Missioni Consolata - Maggio 2008
Cari mission @ ri 6 MC MAGGIO 2008 molto interessanti gli arti- coli nei quali date notizia delle situazioni di vari pae- si nel mondo, da un angolo visuale diverso dai soliti e da parte di chi ci vive vera- mente inmezzo. Unico neo, amio parere, un certo piglio terzomondista e ver- de arcobaleno che appare in alcuni scritti, che mi sembra poco obiettivo, per il verso opposto nei con- fronti delle condizioni reali delle cose. Certo il peccato del mon- do e il suo «principe» per- mangono anche dopo la Pasqua; ma è anche vero che non tutto è male come proclama il «grande bu- giardo». L’umanità in fondo sta proseguendo il cammi- no della Genesi di domina- re la terra, certo nella cali- gine e nell’oscurità, ma a- vanzando più di quello che egli dice, irridendoci di fronte a Dio. Prendiamo la globalizza- zione: ora stiamo tutti a di- re che è un gravissimo er- rore, che la suamolla è il bieco profitto, che l’uma- nità andrà incontro alla ca- tastrofe. Nonmi sembra proprio così: il fatto è, ad e- sempio, che le materie pri- me, il grano in testa, hanno prezzi elevati semplice- mente perché la gente muore meno di fame e sta un pochinomeglio di pri- ma, che l’acqua scarseggia anche perché l’igiene mi- gliora, che lamiseria asso- luta si è ridotta, ecc. Certo, si può fare meglio; certo sarebbe bello che le persone lavorassero solo per il bene comune, ecc. Ma di chi è la colpa se non del fatto che quando la co- sa è di tutti, nessuno se ne cura? I sindacati non si so- nomai sognati di usare maggiore severità nei con- fronti dei propri iscritti, pubblici dipendenti; anzi, hanno permesso con que- sti ogni genere di licenza. Poi ci stupiamo che si torni al padrone? Nel numero di marzo 2008, l’articolo di apertura di don Antonelli spara a ze- ro nei confronti di chi pro- duce immondizia, ma non mi sembra abbia l’onestà intellettuale di dire che il mancato uso degli incene- ritori (ma sì, usiamola la parola) ha prodottomolta più diossina che se questi fossero stati funzionanti e che quindi erano, sono essi quel buon rimedio che è stato invece rifiutato in no- me dell’assoluto. Afferma l’Antonelli che l’immondizia è causata da un uso ignobile delle ric- chezze della terra, ma si di- mentica di dire che il più è causato dall’uso di involu- cri che rendono difficile il degrado delle merci e che quindi vanno a vantaggio della sicurezza e del buon uso dei prodotti. Produrre di meno e con- sumare di meno? Tornare al mondo passato di mise- ria dilagante e fame diffu- sa? La risposta non può che essere produrre e consu- mare meglio. Produrre con attenzione alle conseguen- ze conosciute dei nostri at- ti, senza perfezionismi, e consumare quanto è utile per sviluppare la nostra vi- ta, senza giansenismi, ma disponibili a pagare quan- to necessario per migliora- re le cose. Dobbiamomet- Ambientalisti... siate più seri! Cari missionari, dell’articolo di Topino e No- vara, condivido l’imposta- zione di fondo: bisogna far crescere la raccolta diffe- renziata, con l’educazione e organizzazione, e riuscire a vivere conmeno consumi e imballaggi. Però, di fronte a una emergenza, che da Napoli minaccia di esten- dersi anche altrove, l’atteg- giamento degli ambienta- listi che dicono di no a tut- to, non avanzano proposte concrete se non un generi- co «bisogna essere tutti più buoni», mi sembra un po’ poco. Cominciando dalle pro- poste banali, ma efficaci, mi risulta che inmolte città tedesche e qualcuna francese e Usa, i supermer- cati siano dotati di com- pattatori, che pesano quanto viene portato in plastica e vetro e danno dei gettoni da spendere nel su- permercato. L’azienda che raccoglie i rifiuti risparmia comunque molto lavoro di raccolta dai bidoni. È poco, ma serve a creare un’abitu- dine, tanto al supermerca- to si va in auto. Poi, anche se non sono un tecnico, non riesco a ca- pire come mai in Germa- nia, Svizzera e Francia, pae- si dove esiste una buona cultura tecnica e un’atten- zione all’ambiente superio- re alla nostra (da 2 anni in Francia sono vietati i sac- chetti di plastica), ci ridono dietro e ci invitano aman- dare in treno i nostri rifiuti, che ci pensano loro a bru- ciarli: non si curano della salute e dell’ambiente? Nonmi pare: forse hanno una tecnologia più avanza- ta, ma non vedo perché non la compriamo. D’accordo, i nostri Peco- raro, camorristi e ambien- talisti si stracciano le vesti; ma lo fanno anche per gli inceneritori superati che ci apprestiamo a comprare, forse perché eroganomag- giori tangenti, oppure non sono superati neanche i nostri e chi fa l’ambientali- sta generico si limita a dire no a tutto, senza fastidiose informazioni tecniche? In- somma, in Italia non ho ancora trovato ambientali- sti seri. Claudio Bellavita via e-mail Lo smaltimento dei ri- fiuti è un problema com- plesso (l’emergenza cam- pana lo dimostra) e ci coinvolge tutti. Ben ven- gano i suggerimenti, co- me quelli riportati anche nella lettera seguente. U- na cosa rimanemolto chiara: tutti possiamo e dobbiamo fare qualcosa e farlomeglio! Si può fare... meglio Caro sig. Direttore, sono un vostro sostenitore e vi ho indicati come bene- ficiari del 5‰per il 2006. Poiché si vocifera che qual- cuno abbia rubato dai con- ti della posta, sarebbe bello se ci deste qualche notizia inmerito ai vostri fondi, in una delle prossime edizioni della sua simpatica pubbli- cazione Missioni Consolata . In questa rivista trovo
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