Missioni Consolata - Maggio 2008

MISSIONI CONSOLATA MC MAGGIO 2008 37 del Perù e della Bolivia e l’ Ery- throxylum novogranatense , col- tivata sulle montagne aride del Perù settentrionale e della Co- lombia. Attualmente ci sono col- tivazioni illegali di queste piante, al di fuori delle aree tra- dizionali, particolarmente in Colombia. La cocaina è il princi- pale alcaloide della coca (0,5-1% delle foglie secche). Essa ha tre fondamentali azioni farmacolo- giche: è un anestetico locale, un vasocostrittore ed un potente stimolante del sistema nervoso centrale. Il cloridrato di cocaina, che si presenta come una pol- vere bianca solubile in acqua, si sniffa, cioè si inala, e si inietta. La cocaina-base, non solubile in acqua, nella forma di pasta di coca o in quella di freebase o crack si fuma. Il fumo ha la stessa intensità e rapidità di azione di un’iniezione endove- nosa. Gli effetti di una dose di cocaina durano circa 40-60 mi- nuti per chi sniffa e molto meno (10-20 minuti) per chi si buca o fuma. Si ha successivamente un rapido ritorno alla normalità, molto più rapido nel secondo caso; tale ritorno può essere vis- suto come sgradevole e depri- mente, per cui si tende a ripe- tere quanto prima l’assunzione di un’altra dose. Si instaura così il fenomeno del craving , cioè del consumo compulsivo della so- stanza. L A TOSSICITÀ La cocaina agisce sulla dopa- mina e sulla noradrenalina, en- trambe neurotrasmettitori. In particolare la dopamina, la mole- cola del piacere, attiva il «Sistema di facilitazione compor- tamentale», che facilita i compor- tamenti finalizzati a conseguire delle gratificazioni, quindi deter- mina disinibizione nelle relazioni sociali e nella ricerca del partner. Un’analoga azione è svolta dalle amfetamine e dall’alcol e spesso quest’ultimo è consumato con- temporaneamente alla cocaina; in questo caso si forma, per azione del fegato, un metabolita detto cocaetilene, che è una so- stanza fortemente tossica e che incrementa l’effetto della co- caina. Quando, però, il livello di dopamina presente nelle sinapsi è eccessivo, si può verificare uno stato psicotico, caratterizzato da idee deliranti, prive di fonda- mento e di tipo persecutorio. Il cocainomane si convince così di essere vittima di qualche com- plotto, per cui può avere reazioni anche molto violente. La noradrenalina attiva, in- vece, l’«emotività negativa», per cui aumenta lo stato di allerta ed il soggetto diventa apprensivo. Aumentano le risposte di paura- allarme, quindi la cocaina può stimolare uno stato di reattività aggressiva. Peraltro questa, come le amfetamine, è una droga fortemente eccitante, che permette un’iperattività senza sentire la fatica; ciò è dovuto al- l’azione della cocaina sul glutam- mato, la molecola dell’iperatti- vità; è la droga in giacca e cra- vatta, usata da managers, atleti, attori, ma anche da chi vuole ti- rare al tardi fino all’alba. Gli ef- fetti della cocaina sono variabili da persona a persona, in base alle caratteristiche soggettive: al- cune si sentono più energiche, altre più logorroiche, nervose ed irritabili. Se si esamina l’immagine PET del cervello di un cocainomane, si può vedere che le aree colo- rate in rosso, rappresentanti le zone cerebrali, in cui c’è un cor- retto utilizzo del glucosio (la mo- lecola energetica utilizzata dalle nostre cellule) si riducono pro- gressivamente, man mano che aumenta il consumo della so- stanza. Aumentano, nell’imma- Remolino (Colombia): raccoglitori di foglie di coca (sopra); una tappa della trasformazione delle foglie in pasta base di cocaina (sotto).

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