo di lato e spetta al governo, ai prefetti e all’opposizione assumere la respon- sabilità diretta di gestire il dialogo» ha segnalato il 5 maggio il Ministro della Presidenza, Juan Ramón Quin- tana. Il cardinal Terrazas aveva ac- cettato a marzo che la Chiesa catto- lica favorisse il dialogo per risolvere la crisi politica. Il cardinale ha vota- to nel referendum dello Statuto auto- nomista, e secondo Quintana questo è un «appoggio esplicito all’illega- lità». Da parte sua, l’Ufficio stampa della Conferenza episcopale boli- viana ha reso pubblica una nota «in risposta alle dichiarazioni del Mini- stro, nel senso che la Chiesa cattoli- ca sarebbe ostacolata nella realiz- zazione del suo servizio di favorire il dialogo per il fatto che il cardinale Julio Terrazas ha esercitato il suo di- ritto di voto nel referendum di Santa Cruz». Nella nota si afferma che «il cardinale Julio Terrazas è cittadino boliviano e di Santa Cruz e come ta- le ha il legittimo diritto di esercitare il suo voto». «Questa responsabilità cittadina - aggiunge - non è incom- patibile con la sua funzione di presi- dente della Conferenza episcopale Boliviana e leader della Chiesa cat- tolica». «Come egli stesso ha segna- lato in varie occasioni - conclude -, la Chiesa continuerà a servire la po- polazione, vegliando sull'unità e sul bene comune di tutti i boliviani». (Zenit) 8 MC GIUGNO 2008
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