Missioni Consolata - Marzo 2008

« IN ITALI A HO SCOPERT O OOEST O ORAMMA» Suor Dorothy Ezeh, delle Figlie de l Divino Amore, è tra quelle ch e cercano di recuperare queste ragazze, ma soprat- tutto ch e lavorano pe r fare prevenzion,e andando anche ne i villaggi più remot,ii n moto 0 a pied,i attraverso paludi e fore- ste, pe r sensibilizzaer le famiglei e bloc- care questa emorragai d i ragazze ch e la - sciano il paese e perdono se stesse. Suor Dorothy ricorda ancora oggi l o choc di quando, 10 anni fa, scoprì improv- visamente i l fenomeno della t rat ta delle sue connaziona.li Er a in Italia per studiare e un a sera d'inverno l'hanno portaat i n strada. «L ì c'era un a ragazza di 1 6 ann,i seminuda - racconta -. Tremava dal freddo. "Perché sei venuta in Italia?" le ho chiesto. "Mio cugino m i ha portata pe r lavorare e aiutare la mia famiglia." "Ma non vedi dove sei finita?" le ho detto. Le i mi ha risposot che è il Signore ch e l'aveva voluto. "Non è Dio, se i tu"! ho gridato. M a le i non voleva lasciare la strada. Aveva paura d i morire. Lei e la su a famiglia. Voleva un rosario e glierho dato. Non dimenticherò mai que-l l'incontro: m i ha sbattuot in faccia un a realtà che ignoravo e che molti miei concit- tadini ancora non conoscono o fingono d i non sapere». Oggi suor Dorothy fa parte di una rete capillare d i religiose ch e in diverse città della Nigerai s i occupano d i queste ra - gazze. questo dramma, Inevitabilmente t i interroghi. Su i loro futuro e su i fu - turo d i questo paese. Perché dob- biamo permettere d i rendere schia- va un a generazione d i nostri gio- vani? È una generazione persa. Pe r questo dobbiamo lottare co n tutt i i mezzi pe r impedire ch e questo cont inui. M a no n è faci le. Perché c'é u n problema d i povertà, d i im - punità e anche d i perdita de i valo- ri. S e no n c i sono fondamenti no n si pu ò costruire nulla. M a é diffici- le fa r passare u n messaggio a un a persona che ha fame. No n ascol ta: ascol ta il su o stomaco». F ait h viene d a u n vi l laggio po - ver i ss imo d i Ondo State e d é tra quel le ch e h a ascol tato questo gr ido. Su o e del la su a fa - miglia. E si é fidata, come molte, d i un cugino, un o z io , u n parente, che faceva promesse ch e no n s i potevano rifiutare. Nel suo caso é stato lo zio che l e ha detto ch e l 'avrebbe portata i n Europa. Erano u n gruppo d i 8 S ra - gazze e 72 ragazzi; sono partiti vi a terra, attraversando i l Niger e po i tutto i l deserto de l Sahara sino al - l'Algeria. D a qu i in Marocco. «Non c'era niente d a mangiare n é d a be - re - r icorda Faith -. Siamo rimasti quattro mesi ne l deserto e nove in Marocco. Tre d i no i sono morte at - t raversando i l Sahara, un o in Ma - rocco. A quel punto sono voluta tornare indietro, ma so che altri tr e sono morti ne l Mediterraneo». in Marocco, racconta, erano sta- ti tutt i rinchiusi in du e stanze, un a per i ragazzi e una pe r le ragazze. «Non volevo fare l a prostituta - dice -; h o detto ch e volevo torna- re, m a non volevano lasciarmi an - dare. Sono riuscita a scappare e so- no andata dal la pol izia. Quelli m i hanno picchiata, m a po i m i hanno portata all 'aeroporto e rispedita in Nigeria. Quando sono tornata h o trovato mi o zi o ch e stava prepa- rando u n altro viaggio. E vol eva che part issi d i nuovo. M a ques ta vol ta h o detto d i no» . Qra Faith é a Benin City dove st a cercando u n lavoro. H a conosc iu- to le suore che si occupano del pro- blema del la tratta e ch e la stanno aiutando a cont inuare gl i studi. «Vorrei diplomarmi in business ad- ministration, trovare u n buon la - voro e guadagnare u n po ' d i soldi per m e e l a mi a famigl ia ch e é ri - masta a l villaggio». R ose, invece, é tornata ad Altu- re, e d é ospite d i u n conven- to, m a porta ancora addosso uno de i segni delia vita che s i é la - sciata alle spalle in Italia: du e lenti a contatto blu, ch e spiccano come due fanali sul suo volto scuro e u n po' triste. Voltare pagina no n é fa - cile, dicono le suore che l'hanno in custodia. H a 21 anni e d é un a ra - gazza alquanto problematica. I se - gni d i quello che h a subito non so - no così evidenti come quelle lenti a contatto, m a sono scolpiti inde- lebilmente nella sua anima. Rose é giovane e può ancora far- cela. Soprattutto s e le sarà offerta una qualche chance di riscatto. Co- me é successo a Kathy. K athy , oggi, h a 26 anni. E sta- ta tra le prime a tornare a Be - nin City, ne l 2000. Le i però l a strada l'h a solo «sfiorata». Al la fa - migl ia avevano detto ch e l'avreb- bero portata i n Europa, in Italia c i é arrivata passando dal ia Francia. Poi é finita a Roma, m a le i no n sa - peva neppure dove fosse. «Mi tenevano rinchiusa nella ca - sa d i un a maman - racconta -. Poi , un giorno, m i hanno affidata a un'altra ragazza perché m i portas- se a l lavoro. No n m i avevano detto di cosa si trattasse esattamente, m a io avevo intuito. E così, mentre e- ravamo sul l 'autobus, sono scappa- ta e sono salita su un altro bus. No n sapevo dove stessi andando. Quan- do h o sentito un a campana, sono scesa e h o cercato l a chiesa e u n prete. Due donne m i hanno aiutata a trovarlo. È stato gentile e m i ha ac- compagnata in ambasciata, ma era già chiusa. Allora m i h a portata i n una casa d i accogl ienza delle suo- re, io non parlavo italiano. Loro no n parlavano inglese. Hanno chiama- to suor Eugenia Bonetti». Da lì é par- tita tutta una serie d i contatti e col- legamenti ch e hanno riportato Kathy in Nigeria e che le hanno per- messo d i tornare a Benin City dove sister Florence e le su e consorel le l'hanno accolta. Kathy é una ragaz- za intelligente e volonterosa. H a ri - preso gl i studi e s i é diplomata i n business economy. L o scorso anno, poi, é riuscita a prendere un a lau- rea in psicologia. «Ora vorrei aiuta- re le altre ragazze ch e hanno vi s- suto l 'esperienza della tratta e ch e sono state meno fortunate d i me» . il suo , a lmeno, no n é stato u n viaggio a senso unico. • 36 • M C MARZO 2008

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