Missioni Consolata - Giugno 2008
DOSSIER emergenti di sostituire i mercati più tradizionali nel ruolo di traino dei consumi globali. Gli artifici dell’ingegneria finan- ziaria - di cui i subprime sono or- mai un paradigma – che avrebbero dovuto limitare il rischio, disper- dendolo fra più soggetti, hanno mostrato gravi carenze e hanno seminato una profonda paura. Per evitare guai peggiori, le banche centrali si sono adoperate a più ri- prese al fine di fornire copiose iniezioni di liquidità agli operatori, correndo il pericolo però di scate- nare spirali inflazionistiche (cioè di far alzare i prezzi) oltre a ripristi- nare forme di interventismo sta- tale che costringono i contribuenti a pagare i costi dell’«azzardo mo- rale» dei soggetti finanziari. Tanto per fare degli esempi, la Commissione europea è stata ob- bligata a sottoporre ad attenta va- lutazione sia gli aiuti del governo Crisi che oggi appare assai più dura di quanto si prevedesse solo qualche mese fa. Si tratta di enormi perdite che stanno travol- gendo i conti di molte banche, compagnie d’assicurazione, fondi pensione (sì, quelli che dovreb- bero garantirci la pensione), ma che sembrano destinate ad avere ripercussioni sull’intera economia planetaria, contribuendo a rimuo- vere le fragili paratie fra sistemi fi- nanziari e sistemi produttivi. I FALLIMENTI DEL «LIBEROMERCATO» Vediamo in che condizioni è l’economia mondiale. Gli Stati Uniti nella migliore delle ipotesi cresceranno solo dello 0,5% nel 2008, mentre, proprio a causa del rallentamento Usa, il mondo non dovrebbe andare oltre il 3,7%, a conferma dell’incapacità dei paesi 32 MC GIUGNO 2008 Q uando il Fondo monetario internazionale valuta in quasi 1.000 miliardi di dol- lari le perdite finanziarie è chiaro che qualcosa, nell’economia mon- diale, non va. La crisi è stata scatenata al tra- collo dei mutui subprime: si tratta di mutui per l’acquisto della casa concessi dalle banche statunitensi anche a chi non poteva permetter- seli, ovvero con un rischio altis- simo di sofferenza. Solo che poi le banche statunitensi hanno riven- duto i mutui subprime, e con essi il loro essere estremamente ri- schiosi, sui mercati internazionali finanziari. Come era prevedibile, tantissime famiglie non sono state in grado di saldare i loro debiti, e questo si è tradotto in una crisi globale. Il libero mercato, l’ingegneria finanziaria, la speculazione: il sistema economico è alle corde. O forse sull’orlo del baratro. Ma a pagare non sono i colpevoli, ma le vittime, quelle stesse che un’abile campagna mediatica e politica avevano convinto a credere nell’infallibilità del sistema, l’unico possibile per il progresso e lo sviluppo. a cura di Pietro Raitano e redazione Altreconomia IL PANE DELLA CRISI Analisi della situazione (1) Una nave della Chiquita, multinazionale Usa delle banane.
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