Missioni Consolata - Marzo 2008
J oy lo ripete senza tregua. Con veemenza e desolazione. Con v iol enza, ma anche con ie la- crime che ie si affacciano agii oc- chi. «Mi dovete risarcire di tutto ii male che mi avete fattoi». Sempre ia s tessa frase, ossess ionante, che esonda dalia palude di sofferenza, paura, rabbia e dolore, che si por- ta dentro. Una ragazza spezza t a. Come ie altre. Ma lei cont inua a ur- larlo fuori. È stata rimpatriata a Lagos dal- i'Oim. Lo ha scelto lei quando forse non aveva più altra scelta. Prima e- ra passata da Brescia e da Roma; l'hanno ospitata ie suore di Nostra Signora degli Apostoli a Roma e l'hanno seguita ai centro di ascolto Caritas delia capitale. Aveva otte- nuto ii permesso di soggiorno a Bre- scia, ma non aveva futuro in Italia. A suor Erma Marinelli, delie suo- re di Maria Riparatrice, non pare ve- ro di rivederla lì, a Lagos. L'ha se- guita per quasi sei mesi alia Caritas Roma. Una ragazza particolarmen- te problematica. Ha fatto impazz-i re tutti. «Quando veniva da noi, ur- lava, faceva scenate incredibi l i. L'abbiamo mandata da un medico e da uno psicologo. Ma lei ripete- va: "Non sono matta". E già al lora cont inuava a ripetere: "Mi dovete risarcire di tutto ii male che mi a- vete fattoi". Pensavamo che avesse subito abusi e violenze in strada. Ma non sapevamo ancora tutto». Joy racconta di aver fatto qual- che lavoretto, ia badante soprat- tutto. Ma non dice che resisteva a ma l apena un mese o poco più. Racconta di essere stata ospi tata dalie suore e poi in un ostei o Ca- ritas. Ma non dice che anche lì a- veva sempre problemi. Non dice soprattutto ii dramma che ha rovi- nato ia sua es i s tenza, ancor più del ia sua vi ta in strada, ia vergo- gna che l'ha marchiata per sempre. «È probabile che ie abbiano fatto girare un film pornograf ico - rac- conta suor Erma -. Qgni tanto vi fa- ceva al lusione, urlando con rabbia frasi oscene, sbattendoci in faccia con violenza ia peggiore delie vio- lenze che aveva subito. Un dram- ma da cui non si è più ripresa». L'hanno convinta a rientrare in Nigeria, con un rimpatrio organiz- zato dai i 'Qim. Prima, però, ha chie- sto alia famigl ia se 1 soidi che ie a- vrebbero dato (1.500 euro) erano sufficienti per essere di nuovo ac- cettata a casa. «Hanno detto di sì - ricorda suor Erma -. E per lei è sta- Volti di ragazze trafficate e liberate. ta come una l iberazione. Ha cam- biato atteggiamento. Ha riacquisi- to un po' di dignità. Non rientrava a mani vuot e e sapeva che c'era qualcuno ad attenderla. Ma niente sarà mai abbas tanza per risarcirla davvero di tutto ii male che ha subito». A nche in Blesse d si intuisce che c'è qual cosa di inesora- bilmente infranto. Ha 37 an- ni ed è ancora una beila donna, ai- ta e slanciata, avvol ta in un ele- gante abito t radizionale. Ha un viso dolce, ma gii occhi sono spen- ti,^persi. È rientrata in Nigeria quattro an- ni fa, dopo averne passati undici in Italia. È tornata dai suoi figli, dice, che oggi hanno 23, 22 e 18 anni. Li aveva lasciati in Nigeria per andare In Italia a «lavorare». «Pensavo di andare a fare ia camer iera o ia par- rucchiera - racconta - e invece...». Delia vita in strada non vuole ri- cordare nulla. Paria, con un italiano stentat issimo e io sguardo un po' assente, dei luoghi dove è stata e dei luoghi comuni: ia gente che è simpat ica, ia pasta e ia pi zza che o- ra non mangia più. «Era un po' du- ra In Italia - dice quasi schernendo- si -, ma anche qui non è facile». Da quando è tornata non ha più relazioni con I genitori. Le suore di Nostra Signora degli Apostoli han- no cercato di metterli in contatto, ma i suoi parenti non vogl iono più saperne di lei. Neppure ia figl ia maggiore. Gii altri due ie sono vi- cini e ie suore l'hanno assunta per fare ie pulizie in una biblioteca. Ma non è dei tutto lucida e ha bisogno cont inuo di medicine. «Quando vedo ia d i suman i zza- zione che comporta ii fatto di ven- dere se stesse per sopravvivere di- co che tutto questo non è giusto, e che dobbiamo lottare per mettere fine a questo traffico vergognoso». Eric Okoje, avvocato, è tra i fonda- tori dei Cosodow, ii Comitato per ii sostegno delia dignità delia donna, creato dalie religiose nigeriane. E anche se da quasi dieci anni lavora in questo settore non smette di pro- vare rabbia e Indignazione. «È un' Ingiust izia intoi ierabi ie quel la di ridurre una persona in schiavitù - denuncia -. Quando ve- di che tante famiglie sono toccate direttamente o indirettamente da
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