Missioni Consolata - Aprile 2008
DOSSIER 46 MC APRILE 2008 dico penitenziario è allora il dot- tore degli ultimi, dei poveri di ri- sorse personali ed ambientali: se la salute è definita come «com- pleto benessere psico-fisico mentale e sociale e non soltanto assenza di malattia...», allora i nostri sforzi si scontrano con realtà ineluttabili. Ma non per questo bisogna scorarsi: presso il carcere di Torino sono presenti da anni importanti proposte che hanno importato una realtà «al- tra» basata sulla valorizzazione dei talenti pur in un ambiente degradato: sono i progetti Arcobaleno , Prometeo , Sestante e Sad . È presente la comunità Arcobaleno (leggere a pagina 48 ) organizzata come una comu- nità terapeutica, pur dietro le sbarre, collegata a strutture esterne dove proseguire un per- corso riabilitativo lavorativo. Ai malati di Aids è dedicata la se- zione «Prometeo» con un pro- gramma dedicato ed una attenta vigilanza infettivologica. La ASL 3 attraverso il progetto «Il Sestante» si occupa della osser- vazione e del trattamento dei pa- zienti psichiatrici. Importanti progetti coinvolgono poi la pre- venzione delle patologie oncolo- giche ed infettive per le quali il carcere costituisce un fondamen- tale osservatore epidemiologico nazionale (il numero esponen- ziale di casi di TBC sta raggiun- gendo l’allarme sociale). Completa il quadro delle inizia- tive un progetto pilota sulla di- pendenza patologica da so- stanze denominato Sad Asl3 (dal nome della Asl competente), che epatico. Cambia la statistica, ma non il tragico finale. LA REALTÀ NON È INELUTTABILE Che dire poi dei malati di mente che, abbandonati a sé stessi, affollano le celle? La stessa legge Basaglia (più nota come «legge 180») ha dimenti- cato i cosiddetti «manicomi cri- minali», come se il matto delin- quente non avesse ragion d’essere in quanto persona. Molti sono, infine, i reclusi por- tatori di grave handicap motorio e poche le strutture che possano accoglierli: questi ultimi vagano allora in celle inadeguate con barriere architettoniche che ren- dono impossibile anche il solo lavarsi: da qui la figura del «pian- tone» in realtà un altro recluso di buona volontà che si presta a soddisfare le esigenze primarie quale il lavarsi, il vestirsi e quant’altro. Il quadro sovra de- scritto meriterebbe un adeguato sforzo anche economico, ma la sanità penitenziaria, ad onta di una richiesta di salute sempre più accentuata, si scontra con ta- gli di spesa ogni anno più mar- cati tanto che nelle piccole car- ceri è miracoloso raggiungere i livelli minimi di assistenza. Il me- Foto del 1951: sopra, servizio barbe- ria nel manicomio penale di Barcel- lona Pozzo di Gotto; a lato, casa pe- nale per minorati a Pozzuoli.
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