Missioni Consolata - Aprile 2008
14 MC APRILE 2008 TORINO Museo etnografico / Contemplando una vetrina... La vetrina in questione racchiude un calco con le orme di un adulto e di un bambino, risalenti agli albori dell’umanità. È uno delle migliaia di oggetti che i missionari della Consolata hanno raccolto in oltre 100 anni di presenza tra popoli e culture diverse e li conservano nel loro Museo. Una autentica «finestra sul mondo». «C redo che queste orme sia- no allo stesso livello delle più fantastiche e illumi- nanti scoperte di questo secolo...». Così si espresse l’antropologoTim White in un suo rapporto a un grup- po di studiosi ricercatori,e continuò: «Orme come quelle di esseri umani moderni.Se ce ne fosse una su una qualsiasi spiaggia,oggi,e si chiedesse a un bambino di quattro anni di cosa si tratti,quel bimbo direbbe subito che si tratta di orme lasciate da qual- cuno che camminava.Non le trove- rebbe differenti da altre centinaia». Il calco di queste orme lo si può ammirare anche aTorino,Corso Fer- rucci 14,nel Museo etnografico dei missionari della Consolata . In un si- lenzioso angolo di questo ricchissi- momuseo è obbligatorio fermarsi di fronte a una speciale vetrina, che riporta quanto successe agli albori dell’umanità. È un angolo d’Africa trasportato tra noi, incurante dello sferragliare dei tram e dello stridio delle gomme delle auto transitanti nel corso. Mi son fermato, per lungo tempo, di fronte a questa vetrina e ho so- gnato. Ma un sogno vero, accaduto 3 milioni e mezzo di anni fa... S iamo in una sperdutissima lo- calità che oggi i tanzaniani chiamano Laetoli. Il vulcano non troppo distante chiamato Sadi- man, ha eruttato un’ennesima fitta nube di ceneri di carbonatite: una sostanza simile a quella di una no- stra spiaggia dalla sabbia molto fine. Sul terreno rimane un sottile stra- to di poco più di un centimetro. Poi cade la pioggia. La cenere si impre- gna di acqua, formando come una pastina di cemento fresco.Creature, abitanti nei dintorni, cominciano a muoversi e a imprimere le loro orme su questo strato di ceneri: elefanti, giraffe, antilopi,maiali, lepri, struzzi, uccelli, insetti... e creature umane. Lo strato di cenere si indurisce presto al sole e, prima che torni a piovere, un’altra eruzione e un’altra ancora in un tempo non lungo, forse poco più di unmese. Lo spessore raggiunge i 20 centimetri. Venti cen- timetri di polveri vulcaniche in balia del vento,ma anche terreno fertile per la crescita, in tempi dovuti, dei primi licheni. Passano gli animali e passano an- che gli uomini. Sulla regione cade per sempre il silenzio, dopo che i vulcani hanno tuonato per l’ultima volta. E il silenzio dura per 3 milioni e mezzo di anni fino a un certo giorno del 1935. Quella mattina la valletta verde di Laetoli si sveglia da un sogno.C’è un bianco venuto da Nairobi alla ricerca di qualcosa da incuriosire la fretta degli antropologi, che in tutta l’Afri- ca si danno da fare per scoprire gli «albori dell’umanità». Il suo nome è Louis Leaky, un pastore protestante che ha anche contagiato la moglie Mary della stessa sua passione. Come un segugio in cerca di pre- da, Leaky osserva e accatta roba quasi incomprensibile. Poi eccoti un bell’esemplare. «Un canino di vec- chio babbuino» lo definisce senza troppo pensarci; e con questa eti- chetta lo spedisce in «omaggio» al BritishMuseum di Londra. Q uel dentino restò pacifico, nascosto tra i tanti altri, fino al 1979, quando un giovane studioso,TimWhite, lo notò e lo stu- diò a fondo.Quel dente finì per esse- re «riscoperto» come il più antico re- perto fossile di ominide (superato poi dalla scoperta di « Lucy » e altre poche più recenti). Se Leaky l’avesse saputo, avrebbe fatto salti di gioia nonostante i suoi proverbiali dolori artritici. Sulla scia di Leaky, si fece avanti un tedesco, Kohl Larsen, il quale a sua volta raccolse un pezzo di mascella con un paio di premolari.Anche questo studioso si accontentò di classificare detto reperto come quello di una scimmia antropomor- fa. Era infatti inconcepibile per gli studiosi ante guerra (si tratta di stu- diosi di oltre 50 anni orsono) pensa- re a fossili del genere Homo o Omi- nide vecchi di milioni di anni. Povero Leaky e povero Larsen! A- vevano la gloria in tasca e non lo sepperomai. di Giuseppe Quattrocchio LE ORME DI LAETOLI
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