Missioni Consolata - Marzo 2008

S iamo qui a Benin City per lottare contro il traffico vergognoso di migliaia di ragazze che vengono portate via con l'inganno e sono costrette a prostituirsi sulle strade italiane. Ragazze ridotte in schiavi tù. Ra- gazze usate e abusate...». «Dai vo- stri uomini!». Suor Eugenia Bonett i denunc ia; roba contrattacc.a Lei è una mis- sionaria della Consolata, coordina- trice dell'Ufficio contro la tratta di esseri umani dell 'Unione delle su- periore maggiori italiane (Usmi). Lui è il re di Benin City, discenden- te di uno dei regni più potenti del- l'Africa occidentale, che ancora og- gi conserva un'autorità enorme su questa fetta di Nigeria, dove gii uo- mini del la politica e del l 'ammini- strazione nul la possono s enza il suo accordo. Quello del i 'Oba è un potere tradizionale e reale, si nutre di occulto e s'impone su questioni molto concrete. Compr esa quel la delle donne trafficate in Italia per essere sfruttate sessualmente. VERGOGNA GLOBALE Nello scambio di battute tra lui e suor Eugenia c'è la sintesi di que- sto vergognoso business fatto sul- la pelle di ragazze spes so giova- nissime. Un business che si regge su un meccani smo consol idato di domanda e offerta. E che si snoda tra la Nigeria e l'Italia lungo le vie della tratta, gestite da mafie inter- nazionali ben organizzate ed effi- cienti, spesso non adeguatamente persegui te. Oggi il «commercio» di donne a fini di sfruttamento sessuale è, se- condo i'Onu, la terza attività ille- gale più redditizia al mondo (dopo 11 traffico di armi e di droga), con un giro di affari stimato attorno ai 12 miliardi di dollari l'anno. Merce di consumo di una so- cietà edon i s ta e mercant i le, la donna diventa, da un iato, «capi- tale» f inanzi ar io da sfruttare da parte di organ i zzaz i oni malavi to- se s e n za scrupo l i, dal l 'al tro, og- getto di soddi s faz ione di des ide- ri e perversioni. Le chiamano prostitute, quando va bene. Più spesso sono additate con i vocaboli più dispregiativi. In Liguria sono ancora le bagasce, co- me lo scarto della lavorazione del- la canna da zucchero. Peggio dei rifiuti, in un immaginario colletti- vo che ipocritamente getta loro ad- dosso di sprezzo e pregiudizio. Co- me se fosse una libera scel ta quel- la di vendere il proprio corpo. Per molte di loro è una vera e propria schiavitù. Vittime del la povertà e del l ' ingiustizia, di una vita che non è degna di essere vissuta, innanzi- tutto nei loro luoghi d'origine, mol- te di queste ragazze si ritrovano in- Benin City, un incrocio delle arterie principali delia città. MC MARZO 2008 • 27 wm

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