Missioni Consolata - Aprile 2008

MISSIONI CONSOLATA MC APRILE 2008 49 C LAUDIO S ARZOTTI È professore di sociologia del diritto e di filosofia del diritto alla Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Torino. D AVIDE M OSSO Avvocato penalista. A NTONIO D E S ALVIA Laureato in filosofia con specializzazione in criminologia, è autore di numerose pubblicazioni su temi di ambito peni- tenziario. M ARIA T ERESA P ICHETTO Professore ordinario di storia del pensiero politico presso la Facoltà di scienze politi- che dell’Università di Torino. È delegata del rettore per l’attività didattica presso il carcere «Le Vallette» (dal 2003, «Lorusso- Cutugno») di Torino. M ARIA L ETIZIA P RIMO Medico, è specialista in medicina legale e psichiatria. Da anni si occupa di medicina penitenziaria. P AOLO F INI Sacerdote, psicologo, da anni si occupa della prevenzione, recupero e riabilitazione dei tossicodipendenti. Ha fondato l’associazione Arcobaleno per il reinserimento dei tossico- dipendenti ex-detenuti. E NRICO L ARGHERO Medico anestesista, teologo, pubblicista, presidente di Bioetica&persona Onlus . In collaborazione con la moglie, dott.ssa M ARIA G RAZIA S INIBALDI , ha curato questo Dossier. L E FOTOGRAFIE DI QUESTO D OSSIER : Le fotografie delle copertine sono dell ’I STITUTO L UCE : carcere di Volterra (pag. 25) e carcere di Caltanissetta (pag. 48). Anche le altre foto in bianco e nero sono dell’ I STITUTO L UCE e sono tratte dal «Calendario 2007» della Polizia penitenzia- ria, pubblicazione curata dall’ufficio relazioni esterne del Corpo di Polizia penitenziaria. Il reportage a colori è di D AVIDE C ASALI , che lo ha effettuato durante la visita al car- cere torinese «Le Vallette» (ora «Lorusso-Cutugno»), svoltasi mercoledì 27 febbraio 2007. Dello stesso D AVIDE C ASALI sono le foto di tema calcistico, scattate (anno 2005) sul campo sportivo del carcere milanese di Opera, uno dei più grandi car- ceri d’Europa. Alle pagine 38-39 le due foto in basso, ai lati sono di P AOLO M OIOLA . R INGRAZIAMENTI : Enrico Larghero e Maria Grazia Sinibaldi ringraziano gli autori dei testi per la preziosa collabo- razione. Paolo Moiola, giornali- sta della redazione MC, ringrazia per la disponibilità e la genti- lezza: la DOTT . SSA C LAUDIA C LEMENTI , direttrice della Casa circondariale «Le Vallette» di Torino, A NNA C ELLAMARO , diret- trice della sezione educativa, e l’ ISPETTORE R OMEO . Si ringrazia altresì A BDELBAKI H AKMI , che ha acconsentito alla pubblica- zione delle foto (pagine 40-41) scattate il giorno della sua laurea. E SUI PROSSIMI NUMERI : Le interviste effettuate da Paolo Moiola nel corso della visita al carcere «Le Vallette» (ora «Lorusso-Cutugno») verranno pubblicate in un prossimo numero di MC. Considerazioni finali Gli autori «S e il carcere è terribile - scrive Pietro Buffa nel suo I territori della pena - non meno inquietante può diventare laprospettivadella libertà,laddoveaquesta corrispondano scarse o nulle opportunità. Dopo aver faticosamente introiettato leregoledell’istituzioneto- tale e aver ricavato uno spazio vitale al suo interno, l’internato si trova catapultato nuovamente all’ester- no, inunmondocherichiede laveloceriacquisizionedi molte abilità che l’istituzione totaleha limitatoe affie- volito». Il sociologo americano Goffman sostiene che l’istituzionecarcerariavaa forzare letreprincipali aree di interessi di ogni individuo: lavoro,famiglia,svago.Le sfere pubblica e privata vengono sostituite in carcere da un’unica fredda ed arida realtà istituzionale infles- sibile, inglobanteedestrutturante.Ladetenzionepro- tratta comporta inevitabilmente la perdita delle pro- prie abitudini di vita e delle proprie sicurezze. Tuttavia una volta entrati nella dinamica, nel «mecca- nismo», lo spirito di adattamento alle regole crea un nuovo equilibrio psicofisico che la fine della scarcera- zioneed il conseguente iniziodi unanuovaesperienza mettono in crisi. È l’angoscia della libertà, la paura di non essere più in grado di affrontare il mondo, di reg- gere l’impattoemotivoconuna realtàprofondamente mutata. Reinserirsi inuncontestosocialenuovo,con il dilemma del lavoro,della casa,della famiglia e degli affetti, rap- presentaunpesante fardello cheminaccioso incombe sulla agognata libertà lasciando un senso di smarri- mento, di vuoto,di angoscia. Il carcere di domani dovrà forse saper meglio amalga- mare la dimensione punitiva con quella riabilitativa, l’e- spiazione della pena con il recupero pieno e autentico dell’individuo. Il carcere migliore, afferma Buffa, sarà quello che riu- scirà a portare a compimento tre operazioni fonda- mentali.Dovràsapergestire i conflitti inmodochenon degenerinoal puntodadeterminareeffetti deleteri sui contendenti; dovrà riuscire a distribuire le risorse evi- tando discriminazioni,ma dovrà soprattutto essere in grado di salvaguardare la dignità degli uomini e delle donne che custodisce. Sonogli ultimi di cui parla ilVangelo,quelli chetutti noi siamo chiamati,pur tramilledifficoltà,a servire inmo- do preferenziale. «Ero...carceratoesietevenuti atrovarmi»cita l’evange- listaMatteo.Lasolidarietàelasollecitudinecristianade- vonodal di dentroe senza ipocrisie trasformare luoghi e persone segnati dalla sofferenza e tendere lamano a chi ha bisognodi futuro,speranza e redenzione. E NRICO L ARGHERO L’ ANGOSCIA DELLA LIBERTÀ

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