Missioni Consolata - Giugno 2008
MISSIONI CONSOLATA MC GIUGNO 2008 37 Le botteghe del commercio equo e solidale, i gruppi dei bilanci di giustizia, quelli di acquisto solidale, le Mag, la Banca Etica, il turismo responsabile. Sono molte le risposte che si possono dare per combattere in prima persona contro un sistema ingiusto, che perpetua le diseguaglianze e distrugge l’ambiente. di Andrea Saroldi L’ attuale sistema economico presenta degli enormi pro- blemi per quanto riguarda la giustizia (intesa come ripartizione tra gli uomini di quanto serve per vivere) e l’ambiente, ovvero la ca- pacità di questo modello di produ- zione e consumo di durare nel tempo senza minare le basi natu- rali che lo sostengono. Come se non bastasse, questo stesso sistema fa sentire i suoi ef- fetti negativi (si chiamano inquina- mento, malattia, stress, precarietà) anche sulle popolazioni del Nord, da esso avvantaggiate. Questo ci porta a chiederci quale sia l’efficacia del sistema rispetto al nostro desiderio di condurre una vita sana, serena e densa di rela- zioni. Queste problematiche di giusti- zia, natura, benessere e senso, po- ste dal sistema economico attuale, da tempo hanno prodotto una ri- cerca di pratiche che possono for- nire delle risposte, anche se par- ziali. LE DOMANDE DEI CONSUMATORI CRITICI In Italia, le esperienze di costru- zione di un’altra economia ini- ziano negli anni ‘80 con il com- mercio equo e solidale e la finanza etica. Il primo trae origine dalle condizioni disperate dei contadini del Sud del mondo, costretti a ven- dere i loro prodotti ad un prezzo bassissimo senza potersi opporre allo sfruttamento generato da una lunga catena di intermediazione. Il commercio equo e solidale cerca allora di creare dei canali alterna- tivi per l’importazione e la vendita dei prodotti del Sud del mondo, instaurando relazioni dirette e proponendo al consumatore un utilizzo critico del proprio potere d’acquisto, secondo una logica di relazione diretta e di presa di co- scienza circa l’utilizzo del proprio denaro. La finanza etica applica alla gestione del risparmio queste stesse logiche, ovvero il rifiuto da parte del risparmiatore di essere un ingranaggio all’interno di un meccanismo di sfruttamento e la ricerca di un canale alternativo in cui i propri risparmi possano ser- vire a sostenere progetti con uno scopo sociale, ambientale o cultu- rale. Dopo il commercio e la finanza, gli anni ‘90 vedono la nascita delle attività legate al consumo e agli stili di vita. Nascono «i gruppi dei bilanci di giustizia», «i gruppi di acquisto solidali» e si diffondono i concetti legati al potere del consu- matore e al consumo critico, an- che attraverso la pubblicazione della «Guida al consumo critico» nel 1996. I consumatori critici sono per- sone che, quando vanno a fare la spesa, si pongono un sacco di do- mande sui prodotti che stanno per acquistare. Si chiedono in quali condizioni ambientali e di lavoro è stato realizzato un prodotto, chi e cosa sta dietro a quello che stanno per acquistare. L’idea è quella di poter influenzare il mercato inse- rendo nella domanda le richieste di giustizia, ambiente, benessere e senso. I gruppi dei bilanci di giu- stizia si chiedono come orientare Le pratiche dell’«altra» economia VIVERE DA CONSUMATORE CRITICO SI PUÒ Un Club del «trueque» (baratto), molto diffuso in Argentina negli anni della crisi.
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=