Missioni Consolata - Maggio 2008
MISSIONI CONSOLATA che sembrava una piccola presenza, la comunità cinese, con i propri risto- ranti, qualche parrucchiere e sparuti bazar di articoli vari, si è estesa in bre- vissimo tempo a macchia d’olio, rivo- luzionando l’aspetto di decine di vie, comprese quelle più grosse, come via Bramante e la «famosa» via Paolo Sarpi.Ovvero, quella della rivolta, du- rata un pomeriggio, dei cinesi contro i vigili che sistemavanomulte come fossero noccioline sui cruscotti dei furgoni di carico-scarico. La vecchia Milano qui non esiste più, e l’appellativo Chinatown è più che corretto: 9 negozi su 10 e altret- tante facce dei passanti provengono dal paese degli occhi a mandorla. E l’integrazione a che punto è? «Per capire come stanno veramente le co- se, bisogna andarci, a Chinatown» di- ce chi ci ha a che fare.Abbiamo se- guito il consiglio. E il privilegio è stato quello di andarci guidati da un cine- se, uno che quelle «nuove» vie le co- nosce bene: il nostro Caronte si chia- ma Zhang Xin, ha 29 anni ed è arriva- to in Italia,da Shangai a Milano, quattro anni fa.Parla bene la lingua (anche se ammette di avere faticato parecchio), ha terminato gli studi e oggi di mestiere fa il fotografo pro- fessionista, la prima delle sue due passioni. «La seconda è il far cadere le barriere - esordisce strizzando l’oc- chio -.Proprio per questa ragione con altri ragazzi comeme ho creato l’As- sociazione studenti cinesi di Milano». Xin (è il suo nome, che in Cina se- gue il cognome) ha un buon ricordo del suo paese,ma vuole rimanere in Italia perché, oltre a piacergli e offrir- gli sbocchi professionali, vuole esse- re utile ai suoi connazionali.Come? «Costruendo ponti di conoscenza re- ciproca». Per questo ha fondato l’as- sociazione, di cui è presidente, e ha accettato di buon grado di accompa- gnarci per le vie della Chinatownmi- lanese. Con lui, tre giovani «colleghi»: Lu Xiumin, ragazza 27enne che sta studiando design all’università, Liu Geng e Lu Xiao, 29 e 26 anni, studiosi di automazione al Politecnico. C he il microviaggio si prean- nunci interessante lo si capisce dal primo incontro, quasi ca- suale, del gruppo: è un giornalista ci- nese, redattore di Europa China News , bisettimanale nato nel 2001 e voce autorevole della comunità del sol levante in Italia.Con lui un veloce scambio di battute, di più non può, deve chiedere il permesso al diretto- re che oggi non c’è. Questioni di gerarchia,ma qualco- sa si sente di dire: «La situazione è moltomeno tesa rispetto a qualche mese fa; forse a breve si arriverà a un accordo per la questione delle merci dei grossisti». Sì, perché la gran parte dei problemi nasce da loro, quella miriade di negozi all’ingrosso che popola i marciapiedi delle strette vie di Chinatown, e che obbliga furgoni di ogni dimensione a fermarsi in mezzo alla via bloccando il passag- gio di tutti gli altri malcapitati: auto- mobilisti, motociclisti e persinomez- zi pubblici come i tram. Dopomesi di tira e molla, la solu- zione a cui accenna il giornalista ci- nese è quella concordata (sembra in via definitiva,ma non si puòmai dare per certo) tra Comune di Milano e rappresentanti dei commercianti ci- nesi: tutti i negozi all’ingrosso verran- no spostati a partire da prima dell’e- state 2008 in una zona periferica del sud cittadino, nel quartiere Gratoso- glio, e le vie di Chinatown divente- ranno Ztl, zone a traffico limitato. Un bel progetto, che rischia però di rimanere sulla carta, se tutte e tre le parti in causa non sono d’accordo. Tre, proprio così. Perché oltre ai cinesi e Comune, voce in capitolo la voglio- no avere anche i residenti e i com- mercianti italiani del quartiere.Che, come è logico, vogliono vederci chia- ro, a cominciare da Luigi Anzani, pa- drone della celebre cappelleria Mele- gari, da 90 anni in via Paolo Sarpi. «Come cittadini prima e negozianti poi vogliamo essere tutelati - spiega l’Anzani dopo averci ricevuto tra cen- tinaia di cappelli d’ogni epoca -. Pri- ma cosa quindi la legalità, da qui na- sce la convivenza». Parole che trova- no d’accordo anche l’associazione Vivisarpi, gruppo spontaneo cittadi- no che si batte per la vivibilità del quartiere. Poco più in là della cappelleria, un negozio di massaggi reiki è anche la sede dell’Associazione Cinesi in Mila- no, che ogni giorno espone i giornali locali e internazionali in vetrina. «Ba- sta discriminazione, siamomilanesi anche noi» dice il cartello appeso a lato del negozio. G irato l’angolo, ci s’imbatte nel- la parrocchia del quartiere, quella della Santissima Trinità, condotta da tre sacerdoti tra cui don Dario Bolzani, 33 anni, che coordina uno degli oratori piùmultietnici della città, tanto che, dal mese di aprile dello scorso anno, è stato affiancato da un prete cinese altrettanto giova- ne, il 30enne Li Jinsheng; grazie a lui la comunità mandarina, ogni dome- nica alle tre e mezza del pomeriggio, può seguire la messa nella propria lingua d’origine. «Uno dei piccoli ma importanti passi per migliorare sempre più un’integrazione che già c’è» spiega don Dario. Per avvicinare ancor più i MC MAGGIO 2008 57 Da sinistra: Liu Geng, Lu Xiumin, Zhang Xin e Lu Xiao guidano autore e fotografa di questo articolo nei segreti di Chinatown.
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