Missioni Consolata - Aprile 2008
MISSIONI CONSOLATA belli del Darfur, così l’Mje è venuto in soccorso al Ciad durante la battaglia di N’Djamena.A dicembre i militari ciadiani hanno sconfinato in Sudan per appoggiare direttamente l’Mje. Il Sudan di Hassan el-Beshir, inve- ce, finanzia, inmisura diversa tra lo- ro, i gruppi ribelli ciadiani. Karthoum è interessato a un cambio di potere nel paese vicino, anche per rompere l’equazione zaghawa, etnia di Déby presente in Darfur. Il Sudan, a sua volta fornisce alla Cina petrolio in cambio di arma- menti di ogni tipo, pesanti e leggeri (vedi anche MC dicembre 2007). Si dice infatti che: «il Darfur sta spor- cando l’immagine dei giochi olimpi- ci di Pechino 2008». Il ministro dell’interno di Déby parla di «mercenari, elementi della legione islamica, di al-Qaeda, al sol- do del Sudan»,mostrando alla stam- pa 135 prigionieri catturati dopo la battaglia di N’Djamena.Alcuni dei quali minorenni.Affermazioni che vogliono rafforzare l’immagine che Déby sta vendendo all’Occidente, stire in armamenti,mentre il fondo sul futuro viene soppresso. È prevista un’imposta comple- mentare sulle società di quasi 300 milioni di dollari come «restituzio- ne», che fornisce ulteriori introiti al governo. VICINI SCOMODI Importante e complesso è l’intreccio con la crisi del Darfur, che vede Ciad e Sudan protagonisti in un conflitto che ha raggiunto connotazioni re- gionali. Dal febbraio 2003 in questa regio- ne dell’Est Sudan i governativi repri- mono la popolazione appoggiando miliziani nomadi janjawid contro una ribellione delle popolazioni ne- re locali, il Movimento per la giusti- zia e l’uguaglianza (Mje). Il conflitto ha generato, secondo le organizza- zioni internazionali, una delle mag- giori crisi umanitarie degli ultimi an- ni, causando almeno 200.000 morti e 2,2 milioni di sfollati (di cui 240.000 in campi profughi in Ciad).Una setti- mana dopo la battaglia di N’Djame- na, esercito sudanese (appoggiato dall’aviazione) e milizie janjawid hanno attaccato tre villaggi del Dar- fur, causando una nuova ondata di 12.000 persone che si sono rifugiate nel Sud-Est del Ciad. Il governo di Déby appoggia i ri- Stazione di benzina in Ciad. Il paese è produttore di petrolio dal 2003. Superficie: 1.284.000 kmq Capitale: N’Djamena Popolazione: circa 9 milioni di abitanti (stima 2007) Gruppi etnici: sara 27%, arabi 12,3%, mayo-kebbi 11,5%, kanem-bornu 9%, ouaddai 8,7%, hadjarai 6,7%, tandjilé 6,5%, gorane 6,3%, fitri-batha 4,7%, fulani 2,4%, altri (tra cui tubu e zaghawa) 4,2% Lingue: francese, arabo (ufficiali), sara, baguirmi, tuburi, mundang, ecc. Religioni: musulmani 53,9%, cattolici 20,3%, protestanti 14,3%, culti tradizionali 7,3%, altri 4,2% Crescita demografica: 3% (2000-2005) Aspettativa di vita: anni 45 maschi, 49 femmine Mortalità infantile: 9,3% alla nascita, 20% entro i 5 anni di età Mortalità materna: 10 su 1.000 nati vivi Alfabetizzazione: 26% Ordinamento politico: Repubblica Indipendenza: 11 agosto 1960 (dalla Francia) Capo di stato e governo: Idriss Déby Itno (eletto a suffragio diretto con mandato di 5 anni) Reddito pro capite: circa 700 dollari (2004) Risorse economiche: petrolio, carbonato di sodio; industria: lavorazione prodotti agri- coli e di allevamento; agricoltura di esportazione: cotone, canna da zucchero; di sussi- stenza: cereali, patata dolce, manioca; allevamento, pesca Debito estero: 1,633 miliardi di dollari (2005) Indice di sviluppo umano: 170 su 177 paesi MC APRILE 2008 69
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