Missioni Consolata - Febbraio 2008

62 MC FEBBRAIO 2008 ARGENTINA vuole farci parlare con i bambini che nella stazione hanno la loro base. Li troviamo senza difficoltà e ci siste- miamo sui gradini di una scala per conversare.Ma siamo subito distur- bati da alcuni ragazzi più grandi, visi- bilmente alterati, che non gradisco- no la nostra presenza.Mario,pur molto conosciuto in questi ambienti, decide però che èmeglio uscire dal- la stazione. La ranchada di Maria Facciamo pochi minuti di auto.Ci fermiamo nei pressi di un porticato dove dormonomolte persone e fa- miglie con bambini. I giacigli sono improvvisati,ma almeno ci sono le coperte.Tutt’attorno borse e sacchi di plastica riempiti con le cose per- sonali. Qualcuno ha raccolto del car- tone, per venderlo o per usarlo co- me riparo. E poi ci sono vari carrelli di supermercato, usati comemezzo di trasporto dei propri averi. Viso da adolescente,bel sorriso, una sigaretta inmano,Martin è un po’ timido davanti alla videocamera ma, dietro richiesta di Mario, si con- vince a dire qualche parola. Che fai qui? «Niente.Dormo. Sono solo,per questo sono venuto alla ranchada di Maria, che è un’amica». E durante il giorno che fai? «Il gioco- liere nelle strade». Quanti anni hai,Martin? «Tredici. Sono di Buenos Aires.Vivo in strada dall’età di 9 anni.Mia mamma vive con il mio patrigno e una sorellina, ma non li vedo da molto tempo». Come si vive in strada? «Freddo, fa- me, problemi con la polizia.Tutti i giorni». Mario gli dice di mostrarci lemani. Un po’ titubante,Martin apre lemani: sono rovinate come quelle di unma- novale di lungo corso. «Sono i segni che lascia il Poxiran », spiegaMario. La ranchada di Maria è in un ango- lo del porticato,davanti alle serran- de di un negozio.Maglione verde, capelli lunghi e neri, la troviamo con un neonato in braccio: è il figlio di do. «Pronto,mamma», la conversa- zione prosegue, come tutto fosse normale. La mamma si preoccupa della sua salute e lui la rassicura: «Sì, ho un po’di tosse,ma va già meglio». Poi promette: «Domani passo da ca- sa». Il padrone di casa si fa passare la cornetta del telefono per tranquilliz- zare la mamma: «Questa notte lo faccio dormire da me». EstacionConstitución , una «corte dei miracoli» Mario non possiede un’automobi- le. Lui si muove inmoto.Per questa sera,però, ha chiesto al vicino di casa la sua auto in prestito.Vuole portarci a visitare alcune ranchadas del cen- tro. Ci faremo accompagnare dai 2 bambini, che ben conoscono i luo- ghi e i loro frequentatori. Arriviamo a Constitución. La sta- zione dei treni è una sorte di «corte dei miracoli», soprattutto durante la notte.Qui si incontrano cartoneros , bambini di strada,malviventi.Mario

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