Missioni Consolata - Giugno 2008
54 MC GIUGNO 2008 ZIMBABWE ARROCCATO AL POTERE Purtroppo non si vede come Muga- be possa lasciare il potere. Il presi- dente gode ancora di forti appoggi all’estero. Il suo sponsor più impor- tante è il presidente sudafricano Thabo Mbeki che lo ha sempre ap- poggiato in nome di una mal ripo- sta solidarietà «rivoluzionaria». Lo Zanu-Pf, , l’Anc ( African national congress di Mandela e Mbeki) hanno a lungo combattuto insieme contro l’ apartheid. «Ai tempi la loro è stata una lotta sacrosanta - spiegano al- cuni osservatori -.Ma oggi in nome di quegli antichi legami non si può giustificare e sostenere una dittatu- ra feroce come quella di Mugabe. In Zimbabwe stannomorendomi- gliaia di persone per fame.Ciò non è compreso neppure in Europa. Molti pensano che Mugabe sia quel rivoluzionario che aveva com- battuto l’ apartheid .Anche alcuni giornali italiani lo appoggiano.A chi vive qui sembra incredibile». ■ L o chiamano il Lech Walesa di Harare. E, infatti, come il leader polacco di Solidarnosc, anche Morgan Tsvangirai proviene dal sindacato e, con il sindacato, ha combattuto le sue prime battaglie contro il potere politico. Ma le similitudini non fer- mano qui. Tsvangirai ha la stessa determinazione del leader polacco e la stessa volontà di non fermarsi davanti alla violenza e alla prepo- tenza del regime. T svangirai è nato nel 1952 nel distretto di Gutu in quella che allora si chiamava Rhodesia meridionale. Figlio di un carpentie- re, nel 1974 è costretto ad abban- donare gli studi per andare a lavo- rare in una miniera di nichel. La du- ra vita come minatore lo portano a impegnarsi nel Congresso dei sin- dacati dello Zimbabwe (Zctu), la più grande confederazione sindacale del Paese, fino a diventarne il se- gretario generale nel 1989. Alla gui- da del sindacato, entra in rotta di collisione con il governo e rompe la tradizionale alleanza tra Zctu e Zanu-Pf (il partito u- nico al potere dal 1980). Da quel momento per lui la vita diventa un inferno. I pretoriani governativi lo mi- nacciano, distruggono le sedi della sua organizza- zione e picchiano lui e i suoi collaboratori. Tsvangi- rai però non si ferma e nel 1999 fonda il Movimen- to per il cambiamento democratico (Mdc) destinato ben presto a diventare il più grande partito d’oppo- sizione del Paese. Promette una transizione senza violenze e un rilancio dell’economia nazionale, di- strutta da un decennio di malgoverno. Si candida al- le elezioni parlamentari del 2000 e a quelle presi- denziali del 2002, perdendole entrambe. Ma il so- spetto è che, dietro alla doppia vittoria di Mugabe e dello Zanu-Pf, ci siano stati enormi brogli e manipolazioni. Viene più volte arrestato con accuse diverse. N el 2007, dopo l’ennesimo ar- resto con un’imputazione fa- sulla, viene pesantemente tor- turato dalle forze speciali di Muga- be. Il cameraman zimbabwiano, che riprende la faccia tumefatta di T- svangirai all’uscita dalla prigione, viene ucciso, probabilmente da si- cari del regime. Il leader dell’Mdc è benvisto dai diplomatici americani e europei (soprattutto quelli britanni- ci). Ma è riuscito a trovare sostegno anche in Sudafrica. Non quello di Thabo Mbeki che continua ad aiuta- re Robert Mugabe, ma quello di Jacob Zuma, il neo leader dell’Anc. Zuma, come Tsvangirai, ha un’e- sperienza sindacale e, come lui, appartiene alla ge- nerazione di leader che non hanno partecipato alle lotte anticoloniali. Forse proprio questa nuova al- leanza favorirà il cambiamento in Zimbabwe. T.G . OPPOSIZIONE A OLTRANZA Ritratto di Morgan Tsvangirai Un soldato rhodesiano tiene sotto mira ribelli che lottano contro il regime di apartheid, in una foto storica degli anni ‘70.
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