Missioni Consolata - Marzo 2008

gli ultimi mesi, si cominciano a ve- dere i n strada ragazze orientali e in particolare cinesi. «Le ragazze nigeriane dicono tutte d i avere 18 anni, ma moltis- sime hanno l'aria di ragazzine» f a notare Valerio Pedroni, responsa- bile del settore donne in condizio- ni d i fragilità sociale d i Segnavia, una struttura legate a i padri So - maschi. Gest isce cinque unità d i strada, un drop in, un progetto in- door, case d i prima e seconda ac- cogl ienza, i l tutto f inal izzato a to- gliere l e ragazze dalia strada e of- frire percorsi di recupero che diano loro una nuova chance di vita. «Molte di loro vivono tra Milano e Torino - cont inua - e si riversano la sera sulle strade del la periferia mi lanese. È difficile stabilire u n contatto con loro. Spesso sono i n gruppo e non si riesce ad avere un rapporto personale; sono diffiden- ti, ed è difficile andare al di là di un contatto superf iciale che può es- sere facilitato dalla loro esuberan- za, ma che spesso non va molto i n profondità, inoltre, alcune maman che le gest iscono e le control lano, a volte sono in strada pure loro; l e minacciano e l e scoraggiano dal- l'aver e contatti con persone ch e non siano i clienti. E poi loro stes- se, essendo numerose e dunque dovendo lottare co n un a vas ta "concorrenza", non sono molto di- sponibili a "perdere tempo" con de- gli sconosciuti». VINCERE LA DIFFIDENZA «In passato - aggiunge Palma Fe- lina -, a fronte d i una presenza i n strada significativa, erano poche l e nigeriane nelle case d i accogl ien- za. Avevano paura a denunciare, specialmente se non avevano an- cora finito di pagare i l loro debito. Quelle che decidevano d i scappa- re non andavano nelle strutture d i accogl ienza, si aiutavano tra di lo- ro. Non si fidavano di altri. Negl i ul- timi anni, invece, arrivano più nu- merose. Molt e sono seguite in pro- getti territoriali. Alcune scappano, perché non ce la fanno più, prima di aver finito d i pagare i i debito. Dopo la denuncia, vengono porta- te lontano dai luoghi in cui hanno vissuto e lavorato. Ma spesso non dormono e s i amma l ano. Mostra- no segni visibili d i malessere e d i traumi non solo f isici, ma anche psicologici». in alcuni casi si al lontanano dal- la strada grazie a un ex-cliente che si é affezionato loro e che le aiuta. Ma i matr imoni d i comodo no n rappresentano l a principale v i a d'usci ta delle niger iane; é molto più diffuso tra ragazze di altre na- zionalità, in Italia molte sono state regolarizzate attraverso le sanato- rie (comprese alcune madamé). Sempre di più sono quelle che de- nunciano i loro sfruttatori e che i n base al l 'articolo 1 8 ot tengono i i permesso di soggiorno umanitario (cfr. p. 40). STRUMENTI INADEGUATI Tuttavia, gl i strumenti legali Daiono ancora inadeguati per com- jattere i l problema alla radice. Sia perché i n Italia le forze dell 'ordine e l e procure non hanno abbastan- za mezzi per far fronte al la com- plessità del la tratta, sia perché a li- vel lo nigeriano c' é una totale im- punità. «La maf ia niger iana - spi ega Gi anluca Epicoco, sost i tuto com- mi ssar io del la squadra mobi le d i Gremona, che da 12 anni svolge in- dagini e ricerche in questo ambi to - é comp l es sa e stratificata. A l li - vel lo più basso s i trovano l e ma- man, che rappresentano l'ultimo nodo di una rete che si dipana tra l'Italia e l a Nigeria. A un livello in- termedio, i l potere passa agli uo- mini che gest iscono la logistica del traffico da Benin Gity a Lagos e da lì al l 'Europa, soprattutto Parigi, ma anche Amsterdam e Madrid per poi arrivare a Torino. Poi, a un livello più alto, troviamo i veri e propri trafficanti, che stanno i n Nigeria: una struttura ben organizzata, po- tente, rami f icata, con molti con- tatti, capace di corrompere ad alti livelli, con legami con governi e ambasciate, e addentellati in tutta Europa. Una vera e propria as so- ciazione a del inquere, i n grado d i trafficare documenti e vist i, oltre che ragazze, su scala trans-nazio- nale. D i fronte a una simi le orga- ni zzaz ione, spesso noi non abbia- mo né le risorse umane né i mezzi necessari per fronteggiarla e com- batterla adeguatamente». Un nuovo escamotage escogi ta- to da qualche anno é quel lo del la richiesta di asilo politico all'arrivo in Italia, magari spacc iandosi per sierral ionesi, liberiane o avoriane. Le ragazze vengono allora portate in appositi centri d i pr ima acco- gl ienza, da dove alcune scappano subito. Altre presentano la doman- da alle questure, dove ottengono un foglio per richiedere asilo e d a quel momento, sino al termine del- la valutazione della loro richiesta, non possono essere espulse. Sempre d i più, tuttavia, queste ragazze arrivano con storie molto plausibi l i, ma tutte uguali, che im- parano a memor ia e recitano da- vanti alle forze del l 'ordine, faci l- mente smascherabi li da chi hau n po' di esper ienza e conoscenza del problema, nonché dei luoghi d i o- rigine. n Lombardia sono 3 4 l e as so- ciazioni, i gruppi, gli enti che s i occupano d i queste donne e d i tutte quelle che subiscono umilia- zioni e violenze, vendendo i l loro corpo. Oggi lavorano sempre pi ù in rete per provare a restituire loro la dignità e r iconsegnare il destino nelle loro mani. CARITA S AMBROSIAN A Dal 1994 Daritas ambrosiana ha iniziaot ad accogliere e assistere donne immigraet costrette a prostituir.siE continua a farlo ancora ogg,i in collaborazione con la coope- rativa «Farsi prossimo». L'intervenot coin- volge più serviz,i che cercano di rispondeer alia complessità del fenomeno: l'unità d i strada Avenida, per intervenit di bassa so- glia l à dove lavorano; i l Servizio disagoi donne (Se.D), che offre ascolto e orienta- mento; la tuteal legale per le donne vittime di tratta; la casa di prima accoglienza Liri a indirizzo segreto, che offre protezione e ospitalità, e che può accogliere sino a 8 ra- gazze, dai 6 ai 9 mesi; gli appartamenit d i seconda accoglienza, dove possono fer- marsi sino a 12 mesi prima di ricominciaer una vita autonoma. inoltre, Caritas ambrosiana s i occupa d i sensibilizzazioen e formazion,e partecipa a l Coordinamenot Caritas nazionael e regio- nale e ai tavoli istituzionai ldi regione, provin- cia, comune, prefettuar e questura. Dal 2GD4, insieme a CgiI, Disi e Uil h a promosso un Forum permanenet sulla pro- stituzion,e che ha lo scopo di allargare il di- battiot e uscire dalia povertà dei luoghi co- muni su tematiche più ampie che riguardino la relazione tra i gener,i l'educazione a una sessualità più responsabil,e i l rapporot de- naro-poteer e l'approfondimenot delie mot-i vazioni delia domanda del cliente. Partecipa inolter all'Osservatoroi perma- nente sulla prostituzioencreato in collabora- zione con la provincai di Milano e l'Università della Bicocca per la raccolta e reiaborazione di dati sulle donne incontraet dalle unitàd i strada e ospitate nelle case di accoglienza. MC MARZO 2008 • 3 9

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