Missioni Consolata - Giugno 2008
MISSIONI CONSOLATA MC GIUGNO 2008 33 britannico alla banca Northern Rock e i sussidi erogati dai Land a tre istituti creditizi regionali sia quelli indirizzati dalla Federal Reserve ai colossi come JP Morgan che operano anche in Europa. Il rischio del costituirsi di situa- zioni di monopolio privato per ef- fetto del sostegno pubblico è deci- samente concreto e l’artificiosa ali- mentazione di tale monopolio trova le proprie paradossali moti- vazioni nella gravità delle conse- guenze che derivano dagli «ec- cessi speculativi». Come dire, più il mercato è libero e senza regole, più serve l’intervento dello Stato per salvare i privati dalla banca- rotta. Ecco quindi un evidente para- dosso: anziché evolvere secondo una linea qualsiasi, il mercato fi- nanziario sembra crescere ne- gando i suoi stessi presupposti, ovvero la totale deregolamenta- zione. La «mano invisibile» tanto in auge ha provocato tanti danni da costringere i legislatori a fare da curatori fallimentari. Eppure nessuno contesta che lo sviluppo economico può essere solo garan- tito dalla libera concorrenza, che i modelli alternativi hanno dato ri- sultati pessimi. La centralità di un mercato total- mente deregolato come unica fonte non solo di benessere so- ciale, ma anche di diritto, e come motore della politica rispetto a modelli immancabilmente bollati come ideologici, antistorici o diri- gisti, è un pregiudizio ormai tal- mente radicato da non venire nemmeno percepito come tale. Un dogma, sarebbe da dire. LA SPECULAZIONE PASSA AI PRODOTTI ALIMENTARI Torniamo a quello che accade al- l’economia mondiale. La man- canza di trasparenza nei bilanci, unita al diffuso deprezzamento di molta carta commerciale a causa dell’insicurezza dilagante fra le stesse istituzioni finanziarie, ha amplificato a dismisura danni ini- zialmente ritenuti circoscritti, tanto da indurre un sovvertimento radicale dei comportamenti per- sino delle istituzioni più ortodosse del «mercatismo». Dominique Strauss-Kahn, alla te- sta del Fondo monetario interna- zionale (Fmi), ha auspicato la crea- zione di una «terza linea di di- fesa», rappresentata dall’impiego continuativo di risorse pubbliche, per proteggere le banche ed evi- tare la scomparsa della liquidità; nella stessa prospettiva Ben Bernanke non solo ha consentito alla Fed di far accedere al proprio credito le banche d’investimento ma ha anche deciso di cedere i buoni del Tesoro in possesso della banca centrale Usa in cambio di ti- toli «spazzatura». Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia, e il Financial Stability Forum , consapevoli della gravità della situazione, hanno steso severe raccomandazioni per gli operatori finanziari, invitandoli ad abbandonare la pratica dell’in- debitamento selvaggio attraverso l’effetto moltiplicatore della leva. È chiaro quindi che l’asprezza della crisi in atto sta provocando avver- tibili modifiche nella visione a lungo coltivata di un mercato fi- nanziario in grado di generare ric- chezza e di sanare le proprie con- traddizioni «inventando» nuovi strumenti e coinvolgendo sempre nuovi soggetti. Attenzione però, perché per uscire dalle difficoltà scatenate dal crollo dei rendimenti dei valori mobiliari stanno prendendo corpo alcune pratiche molto pericolose. Se i titoli di settori fondamentali come i bancari, gli assicurativi e gli immobiliari registrano cadute ver- tiginose, milioni di investitori in giro per il pianeta tendono ad orientarsi verso altre destinazioni di maggiore resa. In tale ottica i contratti relativi alle commodities , cioè i prodotti alimentari, grazie a prezzi in costante ascesa per ef- fetto delle previsioni di una do- manda mondiale in marcato au- mento, stanno diventando veri e propri beni rifugio al pari dell’oro, contribuendo in maniera decisiva all’esplosione dell’«agrinflazione», dell’impennata dei prezzi dei pro- dotti agricoli attraverso la loro fi- nanziarizzazione. La crisi dei mu- tui innesca così la ricerca di impie- ghi remunerativi in ambiti molto delicati che si legano in modo di- retto all’alimentazione primaria del pianeta. 2008: LE RIVOLTE PER IL PANE Ecco perché ad Haiti le rivolte per l’impennata dei prezzi dei ge- neri alimentari hanno condotto a violenti scontri con le forze dell’or- dine: almeno cinque persone sono state uccise, altre decine sono ri- maste ferite. In Egitto, dove gran parte della popolazione ha pranzo e cena assicurati grazie al prezzo calmierato del pane, la carenza di grano (probabilmente dirottato sul fiorente mercato nero) ha portato ad autentici assalti ai forni. Altre rivolte sono state segnalate in Marocco, Mauritania, Costa d’Avorio, Camerun, Senegal, Indonesia. Secondo alcune stime il prezzo internazionale del grano è più che raddoppiato in un anno, A ltreconomia, l’informazione per agire, è la rivista mensile del consumo critico e degli stili di vita sostenibili. Dal 1999, si occupa di promuovere le alternative in costru- zione nel nostro paese, raccontando il commercio equo e solidale e i Gruppi d’acquisto solidali (Gas), la filiera corta, il movimento per la pace e quello di Genova. L’obiettivo di Ae è anche quello di aiu- tare i consum- attori , impegnati nella costruzione di una società più giusta, a capire meglio le dinamiche dell’eco- nomia globale e le scelte di politica economica del nostro paese, per rafforzare la loro capacità di critica. Ogni mese la rivista approfondisce, con un approccio non dogmatico, i di- battiti in corso in Italia, dal nucleare alle privatizzazioni, dagli inceneritori di rifiuti all’emergenza casa. Infine, attraverso «Terre di Mezzo Editore», Altreconomia pubblica vari libri di approfondimento. I NFO : www.altreconomia.it La rivista «Altreconomia»
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