Missioni Consolata - Aprile 2008

MISSIONI CONSOLATA A 16 anni di distanza, il Kazakistan può ormai considerarsi fuori dalle in- cognite della transizione: ha un’eco- nomia in rapida crescita, ha regolato tutte le questioni di confine con Rus- sia e Cina, ha una discreta reputazio- ne internazionale e si è affermato co- me leader regionale.Nazarbaev è an- che riuscito a evitare al proprio paese i conflitti che hanno, invece, insan- guinato le repubbliche confinanti, un esito inizialmente per nulla scontato. Certo, il bilancio di questi anni non è stato positivo per tutti.Non lo è sta- to per la comunità russa, di cui si te- mevano gli umori secessionisti e che è ora sottorappresentata in parla- mento, negli organi di governo e ne- gli incarichi pubblici. E non lo è stato per la democrazia. Se, inizialmente, era parso che il Kazakistan si avviasse verso un assetto politico pluralistico, fondato sul principio della divisione del potere tra gli organi dello stato, ora il quadro è molto diverso. Il presi- dente e la sua cerchia detengono il controllo pressoché totale delle isti- tuzioni. Il parlamento è diventato un docile strumento nelle mani di Na- zarbaev. Alle ultime elezioni politi- che, nell’agosto del 2007, il suo parti- to Nur Otan ha ottenuto l’88% dei consensi e la totalità dei seggi in par- lamento. Si è, così, tornati al partito u- nico di sovietica memoria. Inoltre, con gli emendamenti alla costituzione del maggio scorso, che hanno abolito i vincoli di mandato e d’età alla sua rielezione,Nazarbaev si è assicurata la presidenza a vita.Gli e- lettori, però, non sembrano preoccu- parsene.Tra i kazaki, così come tra la minoranza russa, egli continua a go- dere di un consensomolto alto e, se lo si sente criticare per la diffusa cor- ruzione o l’iniqua distribuzione delle ricchezze, alla fine tutti concordano che con lui ci si sente più tranquilli, perché lo si ritiene in grado di garan- tire la pace sociale.Nazarbaev, quin- di, ha ragione quando, rispondendo alle critiche dell’Occidente, afferma che alla sua gente interessa più la stabilità della democrazia. GAS E PETROLIO Nel suo compito di fondare un nuovo ordine e una nuova stabilità in Kazakistan,Nazarbaev ha avuto un grande alleato: il sottosuolo.Oltre a essere di gran lunga la più estesa tra le cinque repubbliche ex sovietiche d’Asia Centrale, il Kazakistan è anche la più ricca, grazie alle sue ingenti ri- sorse naturali.Gas e petrolio fanno la parte del leone nelle esportazioni e gli hanno consentito di diventare il motore economico della regione, con una crescita annua del Pil supe- riore al 9%. Per le risorse di cui dispone, il Ka- zakistan è corteggiato da molti. La Russia è interessata a continuare a trasportare il suo greggio attraverso il proprio territorio, cosa che, oltre ai diritti di transito, le dà la possibilità di acquistarlo a condizioni di favore e ri- venderlo all’Europa a un prezzo maggiorato.Occidente e Cina sono, invece, interessati ad acquistare gli i- drocarburi kazaki direttamente alla fonte; a questo scopo hanno proget- tato, e in parte realizzato, vie per il lo- ro trasporto alternative a quella rus- sa. Tutti quanti, poi, sono interessati a partecipare allo sfruttamento dei ric- chi giacimenti di gas e petrolio. La competizione tra le compagnie straniere si sta facendo sempre più agguerrita, propriomentre il gover- no kazako, dopo la fase di liberalizza- zione degli anni ‘90, sta ritornando al controllo statale del settore energeti- co (di nuovo il parallelo con la Russia s’impone). In questo contesto s’inserisce an- MC APRILE 2008 55 Il presidente Nazarbaev con i leader religiosi partecipanti al congresso tenuto ad Astanà nel 2003. In basso, la raffineria di Atyrau.

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