Missioni Consolata - Aprile 2008

grande, per circa 23 metri. La ricerca proseguì, scoprendo oltre 200 metri di terreno. Ominidi a stazione eretta, cammi- narono qui 3 milioni e mezzo d’anni or sono, lasciandoci il ricordo del lo- ro passaggio. La serietà degli studi sul tufo vulcanico in cui le orme so- no state impresse, non lascia spazio a dubbi.Con il metodo potassio-ar- go è stata confermata a più riprese la datazione dei due tipi di tufo esa- minati: 3,59 e 3,77 milioni di anni. Laetoli è stato per tanti anni un’e- sclusiva del passaggio «firmato» con i piedi dai nostri...progenitori.Oggi il sito divide la sua esclusiva con altri luoghi che conservano orme di pie- di umani:Damasco,Ungheria,Nizza (Francia) e Italia. I visitatori del Museo etnografico e di scienze naturali dei missionari della Consolata, sostando davanti alla vetrina che racchiude il calco di Laetoli, possono immergersi, senza troppa fatica, in un passato tanto re- moto e immaginare una mamma e un bimbo per mano, scalzi, forse im- pauriti dal brontolio del vulcano, di- retti verso un luogo più sicuro e più protetto.Un luogo dal quale non hannomai fatto più ritorno. Il museo offre ai visitatori altre possibilità di sogno, immergendosi nel mondo di altri popoli e culture. In cento anni di presenza tra popoli dell’Africa,Asia e America Latina, i missionari della Consolata hanno raccoltomigliaia di oggetti, che ven- gono conservati come testimonian- za di civiltà scomparse o in via di e- stinzione sotto l’incalzare della ci- viltà del mondo globalizzato.Un immenso patrimonio, che in tanti casi sarebbe andato distrutto per sempre. I missionari sono lieti di accoglie- re, previo accordo, scolaresche e gruppi vari che hanno piacere di far- ci visita. Sarà una visita guidata che approfondirà tante nozioni già a- scoltate dai loro insegnanti. Sarà, so- prattutto, un’occasione per «aprire una finestra sul mondo». ■ Ma fortuna e gloria stavano bus- sando in casa Leaky: ad aprirla fu la moglie.Nel 1979,Mary Leaky decise di fare un ennesimo safari a Laetoli in cerca di materiale.Aveva adde- strato un autentico fenomeno kenyano, Kaymoya Kimeu, a cono- scere i fossili.Non ci volleromolti giorni e Kimeu portò a Mary un bel fossile di ominide. Il gruppo di ricer- catori si ingrossò e il carniere si riempì di 42 denti di ominidi e un te- schio con infissi ben 9 denti. Il mon- do paleoantropologico lo conosce era come il fossile ominide LH4. M a Laetoli riservava una in- credibile sorpresa. Il gruppo di ricercatori, annoiati da tanto sole e assai poco divertimen- to, presero un giorno a giocare alla... guerra. I proiettili usati consistevano nell’abbondante sterco di elefante disseminato in quell’area.A un certo punto, un giovanetto di nome An- drewHill,mentre tentava di sfuggire al lancio di un proiettile e raccattava dal suolo...munizioni, notò strani in- cavi nel letto asciutto di un torren- tello; si fermò come una statua a contemplare delle impronte che egli definì subito come orme di animali... Dovette trascorrere un altro anno, quando Philip, figlio della Mary Leaky, scoprì altre tracce che somi- gliavano sospettosamente a orme di...piede umano. Mary Leaky diede la notizia al mondo, esagerando forse e giocan- do di fantasia: parlò addirittura di primi uomini in viaggio verso un i- potetico pozzo d’acqua e di animali impauriti, che fuggivano di fronte al- l’incombente pericolo del vulcano eruttante.Qualche antropologo rise sotto i baffi, perdonando alla Leaky il troppo sole equatoriale dei suoi tan- ti anni africani;ma un’esperta ameri- cana, Louise Robbins, accettò di u- nirsi al gruppo per ulteriori ricerche. Le orme trovate, fotografate e poi studiate con calma, finirono di crea- re disaccordo.Una di esse, però, tro- vata da un certo Paul Abell, aveva caratteristiche assai strane.Meritava di continuare la ricerca. Ma esasperazione e disaccordo a- vevano ormai raggiunto il culmine. Mary Leaky diede ancora,ma a ma- lincuore, il permesso di cercare e scavare. «Un piccolo scavo - disse Mary -,ma piccolo piccolo». Era così sicura che non ci fosse altro da tro- vare, che affidò il compito a Ndibo, un africano pacioccone addetto alla pulizia del campo base. Ndibo si mise al lavoro, imitando come per scherzo i suoi «professori». Tornò il giorno dopo tutto giulivo e disse alla Mary: «Vieni a vedere, ma- maMary , ho trovato due orme: una grande e una piccola». Pur credendo che si trattasse di uno scherzo,Mary andò a vedere e rimase con gli occhi sbarrati. Le or- me si dirigevano verso nord, in un intrico di vegetazione, protetto da una zona erbosa. Il gruppo si preci- pitò con rinnovato entusiasmo al la- voro di pulitura: orma dopo orma, con certosina pazienza, liberarono un lungo pezzo di terreno: alla fine apparvero più di cinquanta orme appaiate, una piccola e una molto MISSIONI CONSOLATA MC APRILE 2008 15 Per informazioni: padre Giuseppe Quattrocchio Tel. 011.44 00 400 Uno studioso americano sul luogo archeologico di Laetoli.

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