Missioni Consolata - Febbraio 2008

68 MC FEBBRAIO 2008 I pericoli (taciuti) dell’incenerimento Una nota a parte la meritano gli in- ceneritori di rifiuti ed, ancor più, i co- siddetti «termovalorizzatori» ( si legga MC,marzo e giugno 2007 ), che più so- nomoderni e più emettono nano- polveri. Sembra un paradosso,ma, per evitare, per quanto possibile, l’e- missione di diossine, si tende ad au- mentare la temperatura del forno, fi- no a mille gradi e più. Le alte tempe- rature sono responsabili dell’emissione di grandi quantità di nanoparticelle, la cui composizione è la più disparata, potendosi trovare anche metalli pericolosi come il piombo, il mercurio, il cadmio, il cro- mo, ecc. Tutte le volte che un manufatto di composizione eterogenea, come lo sono i rifiuti, viene incenerito ad alta temperatura, vengono emessi nell’a- ria i vari elementi che lo costituivano sotto forma di atomi non legati fra loro; questi ultimi possono di seguito riaggregarsi in modo disordinato sotto forma di leghe, che non trove- rete mai in un trattato di metallurgia, perché sono il frutto della combina- zione casuale degli atomi. Il fatto che agglomerati «strani» si possano trovare nell’aria e all’interno dell’organismo di persone, che abi- tano nei paraggi di un inceneritore consente di affermare, con sicurezza quasi assoluta, che tali nanoparti- celle provengono dall’inceneritore, perché soltanto le alte temperature possono sintetizzare leghe casuali , che non sono biocompatibili né bio- degradabili e non figurano tra gli in- quinanti ricercati di norma nelle emissioni dell’inceneritore. Parlando di nanopolveri prodotte dalle alte temperature, non bisogna dimenticare gli effetti dell’ uranio impoverito , usato nelle munizioni delle armi moderne e associato con gravi malattie non solo dei soldati, ma anche delle persone che vivono in aree di guerra o vicino ai poligoni militari. L’uranio impoverito è un’arma for- midabile, perché riesce a perforare anche le corazze più robuste per via della grande forza di penetrazione e del fatto che esplode a 3.000 gradi «polverizzando» i bersagli. È verosi- mile che le gravi malattie riscontrate siano determinate non solo dalle ra- diazioni dell’uranio,ma anche dalle nanopolveri, che entrano nell’orga- nismo e determinano reazioni non del tutto prevedibili e, in ogni caso, sicuramente non benefiche. L’uranio impoverito emette una modesta quantità di radiazioni alfa , che sono le più pericolose per l’orga- nismo. Gli esperti dicono che baste- rebbe un foglio di carta per fermare queste radiazioni e che si potrebbe dormire tranquilli con un proiettile di uranio impoverito nel cassetto del comodino. Il fatto grave, però, è che dopo l’esplosione anche l’uranio si trova disperso nell’aria sotto forma di nanopolveri e può raggiungere il sangue e gli organi interni, dove le radiazioni possono fare danni non trovando nessuna barriera. Tutta la questione che riguarda l’u- ranio impoverito è ancora oggetto di studio e le uniche tragiche certezze sono i tumori dei soldati e le malfor- mazioni dei loro figli. Tutto il discorso sulle nanopolveri dovrebbe indurre ad una attenta ri- flessione sulle attività dell’uomo, che sta devastando l’ambiente non solo con mezzi di distruzione,ma anche con lo sviluppo di tecnologie che tendono a produrre sempre di più e sempre più velocemente. I costi della velocità La velocità è la causa principale dell’inquinamento, sia per la neces- sità di maggiore energia, che per la notevole produzione di polveri. E non si parla solo dei veicoli a mo- tore. Una delle attività più antiche (e nobili) dell’uomo è la lavorazione del legno per la realizzazione di suppel- lettili e altri oggetti di uso comune, a volte di notevole pregio. Il legno è il prodotto naturale per eccellenza; si potrebbe pensare che il falegname sia un lavoratore che NOSTRA MADRE TERRA L e automobili sono ovunque, l’aria è mefitica, lo stress e le liti a causa del traffico hanno da tempo oltrepassato i livelli di guar- dia. Sarebbe meglio muoversi con i mezzi pubblici. Purtroppo, nelle città italiane, bus, tram e metro non sono certo il massimo dell’efficienza. Il car-sharing è poco diffuso e poco conosciuto. Muoviamoci allora in bicicletta o a piedi.Tra l’altro, gli esperti di- cono che pedalare o camminare faccia bene alla salute (persona- le e collettiva). Forse, se ci fossero più isole pedonali, più piste ci- clabili, più rispettoe senso civico.Nonmolti conoscono le cifre (da paura) dei pedoni (o dei ciclisti) che, nel nostro paese, sono inve- stiti dalle auto (quasi sempre sulle strisce pedonali).Diamo allora qualche numero che aiuti a fotografare la situazione italiana: • N UMERO DI AUTO IN I TALIA : 34.667.487 auto circolanti (dati Istat,2006) • R APPORTO AUTO / ABITANTI IN I TALIA : 58 vetture ogni 100 abitanti (record europeo) • M INUTI QUOTIDIANI PERSI NEL TRAFFICO : 65minuti (dati Isfort,2007) • C HILOMETRI QUOTIDIANI PERCORSI IN AUTO : 38,6 km (dati Isfort,2007) • P ERCENTUALE SPOSTAMENTI A MOTORE : 79,3% (dati Isfort,2007) • N UMERO DI BICICLETTE IN I TALIA : 25milioni,440 bici per 1.000 abitanti (inOlanda,1.010 bici per 1.000 abitanti) • N UMERO DI PEDONI MORTI O FERITI NEGLI ULTIMI 10 ANNI : 8.000morti,170.000 feriti • P ERCENTUALE DI PEDONI MORTI O FERITI IN INCIDENTI STRADALI : 5,2%dei feriti,12,6%dei morti (dati Istat) • N UMERO DI PEDONI VITTIME DI AUTO IN ALCUNE CITTÀ EUROPEE : - Roma: 8,47 pedoni morti o feriti ogni 1.000 abitanti - Copenaghen: 1,47 - Londra: 0,85 - Parigi: 0,40 - Helsinky: 0,003 Insomma, basta leggere queste cifre, per essere assaliti dallo sconforto. Che diventa pessimismo quando si vedono molte (troppe) macchine di genitori in attesa fuori dalle scuole, spesso senza neppure l’accortezza di spegnere almeno il motore. Chis- sà se al volante siedono le stesse persone che non fanno cento metri in più per riporre negli appositi cassonetti il vetro, la plasti- ca, l’umido... PaoloMoiola I L PEDONE ITALIANO , CATEGORIA A RISCHIO

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