Missioni Consolata - Aprile 2008

MISSIONI CONSOLATA Le sue fonti sono le stesse della teo- logia: il Corano , la sunna , il consenso della comunità ( ijma ), l’ ijtihàd , ragio- namento individuale di tipo analogi- co, che permette unmargine di in- terpretazione e adattamento. La sha- ri’a regola questioni assai diverse, dalla modalità della preghiera allo statuto della famiglia». E analizzando le risposte, prose- gue: «Tra i più favorevoli al modello sciaratico si riscontrano coloro che provengono dall’Egitto (57%) e dalla Somalia (50%), paesi investiti negli ultimi decenni dall’onda lunga del “risveglio islamico”. Ed è proprio tra i seguaci dell’orientamento islamista che si trovanomolti di coloro che si dichiarano a favore delle pene cora- niche (61%), richieste inmaggioran- za da egiziani (67%),marocchini (63%), somali (62%) e tunisini (61%)». Stupisce che nessuno degli intervi- stati abbia chiesto chiarimenti sul- l’applicazione della shari’a , se essa ri- guardi il paese di provenienza o an- che l’Italia. Sarebbe interessante appurare che cosa intendono coloro che hanno risposto «solo per certe cose»: e cioè, per regolare questioni interne alla comunità islamica o con incidenza sulla società civile del pae- se che li ospita. I ricercatori hanno tratteggiato le seguenti identità socio-politiche, per cercare di individuare il gruppo di appartenenza degli intervistati: 1- islam-politico: ritiene che una buo- na società debba essere governata con la shari’a ; vuole le pene corani- che e la Banca islamica; 2- islam-moderato: ritiene che una buona società debba essere gover- nata con la shari’a solo per certe co- se, vuole il velo per chi lo desidera, sceglierebbe una scuola statale con insegnamento dell’islam; 3- islam-laico: ritiene che una buona società non debba essere governata con la shari’a, non vuole né pene co- raniche né banche islamiche. Interessante è l’analisi dei dati su questi parametri: solo il 13,61% dei musulmani albanesi intervistati (4,5% del campione totale) appartie- ne all’identità socio-politica dell’i- slam laico.Tutti gli altri intervistati so- no suddivisi tra islam-moderato e i- slam-politico, e unmodesto gruppo residuale (2,8%). Il 67,16% (64,64% senza albanesi) appartiene all’islam- moderato (72% albanesi, 64%ma- rocchini, 76% senegalesi, 65% tunisi- ni, 57% egiziani, 51% somali);mentre il 24,44% degli intervistati (32,56% senza albanesi) appartiene all’islam- politico (33%marocchini, 8% albane- si, 21% senegalesi, 33% tunisini, 44% egiziani, 42% somali). Commenta il prof.Guolo: «Il proces- so di individualizzazione, che segna la progressiva autonomia del singolo e l’autopercezione di sé come sogget- to, segna sempre più l’esseremusul- mano in occidente...Quello che e- merge dalla ricerca è dunque un i- slam sfaccettato più chemonolitico». MOSCHEE E LORODIRIGENTI «Ogni moschea è indipendente dalle altre - chiarisce Tino Negri -. I suoi dirigenti esprimono l’ideologia politico-religiosa del gruppo che fre- quenta la moschea, o per lomeno del gruppo fondatore, e colui che so- litamente è definito imamne incarna i fini e gli obiettivi sulla scena sociale. Non esiste una struttura“ecclesiale” nell’islam, né una gerarchia di gover- no dell’istituzione. Sono sbagliate dunque le equazioni imam-prete (o vescovo) e moschea-chiesa». Negli anni ‘90 i centri islamici si so- nomoltiplicati inTorino e provincia, intessendo tra di loro «reti associati- ve allo scopo di negoziare conmag- gior forza le proprie richieste nei con- fronti dell’ambiente circostante, del- l’autorità locale e dello stato». Sono stati identificati tre tipi di «centri di culto», in base alla capienza degli edifici: grandi (ospitano 200 persone),medi (da 100 a 200), piccoli. «I locali sono, a volte in buono stato, altre volte, fatiscenti,ma sempre si- stemati con cura, con tappeti, sup- pellettili e simboli essenziali...Quasi tutte le moschee, eccetto quelle mol- to piccole, assicurano la scuola cora- nica e di lingua araba per i ragazzi, che si svolge nei giorni di vacanza scolastica, il sabato pomeriggio e la domenica». ATorino sono stati identificati due poli del «culto islamico piemontese» a San Salvario e a Porta Palazzo, svi- MC APRILE 2008 25 Una macelleria islamica nella zona di Porta Palazzo (Torino). Interno di una delle moschee della città di Torino, situata in corso Giulio Cesare.

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