Missioni Consolata - Marzo 2008

DOSSIE R sorta di ghetto, mangiano il loro ci- bo, usano i loro prodotti per l'igie- ne, si procurano le medicine tradi- zional i, vanno persino nelle loro chiese. . In alcune trovano confor- to, in altre incontrano pastori, o se- dicenti tali, coinvolti nel la tratta, che danno giust i f icazioni «mist i- che» o «spirituali» al l ' incubo che stanno vivendo. «È Dio che lo vuo- le!» si convincono. Rinchiuse nelle loro «piccole Ni- gerie» italiane, non si mi schiano, fanno vita a parte. L'unico fine so- no i soldi: money, money, money. Un chiodo f isso, the big issué. «Agli inizi degli anni Novanta - spiega Palma Felina, responsabi le del settore donne vittime di tratta di Caritas ambrosiana -, era possi- bile trovare le ragazze nigeriane sulla circonvallazione interna di Mi- lano. Ora sono sempre più fuori città. Questo per un insieme di fat- tori: per gli interventi della pol izia, ma soprattutto in seguito alle lotte tra le diverse mafie che gest iscono le ragazze. Così le nigeriane sono state sempre più al lontanate dal centro. Ora è possibile trovarle nel- le zone industriali periferiche o in provincia. Sono lì soprattutto di notte, ma neW'hinteriand sono co- strette a lavorare anche di giorno. Daiia miseria deiie periferie nigeriane, aii'emarginazione e schiavitù in itaiia. Alcune sono in strada da più anni, nonostante il turn-over. Oggi le spostano con più frequenza, per e- vitare che possano legare tra di lo- ro o cercare rapporti particolari con qualche cliente». La gest ione del territorio è cru- ciale per chi sfrutta questo traffico aberrante. Soprattutto da quando è in atto un processo di «diversifi- cazione» negli appartamenti e nei night-ciub. Le nigeriane, però, so- no rimaste sempre in strada, in al- cuni posti «storici» fuori città e sempre più nelle periferie e in pro- vincia. Secondo le ultime statistiche di- sponibili del l 'Osservatorio perma- nente sul la prostituzione, risalenti al 2006, nelle case di accogl ienza lombarde, il 35,2%del le ragazze o- spitate sono rumene, il 3 3 , 3% ni- ger iane, in percentuali molto mi- nori moldave, albanes i, uzheke, ukraine e russe. Oltre la metà non ha alcun titolo di studio formale o ha il diploma di scuola elementa- re. Nei loro paesi d'origine erano di soccupate o svolgevano lavori saltuari in condizioni di grande precarietà, il 7 0% è nubile, mentre il 30% ha uno o più figli. «Circa l'80% - aggiunge suor Clau- dia Biondi, coordinatrice del setto- re Aree di bisogno di Car i tas am- brosiana - dice di non aver saputo che una volta in Italia sarebbe sta- ta costretta a prostituirsi. Quasi tut- te sono state ingannate o aggirate, mentre un Ì 0% è stata vittima di violenza o rapimento. Negl i ultimi anni è aumentato il numero delle ragazze nigeriane sempre più gio- vani, sia perché soddisfano le esi- genze dei clienti sia perché sono più facilmente controllabili e mani- polabili dai loro sfruttatori». SEMPRE PIÙ GIOVANI, PER BAUERE LA CONCORRENZA In Lombardia la pr esenza delle nigeriane é piuttosto significativa e numericamente stabile, mentre é cresciuto negli ultimi anni il nu- mero del le ragazze provenienti dal l 'Europa dell 'Est e in particolar modo dal la Romania. Recente- mente, é aumentata, sia sul la stra- da che in appar tamento, la pre- senza di ragazze latinoamericane (e in particolare hrasi l iane). E, ne- 38 • MC MARZO 2008

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