Missioni Consolata - Maggio 2008

DOSSIER 32 MC MAGGIO 2008 La società e le droghe PER UN PO ’ DI DOPAMINA «Non esiste alcunché in natura che non sia tossico, ma è solo la dose che rende una sostanza tossica o no», sosteneva Paracelso. Oggi sul problema delle droghe si discute molto, tanto che non esiste una posizione univoca neppure sul trattamento dei tossicodipendenti. di Roberto Topino e Rosanna Novara D roghe lecite e illecite, dro- ghe leggere e pesanti, dro- ghe high e down , che effetti possono avere sulla salute uma- na? Quali conseguenze sulla so- cietà? Il loro uso può essere con- siderato solo un fatto privato o no? È più corretto un atteggia- mento proibizionista o antiproi- bizionista? E ancora, nel tratta- mento delle tossicodipendenze, è meglio il metodo della riduzione del danno, cioè un approccio di ti- po medico, o l’approccio psicolo- gico? Per tentare di rispondere a queste domande, può essere senz’altro utile avere un’idea di come agiscono le varie sostanze, una volta che hanno fatto il loro ingresso nel nostro organismo. I DANNI DI ALCOL E TABACCO La distinzione che si fa tra dro- ghe lecite ed illecite, essendo le prime l’alcol ed il tabacco, può es- sere abbastanza fuorviante: si può essere portati a pensare che quelle lecite siano meno nocive al- la salute umana, rispetto alle altre e che, in generale siano meno dannose per la società. Nulla di più errato. Prendiamo per esem- pio l’alcol. Tutte le bevande alco- liche, dalla più leggera birra ai su- peralcolici, contengono quantità diverse di alcol etilico, che per il nostro organismo risulta essere tossico, andando ad agire diretta- mente sul sistema nervoso cen- trale, con conseguenze che van- no dall’euforia iniziale alla de- pressione malinconica, passando attraverso le difficoltà di articola- zione della parola e di deambula- zione. Per non parlare del super- lavoro che il fegato si trova a com- piere, nel tentativo di depurare l’organismo da questa sostanza, che può causare un’epatite tossi- ca, con evoluzione in cirrosi epa- tica, letale. Che dire poi delle stra- gi del sabato sera, in cui giovani ubriachi alla guida spesso ucci- dono se stessi e qualcun altro in tragici incidenti stradali? Oppure prendiamo in considerazione il ta- bacco: nel fumo di sigaretta, in particolare delle bionde, c’è un’e- levata concentrazione di ammine aromatiche e di idrocarburi aro- matici policiclici, sostanze sicura- mente cancerogene, che sono la causa del carcinoma del polmone, ma anche di quello della vescica. Quindi la salute di chi fuma è se- riamente a rischio, ma anche quella di chi non fuma, però si tro- va vicino a dei fumatori. Infatti il fumo passivo può essere danno- so come quello attivo, al punto che negli Stati Uniti è stata vinta la prima causa per fumo passivo, intentata dai parenti di una non fumatrice, deceduta per carcino- ma polmonare. DIPENDENZA FISICA, DIPENDENZA PSICOLOGICA Per quanto riguarda invece la di- stinzione tra droghe leggere e pe- santi, va subito detto che ci tro- viamo di fronte ad un non senso tossicologico e cioè che esistano droghe leggere. In tossicologia non esiste alcunché di leggero. Già agli inizi del ‘500, Paracelso sosteneva: « Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit ut vene- num non sit », cioè «Non esiste al- cunché in natura che non sia tos- sico, ma è solo la dose che rende una sostanza tossica o no». Que- sto ci fa capire che la distinzione tra droghe leggere e pesanti è ar- tificiosa e che si può fare un uso pesante di droghe leggere. Fino a qualche tempo fa, sono state con- siderate pesanti le droghe capaci di dare dipendenza fisica (ad esempio l’eroina), per cui, se il soggetto dipendente smette di as- sumere la sostanza d’abuso, ha una crisi di astinenza, perché non è possibile interrompere brusca- mente l’assunzione della droga, quando l’organismo è abituato ad essa. Droghe leggere sono invece quelle, che non danno dipenden- za fisica e, fino ad una decina di anni fa, la cocaina e la cannabis erano considerate di questo tipo. Oggi ci si è resi conto che queste droghe danno un altro tipo di di- pendenza, cioè quella psicologi- ca, particolarmente importante nel caso della cocaina, che porta rapidamente al craving o consu- mo compulsivo. In pratica tutte le sostanze d’abuso danno il cosid- detto rinforzo negativo (lo stato di malessere durante l’astinenza), ma anche il rinforzo positivo (il ri- cordo del benessere legato all’as- sunzione della sostanza), cioè ciò, che tiene l’individuo legato alla sostanza stessa. DOPAMINA, LA MOLECOLA DEL PIACERE La sensazione di benessere è data dalla liberazione della dopa- mina da parte dei neuroni stimo- lati dalle droghe. La dopamina, una molecola che permette ai neuroni di comunicare tra loro, viene rilasciata soprattutto in un’area cerebrale, detta nucleus accumbens , facente parte del si- stema limbico del cervello ed in

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