Missioni Consolata - Aprile 2008

DOSSIER 30 MC APRILE 2008 prigione l’abitudine a rispettare la legge. Le poche ricerche accredi- tate (la più recente svolta proprio dal ministero della giustizia) ci di- cono che quasi il 70% dei condan- nati torna a commettere reati en- tro 5 anni dalla conclusione della detenzione. Si parla, al proposito, del cosid- detto fenomeno «porta girevole», nel senso che molti detenuti con- tinuano ad entrare ed uscire dal carcere come seguendo la rotazio- ne delle porte di un albergo. È suf- ficiente analizzare la composizio- ne sociale della popolazione re- clusa per rendersi conto che si tratta di persone la cui marginalità sociale rende altamente probabile l’esito carcerario e la recidiva. Un quarto di tale popolazione ha pro- blemi di tossicodipendenza e/o di alcoldipendenza, oltre il 35% di es- sa proviene da paesi stranieri ed è in attesa, una volta scontata la pe- na, di essere rimpatriata perché giunta in Italia clandestinamente. MISURE ALTERNATIVE: VALIDE, MA IMPOPOLARI Il carcere, secondo il nostro or- dinamento giuridico, dovrebbe co- stituire l’ extrema ratio delle mo- dalità punitive, riservato solamen- te ai reati considerati più gravi. Che fine hanno fatto le forme alternati- ve alla carcerazione introdotte con la lontana riforma dell’ordinamen- to penitenziario del 1975? Rispet- to alle misure alternative, esse ri- sultano in aumento nel corso degli ultimi anni se pensiamo che le per- sone sottoposte ai vari regimi di li- mitazione della libertà ( semili- bertà, detenzione domiciliare, af- fidamento in prova ai servizi sociali ) sono arrivate ad essere pa- ri a quelle detenute in carcere. L’opinione pubblica, tuttavia, è frequentemente chiamata a scan- dalizzarsi di casi di cronaca in cui condannati a misure alternative commettono altri reati, dimenti- cando peraltro che la percentuale di questi casi è bassissima e che i progetti di reinserimento sociale dei reclusi necessitano di un pe- riodo di verifica che non può che passare attraverso forme, anche li- mitate, di libertà del condannato. Le ricerche dimostrano che coloro La salute rappresenta uno degli aspetti più delicati nel mondo libero, figuriamoci nel contesto penitenziario (Pietro Buffa) “ ” Il carcere non è un ambiente asettico e inerte. È un sistema umano complesso, profondamente permeato da reti relazionali e interessi incrociati e contrapposti (Pietro Buffa) “ ” Carcere di Opera, a Milano (2005): allenamenti di «Freeopera», la squa- dra di calcio dei detenuti.

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=