Missioni Consolata - Marzo 2008
CONSOLATA Qui Milano: reportage dalla capitale del «mercato» r j r- r - r ZrAriZr Nella capitale economica e finanziaria italiana anche le nigeriane non sfuggono alla legge del mercato, che le relega in un ghetto di vessazioni e umiliazioni. La complessa organizzazione mafiosa che le gestisce rende difficile alle forze dell'ordine di comprendere il fenomeno e alle organizzazioni impegnate nella lotta al racket di aiutarle a liberarsi. L a Binasca di notte è il girone infernale delle ragazze nige- riane. Specialmente nel tratto Carpiano-Siziano, periferia sud di Milano, in gruppo, mezze nude, o nude del tutto, accanto a focherel- 11 per strappare un po' di calore nel- le gelide notti d' inverno. Stanno al- la periferia del la periferia, ai mar- gini di un mondo spietato, che seleziona e marginal izza anche gli ultimi tragli ultimi. Anche chi è già così disperato da essere costretto a vendere il proprio corpo. VECCHIE NUOVE MAFIE La gerarchia del la strada è cru- dele e spietata. Nella capitale eco- nomica e f inanziar ia italiana, nep- pure le ragazze sfuggono alla fer- rea legge del la domanda e del ia offerta. Al centro le più «redditi- zie», hrasiliane soprattutto, ma an- che italiane, est-europee, addirit- tura giapponesi, gestite da mafie potent issime. Lavorano sempre più negli appartamenti e nei cluh e prendono appuntamenti tramite siti spec i a l izzat i. Lo scorso anno sono stati calcolati almeno 1 S mi- la annunci del genere. Poi, uscendo dalla città, lungo le strade provinciali che a raggiera si allontanano dal centro, si incontra- no via via quelle più a «huon mer- cato»: mol t issime est-europee e, sempre più lontane, le nigeriane. Tutte oggetto di violenza e merci- ficazione del corpo. Spesso in con- dizioni di vera e propria schiavitù. A Milano, la mafia stor ica era quel la sudamer icana, scalzata poi da quel la albanese e dell'Est euro- Milano, capitale economica e finanziaria d'itaiia. peo. Anche perché gestire i giri di prostituzione in città costa: richie- de «investimenti» (soprattutto in appartament i) che i nigeriani non fanno, in strada, tutto costa meno: il Joint (il posto) come pure la ra- gazza. Una nigeriana é costretta a svendere il proprio corpo ai mass i- mo per 20 euro, spesso anche me- no. Il debito che devono r imborsa- re, però, raggiunge cifre spavento- se: mediamente dai 50 ai 60 mi la euro, a volte anche di più. E inoltre devono pagare alla maman l'affit - to, il cibo, gli abiti «da lavoro», non- ché offrirle regali costosi, in cam- bio di un trattamento più umano. Altrimenti, finiscono col subire an- che in casa i soprusi e violenze che già sopportano in strada. E anche se la mafia nigeriana é ri- tenuta meno violenta di quel la al- banese o est-europea, non sono ra- ri i racconti di stupri a opera dei trafficanti, di torture e violenze fi- siche e verbal i. Spesso le ragazze vengono obbl igate a lavorare an- che quando sono malate o in gra- v i danza o ad avere rapporti ses- suali non protetti; se rimangono in- cinte vengono costrette ad abortire (alcune parlano addirittu- ra di una dozz i na di aborti!) o ven- gono sottratti loro i figli e usati co- me strumenti di ricatto. «PICCOLE NIGERIE» ITAUANE Ch i use in questo mondo di ves- sazioni e umi l iazioni, vivono in i- talia, ma per certi versi potrebbe- ro essere ovunque. Sanno a mala- pena qualche parola di italiano; fuori dal ia strada, vivono in una MC MARZO 2008 • 31
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