Missioni Consolata - Aprile 2008

MISSIONI CONSOLATA MC APRILE 2008 39 chio ordinamento). Uno degli studenti, laureatosi in scienze politiche con 110 e lode ha vinto il Premio Optime istituito dall’Unione Industriale e ha otte- nuto un permesso speciale per andarlo a ritirare. Le motivazioni che hanno spinto l’Università ad interessarsi del carcere sono di carattere so- ciale e civile da un lato, in quanto si ritiene che il carcere sia un luogo di ricupero, riabilita- zione e reinserimento sociale; scientifico e didattico dall’altro ( Dora Marucco in Convegno Carcere e società, pp.49-51 ). L’istituzione del Polo risponde all’esigenza di garantire a tutti il diritto allo studio (sancito dalla Costituzione), anche ai livelli più elevati, in qualsiasi condizione della loro esistenza, purché sus- sistano le premesse per aspi- rarvi. L’Università, che svolge un compito di formazione e di cul- tura nei confronti dell’intera so- cietà, si impegna affinché i dete- nuti iscritti alle due Facoltà pos- sano effettivamente studiare, completando il loro iter scola- stico. L’attività didattica rivolta agli studenti detenuti parte dalla consapevolezza che tutte le isti- tuzioni, nel momento stesso in cui ha inizio l’espiazione della pena, devono operare per far sì che chi affronta questa dolorosa esperienza non sia isolato e se- parato dalla società in cui dovrà rientrare. Tutti i docenti che collaborano a questa iniziativa sono convinti, inoltre, che la cultura è libertà, impegno, fatica che richiede senso del dovere, momento di dialogo, e che la crescita cultu- rale sia un patrimonio sociale da incrementare a beneficio di tutti; il possesso di maggiori capacità critiche favorisce certamente una collocazione più consapevole al- l’interno della società, con cogni- zione dei diritti e dei doveri e senso di responsabilità nei con- fronti dei cittadini e delle istitu- zioni. Se tutto ciò ha un peso nel pro- cesso di risocializzazione del de- tenuto, lo ha anche per l’inte- resse scientifico che l’Università esprime verso ogni forma di ma- nifestazione umana e nei con- fronti degli ordinamenti e delle istituzioni che la società ap- pronta per governare i compor- tamenti. Sul piano didattico per l’Università il Polo è una sfida continua a creare e a sperimen- tare metodi di insegnamento di- versi (rivolti a studenti lontani dalle sedi universitarie), a realiz- zare una preparazione culturale in condizioni sottoposte a co- stanti mutamenti e tenendo conto del fatto che gli studenti sono eterogenei sia per età, cul- tura, lingua, diversità delle espe- rienze di vita, sia per la distanza temporale dalle esperienze di studio precedenti. Claudio Sarzotti ha messo in evidenza ( Carcere e società, pag.100 ) che l’esperienza del Polo è utile non solo per gli stu- denti detenuti ma anche in dire- zione opposta, poiché ha se- gnato una maggior sensibilità da parte dell’Università ai problemi del carcere e al ruolo che essa deve svolgere nei confronti dei cittadini che stanno pagando il loro debito con la società. L’inserimento in un’attività formativa contribuisce al miglioramento della condizione psichica e affettiva del recluso (Pietro Buffa) “ ” Torino, Le Vallette: la direttrice del carcere, dott.ssa Claudia Clementi.

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